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(Testo CEI2008)

16
Le creature come castigo e beneficio: le quaglie

Per questo furono giustamente puniti con esseri simili
e torturati con una moltitudine di bestie.
Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito
gli preparasti come cibo quaglie dal gusto insolito,
perché quelli che desideravano cibo,
a causa del ribrezzo per gli animali inviati contro di loro,
perdessero anche l'istinto della fame,
mentre questi, rimasti privi di cibo per un breve periodo,
provassero un gusto insolito.
Era necessario che su quei tiranni
si abbattesse una carestia implacabile
e a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.

Serpenti, cavallette, mosconi

Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e venivano distrutti per i morsi di serpenti sinuosi,
la tua collera non durò sino alla fine.
Per correzione furono turbati per breve tempo,
ed ebbero un segno di salvezza
a ricordo del precetto della tua legge.
Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato
non per mezzo dell'oggetto che vedeva,
ma da te, salvatore di tutti.
Anche in tal modo hai persuaso i nostri nemici
che sei tu colui che libera da ogni male.
Essi infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e mosconi,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché la tua misericordia venne loro incontro e li guarì.
Perché ricordassero le tue parole,
venivano feriti ed erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
Non li guarì né un'erba né un unguento,
ma la tua parola, o Signore, che tutto risana.
Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte,
conduci alle porte del regno dei morti e fai risalire.
L'uomo uccide con la sua malvagità,
ma non può far ritornare uno spirito che se n'è andato,
né libera un'anima già accolta nel regno dei morti.

La grandine e la pioggia

È impossibile sfuggire alla tua mano:
perciò gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono fustigati dalla forza del tuo braccio,
perseguitati da piogge strane, da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e consumati dal fuoco.
E, cosa più sorprendente, nell'acqua che tutto spegne
il fuoco prendeva sempre più forza,
perché alleato dei giusti è l'universo.
Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tale vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
Altre volte, anche in mezzo all'acqua,
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.

La manna

Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli,
dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli,
si adattava al gusto di chi ne mangiava,
si trasformava in ciò che ognuno desiderava.

Neve, acqua e fuoco

Neve e ghiaccio resistevano al fuoco e non si fondevano,
perché sapessero che il fuoco, che ardeva nella grandine
e lampeggiava nelle piogge, distruggeva i frutti dei nemici;
al contrario, perché i giusti si nutrissero,
dimenticava perfino la propria forza.
La creazione infatti, obbedendo a te che l'hai fatta,
si irrigidisce per punire gli ingiusti
e si addolcisce a favore di quelli che confidano in te.
Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
era al servizio del tuo dono che nutre tutti,
secondo il desiderio di chi ti pregava,
perché i tuoi figli, che hai amato, o Signore,
imparassero che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola tiene in vita coloro che credono in te.
Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
perché fosse noto che si deve prevenire il sole per renderti grazie
e incontrarti al sorgere della luce,
poiché la speranza dell'ingrato si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.

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