| (Testo CEI2008) 10 Ansia di Tobi e di Anna
1 Frattanto ogni giorno Tobi contava le giornate, quante erano necessarie all'andata e quante al ritorno. Quando poi i giorni furono al termine e il figlio non era ancora tornato,
2pensò: «Che sia stato trattenuto là? O che sia morto Gabaèl e non c'è nessuno che gli dia il denaro?».
3E cominciò a rattristarsi.
4Sua moglie Anna diceva: «Mio figlio è morto e non è più tra i vivi». E cominciò a piangere e a lamentarsi sul proprio figlio, dicendo:
5«Ahimè, figlio, ti ho lasciato partire, tu che eri la luce dei miei occhi!».
6Le rispondeva Tobi: «Taci, non stare in pensiero, sorella; egli sta bene. Certo li trattiene là qualche fatto imprevisto. Del resto l'uomo che lo accompagnava è sicuro ed è uno dei nostri fratelli. Non affliggerti per lui, sorella; tra poco sarà qui».
7Ma lei replicava: «Lasciami stare e non ingannarmi! Mio figlio è morto». E subito usciva e osservava la strada per la quale era partito suo figlio; così faceva ogni giorno e non si fidava di nessuno. Quando il sole era tramontato, rientrava a piangere e a lamentarsi per tutta la notte e non prendeva sonno.
Il ritorno di Tobia
8Compiuti i quattordici giorni delle feste nuziali, quelli che Raguele con giuramento aveva stabilito di organizzare per la propria figlia, Tobia andò da lui e gli disse: «Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia madre non hanno più speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di volermi congedare, perché possa tornare da mio padre. Già ti ho spiegato in quale condizione l'ho lasciato».
9Rispose Raguele a Tobia: «Resta, figlio, resta con me. Manderò messaggeri a tuo padre Tobi, perché gli portino tue notizie». Ma egli disse: «No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre».
10Allora Raguele, alzatosi, consegnò a Tobia la sposa Sara con metà dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti, denaro e suppellettili.
11Li congedò in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: «Sta' sano, figlio, e fa' buon viaggio! Il Signore del cielo vi assista, te e tua moglie Sara, e possa io vedere i vostri figli prima di morire».
12Poi disse a Sara sua figlia: «Va' dai tuoi suoceri, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita. Va' in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo, finché sarò in vita». Dopo averli salutati, li congedò.
13Edna disse a Tobia: «Figlio e fratello carissimo, il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di Sara, mia figlia, prima di morire. Davanti al Signore ti affido mia figlia in custodia. Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita. Figlio, va' in pace. D'ora in avanti io sono tua madre e Sara è tua sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna per tutti i giorni della nostra vita». Li baciò tutti e due e li congedò sani e salvi.
14Allora Tobia partì da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo il Signore del cielo e della terra, il re dell'universo, perché aveva dato buon esito al suo viaggio. Raguele gli disse: «Possa tu avere la fortuna di onorare i tuoi genitori tutti i giorni della loro vita».
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