cei 74
 
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Sapienza
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(Testo CEI74)

17
Quinto contrappasso: tenebre e colonna di fuoco

1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.

(Testo TILC)

17
Le tenebre

1Grandi sono le tue decisioni
e difficili da spiegare:
perciò certi uomini ottusi non le hanno
mai capite.
2Era gente senza legge e senza fede
e pretendeva di dominare il popolo che
appartiene.
Perciò sono diventati prigionieri delle
tenebre
una lunga notte li ha incatenati,
li ha ricoperti e tenuti sotto chiave,
lontani dalla tua mano che protegge.
3Commettevano colpe in segreto
e si illudevano di farla franca.
Pensavano di essere coperti da una fitta
nebbia
e di essere dimenticati da te.
Perciò furono dispersi,
colpiti da spavento terribile
e scossi dalla paura dei fantasmi.
4Nemmeno il nascondiglio dove si
trovavano
li salvava dalla paura.
Attorno a loro c'era un frastuono
assordante
e apparivano fantasmi cupi con lugubri
volti.
5Nemmeno la forza del fuoco riusciva a far
luce
e gli astri si rifiutavano
di rischiarare dall'alto
quella notte buia.
6Appariva soltanto un rogo
che seminava morte e terrore.
Per la paura, quando la visione
scompariva,
quello che avevano visto pareva ancora
peggiore.
7Ricorrere alla magia non serviva a
niente:
la boria dei maghi e tutte le loro arti
subivano una cocente smentita.
8Promettevano infatti
di eliminare il timore e l'inquietudine
che gettano lo sconforto nei cuori.
Ma loro stessi erano sconvolti
da un'apprensione ridicola.
9Quando non c'era più motivo di aver
paura,
li terrorizzavano il passaggio di bestie
e il sibilo dei serpenti.
10Morivano di spavento.
Avevano paura anche solo ad aprire gli
occhi,
perché l'aria, dalla quale non si può
scappare,
li riempiva di terrore.

11Per natura l'uomo cattivo è pieno di
timori
e da se stesso si fa testimone della propria
condanna;
quando è oppresso dalla coscienza vede
pericoli dappertutto.
12Infatti uno ha paura solo se non riesce ad
aiutarsi con la riflessione;
13e, se non ha una sicurezza che viene dal
cuore,
sta male perché non conosce la causa del
suo tormento.

14Ma quella per gli Egiziani
era una notte davvero impossibile,
uscita dal fondo impenetrabile del regno
dei morti.
E i maghi erano impotenti come tutti gli
altri.
15Ciascuno era sconvolto da strani fantasmi,
si sentiva paralizzato e abbattuto.
Infatti su tutti era piombato un terrore
improvviso e inaspettato.
16Ognuno cadeva a terra là dove si trovava
e si sentiva rinchiuso e imprigionato nelle
tenebre:
era come in una prigione anche se non
c'erano sbarre.
17Agricoltori o pastori
o lavoratori in aperta campagna
ognuno era colto all'improvviso e restava
come paralizzato.
18Tutti erano legati con la stessa catena di
tenebre:
e il fischio del vento,
il canto melodioso degli uccelli sui folti
rami,
il rumore dell'acqua che scorre impetuosa,
19il cupo fragore di rocce che precipitano a
valle,
il frastuono di animali che corrono e
saltano,
il ruggito di belve inferocite
e ogni rumore ampliato dall'eco nel cavo
dei monti,
tutto li terrorizzava e li paralizzava.
20Ma il resto del mondo era illuminato da
una luce splendente
e ognuno era occupato nei suoi lavori
senza nessun impedimento.
21Solo sugli Egiziani incombeva una notte
profonda
ed era un'immagine delle tenebre della
morte
nella quale dovevano ben presto finire.
Ma per gli Egiziani la loro stessa vita era
diventata
un peso ben più gravoso delle tenebre.

(Testo CEI2008)

17
Le tenebre come castigo degli Egiziani

1 I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare;
per questo le anime senza istruzione si sono ingannate.
2Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo,
prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte,
chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restare nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo oscuro dell'oblio,
furono dispersi, terribilmente spaventati
e sconvolti da visioni.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro
e apparivano lugubri spettri dai volti tristi.
5Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce,
neppure le luci più splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare dall'alto quella notte cupa.
6Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose che vedevano.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e il vanto della loro saggezza era svergognato.
8Infatti quelli che promettevano di cacciare
timori e inquietudini dall'anima malata,
languivano essi stessi in un ridicolo timore.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
messi in agitazione al passare delle bestie e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria che in nessun modo si può evitare.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e, oppressa dalla coscienza, aumenta sempre le difficoltà.
11La paura infatti altro non è che l'abbandono degli aiuti della ragione;
12quanto meno ci si affida nell'intimo a tali aiuti,
tanto più grave è l'ignoranza della causa che provoca il tormento.
13Ma essi, durante tale notte davvero impotente,
uscita dagli antri del regno dei morti anch'esso impotente,
mentre dormivano il medesimo sonno,
14ora erano tormentati da fantasmi mostruosi,
ora erano paralizzati, traditi dal coraggio,
perché una paura improvvisa e inaspettata si era riversata su di loro.
15Così chiunque, come caduto là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza sbarre:
16agricoltore o pastore
o lavoratore che fatica nel deserto,
sorpreso, subiva l'ineluttabile destino,
perché tutti erano legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il vento che sibila
o canto melodioso di uccelli tra folti rami
o suono cadenzato dell'acqua che scorre con forza
o cupo fragore di rocce che precipitano
18o corsa invisibile di animali imbizzarriti
o urla di crudelissime belve ruggenti
o eco rimbalzante dalle cavità dei monti,
tutto li paralizzava riempiendoli di terrore.
19Il mondo intero splendeva di luce smagliante
e attendeva alle sue opere senza impedimento.
20Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre.

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