| (Testo CEI74) 3 II. DIALOGO
1. PRIMO CICLO DI DISCORSI
Giobbe maledice il giorno della sua nascita
1Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;
2prese a dire:
3Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: «E' stato concepito un uomo!».
4Quel giorno sia tenebra, non lo ricerchi Dio dall'alto, né brilli mai su di esso la luce.
5Lo rivendichi tenebra e morte, gli si stenda sopra una nube e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!
6Quel giorno lo possieda il buio non si aggiunga ai giorni dell'anno, non entri nel conto dei mesi.
7Ecco, quella notte sia lugubre e non entri giubilo in essa.
8La maledicano quelli che imprecano al giorno, che sono pronti a evocare Leviatan.
9Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, speri la luce e non venga; non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,
10poiché non mi ha chiuso il varco del grembo materno, e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!
11E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo?
12Perché due ginocchia mi hanno accolto, e perché due mammelle, per allattarmi?
13Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei pace
14con i re e i governanti della terra, che si sono costruiti mausolei,
15o con i principi, che hanno oro e riempiono le case d'argento.
16Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bimbi che non hanno visto la luce.
17Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi, laggiù riposano gli sfiniti di forze.
18I prigionieri hanno pace insieme, non sentono più la voce dell'aguzzino.
19Laggiù è il piccolo e il grande, e lo schiavo è libero dal suo padrone.
20Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,
21a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro,
22che godono alla vista di un tumulo, gioiscono se possono trovare una tomba...
23a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
24Così, al posto del cibo entra il mio gemito, e i miei ruggiti sgorgano come acqua,
25perché ciò che temo mi accade e quel che mi spaventa mi raggiunge.
26Non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo e viene il tormento!
| (Testo CEI2008) 3 DIALOGO TRA GIOBBE E I SUOI TRE AMICI: ELIFAZ, BILDAD E SOFAR
Primo discorso di Giobbe
1 Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno.
2Prese a dire:
Il lamento di Giobbe
3«Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: «È stato concepito un maschio!».
4Quel giorno divenga tenebra, non se ne curi Dio dall'alto, né brilli mai su di esso la luce.
5Lo rivendichino la tenebra e l'ombra della morte, gli si stenda sopra una nube e lo renda spaventoso l'oscurarsi del giorno!
6Quella notte se la prenda il buio, non si aggiunga ai giorni dell'anno, non entri nel conto dei mesi.
7Ecco, quella notte sia sterile, e non entri giubilo in essa.
8La maledicano quelli che imprecano il giorno, che sono pronti a evocare Leviatàn.
9Si oscurino le stelle della sua alba, aspetti la luce e non venga né veda le palpebre dell'aurora,
10poiché non mi chiuse il varco del grembo materno, e non nascose l'affanno agli occhi miei!
11Perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo?
12Perché due ginocchia mi hanno accolto, e due mammelle mi allattarono?
13Così, ora giacerei e avrei pace, dormirei e troverei riposo
14con i re e i governanti della terra, che ricostruiscono per sé le rovine,
15e con i prìncipi, che posseggono oro e riempiono le case d'argento.
16Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bambini che non hanno visto la luce.
17Là i malvagi cessano di agitarsi, e chi è sfinito trova riposo.
18Anche i prigionieri hanno pace, non odono più la voce dell'aguzzino.
19Il piccolo e il grande là sono uguali, e lo schiavo è libero dai suoi padroni.
L'enigma dell'esistenza
20Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha amarezza nel cuore,
21a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro,
22che godono fino a esultare e gioiscono quando trovano una tomba,
23a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio ha sbarrato da ogni parte?
24Perché al posto del pane viene la mia sofferenza e si riversa come acqua il mio grido,
25perché ciò che temevo mi è sopraggiunto, quello che mi spaventava è venuto su di me.
26Non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo ed è venuto il tormento!».
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