| (Testo CEI2008) 1 Davide apprende della sconfitta d'Israele
1 Dopo la morte di Saul, Davide tornò dalla strage degli Amaleciti e rimase a Siklag due giorni.
2Al terzo giorno ecco arrivare un uomo dal campo di Saul con la veste stracciata e col capo cosparso di polvere. Appena giunto presso Davide, cadde a terra e si prostrò.
3Davide gli chiese: «Da dove vieni?». Rispose: «Sono fuggito dal campo d'Israele».
4Davide gli domandò: «Come sono andate le cose? Su, dammi notizie!». Rispose: «È successo che il popolo è fuggito nel corso della battaglia, molti del popolo sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio Giònata sono morti».
5Davide chiese ancora al giovane che gli portava le notizie: «Come sai che sono morti Saul e suo figlio Giònata?».
6Il giovane che recava la notizia rispose: «Ero capitato per caso sul monte Gèlboe e vidi Saul curvo sulla lancia: lo attaccavano carri e cavalieri.
7Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamò vicino. Dissi: «Eccomi!».
8Mi chiese: «Chi sei tu?». Gli risposi: «Sono un Amalecita».
9Mi disse: «Gèttati sopra di me e uccidimi: io sento i brividi, ma la vita è ancora tutta in me».
10Io gli fui sopra e lo uccisi, perché capivo che non sarebbe sopravvissuto alla sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la catenella che aveva al braccio e li ho portati qui al mio signore».
11Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini che erano con lui.
12Essi alzarono lamenti, piansero e digiunarono fino a sera per Saul e Giònata, suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d'Israele, perché erano caduti di spada.
13Davide chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di dove sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita».
14Davide gli disse allora: «Come non hai temuto di stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore?».
15Davide chiamò uno dei suoi giovani e gli disse: «Accòstati e aggrediscilo». Egli lo colpì subito e quegli morì.
16Davide gridò a lui: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha detto: «Io ho ucciso il consacrato del Signore!»».
Lamento di Davide su Saul e Giònata
17Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata
18e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda; è il canto dell'arco e si trova scritto nel libro del Giusto:
19«Il tuo vanto, Israele, sulle tue alture giace trafitto! Come sono caduti gli eroi?
20Non fatelo sapere in Gat, non l'annunciate per le vie di Àscalon, perché non ne facciano festa le figlie dei Filistei, non ne gioiscano le figlie dei non circoncisi!
21O monti di Gèlboe, non più rugiada né pioggia su di voi né campi da primizie, perché qui fu rigettato lo scudo degli eroi; lo scudo di Saul non fu unto con olio,
22ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi. O arco di Giònata! Non tornò mai indietro. O spada di Saul! Non tornava mai a vuoto.
23O Saul e Giònata, amabili e gentili, né in vita né in morte furono divisi; erano più veloci delle aquile, più forti dei leoni.
24Figlie d'Israele, piangete su Saul, che con delizia vi rivestiva di porpora, che appendeva gioielli d'oro sulle vostre vesti.
25Come son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia? Giònata, sulle tue alture trafitto!
26Una grande pena ho per te, fratello mio, Giònata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa, più che amore di donna.
27Come sono caduti gli eroi, sono perite le armi?».
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