| (Testo CEI74) 30 B. Angoscia presente
1Ora invece si ridono di me i più giovani di me in età, i cui padri non avrei degnato di mettere tra i cani del mio gregge.
2Anche la forza delle loro mani a che mi giova? Hanno perduto ogni vigore;
3disfatti dalla indigenza e dalla fame, brucano per l'arido deserto,
4da lungo tempo regione desolata, raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo.
5Cacciati via dal consorzio umano, a loro si grida dietro come al ladro;
6sì che dimorano in valli orrende, nelle caverne della terra e nelle rupi.
7In mezzo alle macchie urlano e sotto i roveti si adunano;
8razza ignobile, anzi razza senza nome, sono calpestati più della terra.
9Ora io sono la loro canzone, sono diventato la loro favola!
10Hanno orrore di me e mi schivano e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
11Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto, essi han rigettato davanti a me ogni freno.
12A destra insorge la ragazzaglia; smuovono i miei passi e appianano la strada contro di me per perdermi.
13Hanno demolito il mio sentiero, cospirando per la mia disfatta e nessuno si oppone a loro.
14Avanzano come attraverso una larga breccia, sbucano in mezzo alle macerie.
15I terrori si sono volti contro di me; si è dileguata, come vento, la mia grandezza e come nube è passata la mia felicità.
16Ora mi consumo e mi colgono giorni d'afflizione.
17Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
18A gran forza egli mi afferra per la veste, mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
19Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere.
20Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta.
21Tu sei un duro avversario verso di me e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
22mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera.
23So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove si riunisce ogni vivente.
24Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera, né per la sua sventura invoca aiuto.
25Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri e non mi sono afflitto per l'indigente?
26Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male, aspettavo la luce ed è venuto il buio.
27Le mie viscere ribollono senza posa e giorni d'affanno mi assalgono.
28Avanzo con il volto scuro, senza conforto, nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
29Sono divenuto fratello degli sciacalli e compagno degli struzzi.
30La mia pelle si è annerita, mi si stacca e le mie ossa bruciano dall'arsura.
31La mia cetra serve per lamenti e il mio flauto per la voce di chi piange.
| (Testo CEI2008) 30 Giobbe rievoca la sua attuale situazione di infelicità
1 Ora, invece, si burlano di me i più giovani di me in età, i cui padri non avrei degnato di mettere tra i cani del mio gregge.
2Anche la forza delle loro mani a che mi giova? Hanno perduto ogni vigore;
3disfatti dall'indigenza e dalla fame, brucano per l'arido deserto,
4da lungo tempo regione desolata, raccogliendo erbe amare accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo.
5Espulsi dalla società, si grida dietro a loro come al ladro;
6dimorano perciò in orrendi dirupi, nelle grotte della terra e nelle rupi.
7In mezzo alle macchie urlano accalcandosi sotto i roveti,
8razza ignobile, razza senza nome, cacciati via dalla terra.
9Ora, invece, io sono la loro canzone, sono diventato la loro favola!
10Hanno orrore di me e mi schivano né si trattengono dallo sputarmi in faccia!
11Egli infatti ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto, ed essi di fronte a me hanno rotto ogni freno.
12A destra insorge la plebaglia, per far inciampare i miei piedi e tracciare contro di me la strada dello sterminio.
13Hanno sconvolto il mio sentiero, cospirando per la mia rovina, e nessuno si oppone a loro.
14Irrompono come da una larga breccia, sbucano in mezzo alle macerie.
15I terrori si sono volti contro di me; si è dileguata, come vento, la mia dignità e come nube è svanita la mia felicità.
16Ed ora mi consumo, mi hanno colto giorni funesti.
17Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
18A gran forza egli mi afferra per la veste, mi stringe come il collo della mia tunica.
19Mi ha gettato nel fango: sono diventato come polvere e cenere.
20Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta.
21Sei diventato crudele con me e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
22mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera.
23So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove convengono tutti i viventi.
24Nella disgrazia non si tendono forse le braccia e non si invoca aiuto nella sventura?
25Non ho forse pianto con chi aveva una vita dura e non mi sono afflitto per chi era povero?
26Speravo il bene ed è venuto il male, aspettavo la luce ed è venuto il buio.
27Le mie viscere ribollono senza posa e giorni d'affanno mi hanno raggiunto.
28Avanzo con il volto scuro, senza conforto, nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
29Sono divenuto fratello degli sciacalli e compagno degli struzzi.
30La mia pelle annerita si stacca, le mie ossa bruciano per la febbre.
31La mia cetra accompagna lamenti e il mio flauto la voce di chi piange.
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