| (Testo CEI74) 11 Paolo si vede costretto a fare il proprio elogio
1Oh se poteste sopportare un pò di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate.
2Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.
3Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo.
4Se infatti il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo.
5Ora io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi «superapostoli»!
6E se anche sono un profano nell'arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come vi abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a tutti.
7O forse ho commesso una colpa abbassando me stesso per esaltare voi, quando vi ho annunziato gratuitamente il vangelo di Dio?
8Ho spogliato altre Chiese accettando da loro il necessario per vivere, allo scopo di servire voi.
9E trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato d'aggravio a nessuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire.
10Com'è vero che c'è la verità di Cristo in me, nessuno mi toglierà questo vanto in terra di Acaia!
11Questo perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio!
12Lo faccio invece, e lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano.
13Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo.
14Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce.
15Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere.
16Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri come un pazzo, o se no ritenetemi pure come un pazzo, perché possa anch'io vantarmi un poco.
17Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare.
18Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch'io.
19Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti.
20In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia.
21Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli! Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch'io.
22Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di Abramo? Anch'io!
23Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte.
24Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi;
25tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde.
26Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;
27fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità.
28E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.
29Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
30Se è necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolezza.
31Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco.
32A Damasco, il governatore del re Areta montava la guardia alla città dei Damasceni per catturarmi,
33ma da una finestra fui calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue mani.
| (Testo TILC) 11 Paolo e i falsi apostoli
1Per un attimo vorrei che mi lasciaste parlare come se fossi pazzo. Permettetemelo dunque!
2Perché nei vostri riguardi io provo una gelosia che è quella stessa di Dio per il suo popolo. Vi ho promesso in matrimonio a un solo sposo, a Cristo, e intendo presentarvi a lui come una vergine pura.
3Temo però che i vostri pensieri si corrompano, e come Eva fu sedotta dalla malizia del serpente, così voi possiate perdere la vostra semplicità e purezza nei riguardi di Cristo.
4Infatti, se uno viene ad annunziarvi un Gesù diverso da quello che vi abbiamo annunziato, voi lo accoglierete volentieri. Siete anche disposti a ricevere uno spirito e un messaggio di salvezza diverso da quelli che avete ricevuto.
5Ma io sono certo di non essere in nulla inferiore a quei vostri 'super-apostoli'.
6Forse sono inesperto nel parlare, ma non lo sono certo nella conoscenza: ve l'ho dimostrato in molte circostanze e in tutti i modi.
7Forse la mia colpa è di essermi abbassato perché voi siate innalzati e di avervi annunziato gratuitamente la parola di Dio.
8Ho sfruttato altre chiese accettando da esse il necessario per vivere: ho fatto questo per essere al vostro servizio.
9Quando ero tra voi e mi sono trovato privo di denaro, non sono stato di peso a nessuno. Alle mie necessità hanno provveduto i fratelli venuti dalla Macedonia. In qualsiasi circostanza ho fatto molta attenzione, e continuerò a farla per non essere a vostro carico.
10Nessuno in tutta la Grecia mi toglierà questo motivo di fierezza. Ve lo assicuro come è vero che Cristo vive in me.
11Non dico questo perché non vi voglia bene! Anzi, lo sa Dio quanto vi amo!
12Ma continuerò a comportarmi così per togliere ogni pretesto a quelli che vogliono vantarsi ed essere uguali a me.
13Non sono altro che falsi apostoli che lavorano con inganno e si fingono apostoli di Cristo.
14Non c'è da meravigliarsene, visto che anche Satana finge dì essere un angelo.
15Quindi non è strano che i suoi aiutanti fingano di essere apostoli leali. Ma la loro fine sarà degna delle loro opere.
Le sofferenze dell'apostolo
16Lo ripeto: nessuno mi consideri pazzo. Oppure, se mi credete tale, sopportatemi come si sopporta un pazzo, perché anch'io possa vantarmi un poco.
17Quel che vi dico ora, mentre mi vanto, non piacerebbe al Signore; ma lo dico come parlerebbe un pazzo.
18Molti si vantano per motivi puramente umani; anch'io mi vanterò.
19Del resto, voi che siete saggi siete abituati a sopportare i pazzi.
20Infatti sopportate chi vi tratta come schiavi, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi vi maltratta e vi prende a schiaffi.
21Si vede che io sono stato troppo debole! Lo dico a mia vergogna. A ogni modo, se quelli osano vantarsi di qualcosa (parlo proprio da pazzo), mi vanterò anch'io.
22Essi sono Ebrei? Lo sono anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono discendenti di Abramo? Anch'io!
23Sono servi di Cristo? Ebbene, dirò uno sproposito: io lo sono più di loro. Io ho lavorato più di loro; sono stato in prigione più di loro; sono stato picchiato più di loro. Più di loro ho affrontato pericoli mortali:
24cinque volte ho ricevuto le trentanove frustate dagli Ebrei;
25tre volte sono stato bastonato dai Romani; una volta sono stato ferito a colpi di pietra; tre volte ho fatto naufragio, e una volta ho passato un giorno e una notte in balìa delle onde.
26E ancora: lunghi viaggi a piedi, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli da parte degli Ebrei e dei pagani, pericoli nelle città, nei luoghi deserti e sul mare, pericoli da parte dei falsi fratelli.
27Ho sopportato duri lavori ed estenuanti fatiche; ho trascorso molte notti senza potere dormire; ho patito la fame e la sete; parecchie volte sono stato costretto a digiunare; sono rimasto al freddo e non avevo di che coprirmi.
28E, oltre a tutto questo, ogni giorno ho avuto il peso delle preoccupazioni per tutte le comunità.
29Se qualcuno è in difficoltà, io soffro con lui. Se qualcuno è debole nella fede, io sono tormentato per lui.
30Se proprio bisogna vantarsi, io mi vanterò della mia debolezza.
31Dio, il Padre di Gesù Cristo, nostro Signore, - sia benedetto in eterno, - sa che dico la verità.
32Quando ero a Damasco, il governatore rappresentante del re Areta aveva fatto mettere delle guardie alle porte della città per catturarmi.
33Ma da una finestra io fui calato in una cesta all'esterno delle mura e così gli sfuggii di mano.
| (Testo CEI2008) 11 Paolo e i falsi apostoli
1 Se soltanto poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate.
2Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta.
3Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo.
4Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo.
5Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi superapostoli!
6E se anche sono un profano nell'arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi.
7O forse commisi una colpa abbassando me stesso per esaltare voi, quando vi ho annunciato gratuitamente il vangelo di Dio?
8Ho impoverito altre Chiese accettando il necessario per vivere, allo scopo di servire voi.
9E, trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato di peso ad alcuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire.
10Cristo mi è testimone: nessuno mi toglierà questo vanto in terra di Acaia!
11Perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio!
12Lo faccio invece, e lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano.
13Questi tali sono falsi apostoli, lavoratori fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo.
14Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce.
15Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere.
Le sofferenze dell'apostolo Paolo
16Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri un pazzo. Se no, ritenetemi pure come un pazzo, perché anch'io possa vantarmi un poco.
17Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare.
18Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch'io.
19Infatti voi, che pure siete saggi, sopportate facilmente gli stolti.
20In realtà sopportate chi vi rende schiavi, chi vi divora, chi vi deruba, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia.
21Lo dico con vergogna, come se fossimo stati deboli! Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi - lo dico da stolto - oso vantarmi anch'io.
22Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di Abramo? Anch'io!
23Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte.
24Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno;
25tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde.
26Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;
27disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità.
28Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.
29Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
30Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza.
31Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco.
32A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi,
33ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani.
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