| (Testo CEI2008) 4 L'oppressione
1Tornai poi a considerare tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole. Ecco le lacrime degli oppressi e non c'è chi li consoli; dalla parte dei loro oppressori sta la violenza, ma non c'è chi li consoli.
2Allora ho proclamato felici i morti, ormai trapassati, più dei viventi che sono ancora in vita;
3ma più felice degli uni e degli altri chi ancora non esiste, e non ha visto le azioni malvagie che si fanno sotto il sole.
La fatica del lavoro
4Ho osservato anche che ogni fatica e ogni successo ottenuto non sono che invidia dell'uno verso l'altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
5Lo stolto incrocia le sue braccia e divora la sua carne.
6Meglio una manciata guadagnata con calma che due manciate con tormento e una corsa dietro al vento.
La solitudine
7E tornai a considerare quest'altra vanità sotto il sole:
8il caso di chi è solo e non ha nessuno, né figlio né fratello. Eppure non smette mai di faticare, né il suo occhio è mai sazio di ricchezza: «Per chi mi affatico e mi privo dei beni?». Anche questo è vanità e un'occupazione gravosa.
9Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica.
10Infatti, se cadono, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.
11Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi?
12Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto.
Il potere
13Meglio un giovane povero ma accorto, che un re vecchio e stolto, che non sa più accettare consigli.
14Il giovane infatti può uscire di prigione ed essere fatto re, anche se, mentre quello regnava, era nato povero.
15Ho visto tutti i viventi che si muovono sotto il sole stare con quel giovane, che era subentrato al re.
16Era una folla immensa quella che gli stava davanti. Ma coloro che verranno dopo non si rallegreranno neppure di lui. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.
Fedeltà alle promesse fatte a Dio
17Bada ai tuoi passi quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicìnati per ascoltare piuttosto che offrire sacrifici, come fanno gli stolti, i quali non sanno di fare del male.
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