| (Testo CEI74) 39 L'uomo è un nulla davanti a Dio
1Al maestro del coro, Iditun. Salmo. Di Davide.
2Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; porrò un freno alla mia bocca mentre l'empio mi sta dinanzi».
3Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
4Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è divampato il fuoco; allora ho parlato:
5«Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita».
6Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive,
7come ombra è l'uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
8Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza.
9Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto.
10Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci.
11Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano.
12Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio.
13Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri.
14Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e più non sia.
| (Testo TILC) 39 (38) Lamento sulla fragilità della vita
1Per il direttore del coro. Su melodia di 'Idutun'. Salmo di Davide.
2 Avevo detto: 'Starò attento: non peccherò parlando troppo, terrò a freno la mia lingua finché starò tra gente malvagia'.
3Mi sono chiuso nel silenzio, ho taciuto anche più del necessario, ma il mio dolore è diventato acuto.
4 Dentro di me avevo un gran fuoco, più pensavo e più mi sentivo scoppiare e così ho dovuto parlare:
5 'Signore, fammi conoscere la mia fine e quanto durano i miei giorni: saprò come è fragile la mia vita!
6La mia vita, l'hai resa ben corta, di fronte a te la sua durata è un nulla. Ogni uomo è come un soffio,
7 va e viene come un'ombra, la sua fatica è come un soffio, accumula ricchezze ma non sa a chi andranno'.
8Allora, Signore, cosa posso aspettarmi? Sei tu la mia unica speranza!
9 Liberami da tutti i miei peccati. Non espormi alla derisione degli sciocchi.
10Chiuso nel mio silenzio, non apro bocca, perché tutto è opera tua.
11Basta. Non tormentarmi più a lungo: sono sfinito sotto i colpi della tua mano.
12 Tu castighi l'uomo per le sue colpe e come un tarlo distruggi quel che ha di più caro: l'uomo è davvero come un soffio!
13 Ascolta la mia preghiera, Signore, tendi l'orecchio al mio grido, non essere insensibile alle mie lacrime. Perché presso di te sono solo un ospite, pellegrino, come i miei antenati.
14Distogli da me il tuo sguardo severo, perché io ritrovi il sorriso, prima di andarmene e non essere più.
| (Testo CEI2008) 39
La vita dell'uomo è solo un soffio
1 Al maestro del coro. A Iedutùn. Salmo. Di Davide.
2 Ho detto: «Vigilerò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; metterò il morso alla mia bocca finché ho davanti il malvagio».
3 Ammutolito, in silenzio, tacevo, ma a nulla serviva, e più acuta si faceva la mia sofferenza.
4 Mi ardeva il cuore nel petto; al ripensarci è divampato il fuoco. Allora ho lasciato parlare la mia lingua:
5 »Fammi conoscere, Signore, la mia fine, quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto fragile io sono».
6 Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni, è un nulla per te la durata della mia vita. Sì, è solo un soffio ogni uomo che vive.
7 Sì, è come un'ombra l'uomo che passa. Sì, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga.
8 Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza.
9 Liberami da tutte le mie iniquità, non fare di me lo scherno dello stolto.
10 Ammutolito, non apro bocca, perché sei tu che agisci.
11 Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano.
12 Castigando le sue colpe tu correggi l'uomo, corrodi come un tarlo i suoi tesori. Sì, ogni uomo non è che un soffio.
13 Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l'orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, perché presso di te io sono forestiero, ospite come tutti i miei padri.
14 Distogli da me il tuo sguardo: che io possa respirare, prima che me ne vada e di me non resti più nulla.
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