| (Testo CEI74) 5 QUINTA LAMENTAZIONE
1Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto, guarda e considera il nostro obbrobrio.
2La nostra eredità è passata a stranieri, le nostre case a estranei.
3Orfani siam diventati, senza padre; le nostre madri come vedove.
4L'acqua nostra beviamo per denaro, la nostra legna si acquista a pagamento.
5Con un giogo sul collo siamo perseguitati siamo sfiniti, non c'è per noi riposo.
6All'Egitto abbiamo teso la mano, all'Assiria per saziarci di pane.
7I nostri padri peccarono e non sono più, noi portiamo la pena delle loro iniquità.
8Schiavi comandano su di noi, non c'è chi ci liberi dalle loro mani.
9A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane davanti alla spada nel deserto.
10La nostra pelle si è fatta bruciante come un forno a causa degli ardori della fame.
11Han disonorato le donne in Sion, le vergini nelle città di Giuda.
12I capi sono stati impiccati dalle loro mani, i volti degli anziani non sono stati rispettati.
13I giovani han girato la mola; i ragazzi son caduti sotto il peso della legna.
14Gli anziani hanno disertato la porta, i giovani i loro strumenti a corda.
15La gioia si è spenta nei nostri cuori, si è mutata in lutto la nostra danza.
16E' caduta la corona dalla nostra testa; guai a noi, perché abbiamo peccato!
17Per questo è diventato mesto il nostro cuore, per tali cose si sono annebbiati i nostri occhi:
18perché il monte di Sion è desolato; le volpi vi scorrazzano.
19Ma tu, Signore, rimani per sempre, il tuo trono di generazione in generazione.
20Perché ci vuoi dimenticare per sempre? Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni?
21Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo; rinnova i nostri giorni come in antico,
22poiché non ci hai rigettati per sempre, nè senza limite sei sdegnato contro di noi.
| (Testo CEI2008) 5 Quinta lamentazione: implorazione a Dio
1 Ricòrdati, Signore, di quanto ci è accaduto, guarda e considera la nostra umiliazione.
2La nostra eredità è passata a stranieri, le nostre case a estranei.
3Orfani siamo diventati, senza padre, le nostre madri sono come vedove.
4La nostra acqua beviamo a pagamento, dobbiamo acquistare la nostra legna.
5Con un giogo sul collo siamo perseguitati, siamo sfiniti, non c'è per noi riposo.
6All'Egitto abbiamo teso la mano, all'Assiria per saziarci di pane.
7I nostri padri peccarono e non sono più, noi portiamo la pena delle loro iniquità.
8Schiavi comandano su di noi, non c'è chi ci liberi dalle loro mani.
9A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane, minacciati dalla spada del deserto.
10La nostra pelle si è fatta bruciante come un forno a causa degli ardori della fame.
11Hanno disonorato le donne in Sion, le vergini nelle città di Giuda.
12I capi sono stati impiccati dalle loro mani, i volti degli anziani non sono stati rispettati.
13I giovani hanno girato la mola, i ragazzi sono caduti sotto il peso della legna.
14Gli anziani hanno disertato la porta, i giovani le loro cetre.
15La gioia si è spenta nei nostri cuori, si è mutata in lutto la nostra danza.
16È caduta la corona dalla nostra testa. Guai a noi, perché abbiamo peccato!
17Per questo è diventato mesto il nostro cuore, per tali cose si sono annebbiati i nostri occhi.
18È perché il monte di Sion è desolato, vi scorrazzano le volpi.
19Ma tu, Signore, rimani per sempre, il tuo trono di generazione in generazione.
20Perché ci vuoi dimenticare per sempre, ci vuoi abbandonare per lunghi giorni?
21Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo, rinnova i nostri giorni come in antico.
22Ci hai forse rigettati per sempre, e senza limite sei sdegnato contro di noi?
|