| (Testo CEI74) 7 SECONDA PARTE
Prologo
1Un buon nome è preferibile all'unguento profumato e il giorno della morte al giorno della nascita.
2E' meglio andare in una casa in pianto che andare in una casa in festa; perché quella è la fine d'ogni uomo e chi vive ci rifletterà.
3E' preferibile la mestizia al riso, perché sotto un triste aspetto il cuore è felice.
4Il cuore dei saggi è in una casa in lutto e il cuore degli stolti in una casa in festa.
5Meglio ascoltare il rimprovero del saggio che ascoltare il canto degli stolti:
6perché com'è il crepitio dei pruni sotto la pentola, tale è il riso degli stolti. Ma anche questo è vanità.
7Il mal tolto rende sciocco il saggio e i regali corrompono il cuore.
La sanzione
8Meglio la fine di una cosa che il suo principio; è meglio la pazienza della superbia.
9Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l'ira alberga in seno agli stolti.
10Non domandare: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza.
11E' buona la saggezza insieme con un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole;
12perché si sta all'ombra della saggezza come si sta all'ombra del denaro e il profitto della saggezza fa vivere chi la possiede.
13Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?
14Nel giorno lieto stà allegro e nel giorno triste rifletti: «Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro, perché l'uomo non trovi nulla da incolparlo».
15Tutto ho visto nei giorni della mia vanità: perire il giusto nonostante la sua giustizia, vivere a lungo l'empio nonostante la sua iniquità.
16Non esser troppo scrupoloso né saggio oltre misura. Perché vuoi rovinarti?
17Non esser troppo malvagio e non essere stolto. Perché vuoi morire innanzi tempo?
18E' bene che tu ti attenga a questo e che non stacchi la mano da quello, perché chi teme Dio riesce in tutte queste cose.
19La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che governano la città.
20Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non pecchi.
21Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, per non sentir che il tuo servo ha detto male di te,
22perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte male degli altri.
23Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio essere saggio!», ma la sapienza è lontana da me!
24Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere?
25Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è follia e la stoltezza pazzia.
26Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso.
27Vedi, io ho scoperto questo, dice Qoèlet, confrontando una ad una le cose, per trovarne la ragione.
28Quello che io cerco ancora e non ho trovato è questo: Un uomo su mille l'ho trovato: ma una donna fra tutte non l'ho trovata.
29Vedi, solo questo ho trovato: Dio ha fatto l'uomo retto, ma essi cercano tanti fallaci ragionamenti.
| (Testo TILC) 7 Il pensiero della morte
1Meglio un buon nome che un buon profumo. Meglio il giorno della morte che il giorno della nascita.
2Meglio visitare una casa in lutto che una casa in festa. Davanti a un morto ognuno ricorda la fine, quella che tocca a tutti.
3Insegna più la sofferenza che l'allegria, perché vedere un volto triste fa riflettere.
4Gli stolti pensano solo a divertirsi, gli uomini saggi pensano spesso alla morte.
5Meglio i rimproveri di un sapiente che ascoltare le lodi cantate da uno stolto.
6L'allegria dello stolto è come lo scoppiettare della legna nel fuoco sotto la pentola.
7Per un imbroglio, un sapiente può perdere la testa; per un regalo, lasciarsi corrompere. Tutto questo è inutile.
8La fine di una cosa val più del suo inizio. La pazienza più della superbia.
9Controlla i tuoi scatti d'ira: è da stolti lasciarsi dominare dalla rabbia.
10Non chiederti perché i tempi antichi erano migliori di quelli attuali: non è una domanda intelligente!
11Nella vita, l'ideale sarebbe di avere insieme saggezza e ricchezza.
12Saggezza e ricchezza proteggono come l'ombra. Ma la sapienza vale di più perché insegna a vivere.
13Osserva tutto quel che Dio ha fatto. Chi potrebbe raddrizzare quello che Egli ha fatto curvo?
14Quando le cose vanno bene, sta' allegro; se qualche cosa ti va male, rifletti. Ricorda che tutto viene da Dio; di fatto non possiamo sapere quale sarà il nostro futuro.
Evitare gli estremi
15Durante la mia vita inutile ho potuto vedere di tutto: persone buone che sono morte presto, gente cattiva che è vissuta a lungo, nonostante la loro cattiveria.
16Non pretendere di essere troppo buono e troppo sapiente: faresti del male a te stesso.
