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(Testo CEI2008)

14
La salvezza di chi naviga viene solo da Dio

Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
invoca un legno più fragile dell'imbarcazione che lo porta.
Questa infatti fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
ma la tua provvidenza, o Padre, la pilota,
perché tu tracciasti un cammino anche nel mare
e un sentiero sicuro anche fra le onde,
mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano la loro vita anche a un minuscolo legno
e, avendo attraversato i flutti su una zattera, furono salvati.
Infatti, anche in principio, mentre perivano i superbi giganti,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una zattera
e guidata dalla tua mano,
lasciò al mondo un seme di nuove generazioni.
Benedetto è il legno per mezzo del quale si compie la giustizia,
maledetto invece l'idolo, opera delle mani, e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha preparato,
quello perché, pur essendo corruttibile, è stato chiamato dio.
Perché a Dio sono ugualmente in odio l'empio e la sua empietà;
l'opera sarà punita assieme a chi l'ha compiuta.
Perciò ci sarà un giudizio anche per gli idoli delle nazioni,
perché fra le creature di Dio sono diventati oggetto di ribrezzo,
e inciampo per le anime degli uomini,
e laccio per i piedi degli stolti.

Origine dell'idolatria

Infatti l'invenzione degli idoli fu l'inizio della fornicazione,
la loro scoperta portò alla corruzione della vita.
Essi non esistevano dall'inizio e non esisteranno in futuro.
Entrarono nel mondo, infatti, per la vana ambizione degli uomini,
per questo è stata decretata loro una brusca fine.
Un padre, consumato da un lutto prematuro,
avendo fatto un'immagine del figlio così presto rapito,
onorò come un dio un uomo appena morto
e ai suoi subalterni ordinò misteri e riti d'iniziazione;
col passare del tempo l'empia usanza si consolidò
e fu osservata come una legge.
Anche per ordine dei sovrani
le immagini scolpite venivano fatte oggetto di culto;
alcuni uomini, non potendo onorarli di persona perché distanti,
avendo riprodotto le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, come fosse presente.
A estendere il culto anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
Questi infatti, desideroso senz'altro di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
ma la folla, attratta dal fascino dell'opera,
considerò oggetto di adorazione
colui che poco prima onorava come uomo.
Divenne un'insidia alla vita il fatto che uomini,
resi schiavi della disgrazia e del potere,
abbiano attribuito a pietre o a legni il nome incomunicabile.

L'idolatria è causa di ogni male

Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio,
ma, vivendo nella grande guerra dell'ignoranza,
a mali tanto grandi danno il nome di pace.
Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti
o banchetti orgiastici secondo strane usanze,
non conservano puri né la vita né il matrimonio,
ma uno uccide l'altro a tradimento o l'affligge con l'adulterio.
Tutto vi è mescolato:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro,
sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia.
L'adorazione di idoli innominabili
è principio, causa e culmine di ogni male.
Infatti coloro che sono idolatri
vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
Ponendo fiducia in idoli inanimati,
non si aspettano un castigo per aver giurato il falso.
Ma, per l'uno e per l'altro motivo, li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un'idea falsa di Dio, rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode, disprezzando la santità.
Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma la giustizia che punisce i peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.

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