| (Testo CEI74) 23 6Paolo sapeva che nel sinedrio una parte era di sadducei e una parte di farisei; disse a gran voce: «Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei; io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti».
7Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i farisei e i sadducei e l'assemblea si divise.
8I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose.
9Ne nacque allora un grande clamore e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi in piedi, protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest'uomo. E se uno spirito o un angelo gli avesse parlato davvero?».
10La disputa si accese a tal punto che il tribuno, temendo che Paolo venisse linciato da costoro, ordinò che scendesse la truppa a portarlo via di mezzo a loro e ricondurlo nella fortezza.
11La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma».
| (Testo TILC) 23 6Paolo sapeva che i membri del tribunale ebraico erano di idee diverse: alcuni erano sadducei e altri farisei. Perciò esclamò dinanzi a loro: 'Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei e mi vogliono condannare perché spero nella risurrezione dei morti'.
7Queste parole di Paolo fecero scoppiare un contrasto tra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si trovò divisa.
8I sadducei infatti dicono che i morti non risorgono e che non esistono né angeli né spiriti. I farisei invece credono a tutte queste cose.
9Ci fu dunque una grande confusione. Poi alcuni maestri della Legge appartenenti al partito dei farisei si alzarono e protestarono: 'Noi non troviamo nulla di male in quest'uomo. Non potrebbe darsi che uno spirito o un angelo gli abbia parlato?'.
10A questo punto il contrasto si fece tanto forte che il comandante ordinò ai soldati di scendere nell'assemblea per portare via Paolo e ricondurlo in fortezza. Temeva infatti che Paolo venisse fatto a pezzi.
11La notte seguente il Signore apparve a Paolo e gli disse: 'Coraggio! Tu sei stato mio testimone a Gerusalemme: dovrai essere mio testimone anche a Roma'.
| (Testo CEI2008) 23 6Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti».
7Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e l'assemblea si divise.
8I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose.
9Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest'uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato».
10La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza.
11La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma».
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