17E non pensare di essere il più cattivo e stolto di tutti: sarebbe una rovina per te.
18Devi evitare questi due estremi. Chi ha fiducia in Dio riesce bene in tutto.
19L'uomo sapiente è più forte di una città che ha dieci torri.
20In questo mondo, nessuno è così buono da comportarsi sempre bene e non sbagliare mai.
21Non dare ascolto a tutte le chiacchiere che si fanno; non far caso se il tuo servo parla male di te.
22Sai bene che molte volte anche tu hai sparlato degli altri.
23Ho esaminato con ordine tutte queste cose. Pensavo di diventare sapiente, ma non ci sono riuscito.
24Chi può scoprire il senso vero di tutte le cose passate? Per noi son troppo oscure e profonde.
La donna
25Mi sono impegnato a fondo nella riflessione e nello studio. Ho cercato di conoscere il senso profondo delle cose. Volevo sapere qual è la peggiore cattiveria, la stupidità più assurda.
26Trovo che si dice 'La donna è più amara della morte. È come una rete, il suo affetto è una trappola, la sue braccia catene. Solo chi è gradito a Dio riesce a liberarsene: il peccatore ne rimane schiavo'.
27'Ma attento! - dice Qoelet: - io ho scoperto che, prima di poter dare un giudizio, bisogna confrontare bene le cose'.
28Io sono ancora alla ricerca di una soluzione, ma non ho trovato risposta. Tra mille, un uomo lo capisco; una donna no.
29Ma in fondo, attento che una cosa è importante: Dio ci ha fatti equilibrati, ma noi abbiamo inventato ogni genere di complicazioni.
| (Testo CEI2008) 7 LA SAPIENZA UMANA E IL SUO FALLIMENTO
Ciò che è meglio per l'uomo
1Un buon nome è preferibile all'unguento profumato e il giorno della morte al giorno della nascita.
2È meglio visitare una casa dove c'è lutto che visitare una casa dove si banchetta, perché quella è la fine d'ogni uomo e chi vive ci deve riflettere.
3È preferibile la mestizia al riso, perché con un volto triste il cuore diventa migliore.
4Il cuore dei saggi è in una casa in lutto e il cuore degli stolti in una casa in festa.
5Meglio ascoltare il rimprovero di un saggio che ascoltare la lode degli stolti:
6perché quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola tale è il riso degli stolti. Ma anche questo è vanità.
7L'estorsione rende stolto il saggio e i regali corrompono il cuore.
8Meglio la fine di una cosa che il suo principio; è meglio un uomo paziente che uno presuntuoso.
9Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti.
10Non dire: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», perché una domanda simile non è ispirata a saggezza.
11Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole.
12Perché si sta all'ombra della saggezza come si sta all'ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede.
13Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?
14Nel giorno lieto sta' allegro e nel giorno triste rifletti: Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro, cosicché l'uomo non riesce a scoprire ciò che verrà dopo di lui.
Sapienza e moderazione
15Nei miei giorni vani ho visto di tutto: un giusto che va in rovina nonostante la sua giustizia, un malvagio che vive a lungo nonostante la sua iniquità.
16Non essere troppo giusto e non mostrarti saggio oltre misura: perché vuoi rovinarti?
17Non essere troppo malvagio e non essere stolto. Perché vuoi morire prima del tempo?
18È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l'altra: in verità chi teme Dio riesce bene in tutto.
19La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città.
20Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai.
21Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te;
22infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri.
La sapienza è introvabile nell'uomo e nella donna
23Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio diventare saggio!», ma la sapienza resta lontana da me!
24Rimane lontano ciò che accade: profondo, profondo! Chi può comprenderlo?
25Mi sono applicato a conoscere e indagare e cercare la sapienza e giungere a una conclusione, e a riconoscere che la malvagità è stoltezza e la stoltezza è follia.
26Trovo che amara più della morte è la donna: essa è tutta lacci, una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma chi fallisce ne resta preso.
27Vedi, questo ho scoperto, dice Qoèlet, confrontando a una a una le cose, per arrivare a una conclusione certa.
28Quello che io ancora sto cercando e non ho trovato è questo: un uomo fra mille l'ho trovato, ma una donna fra tutte non l'ho trovata.
29Vedi, solo questo ho trovato: Dio ha creato gli esseri umani retti, ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni.
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