| (Testo CEI2008) 6 Conclusione dei lavori
1 Quando Sanballàt, Tobia e Ghesem, l'Arabo, e gli altri nostri nemici sentirono che io avevo edificato le mura e che non vi era più rimasta alcuna breccia, sebbene a quel momento ancora non avessi messo i battenti alle porte,
2Sanballàt e Ghesem mi mandarono a dire: «Vieni, incontriamoci a Chefirìm, nella valle di Ono». Essi pensavano di farmi del male.
3Ma io inviai loro messaggeri a dire: «Sto facendo un gran lavoro e non posso scendere: perché dovrebbe interrompersi il lavoro, mentre io lo lascio per scendere da voi?».
4Essi mandarono quattro volte a dirmi la stessa cosa e io risposi nello stesso modo.
5Allora Sanballàt, per la quinta volta, mi mandò a dire la stessa cosa per mezzo del suo servo, che aveva in mano una lettera aperta,
6nella quale stava scritto: «Si sente dire fra queste nazioni, e Gasmu lo afferma, che tu e i Giudei meditate di ribellarvi e perciò tu costruisci le mura e, secondo queste voci, tu diventeresti loro re
7e avresti inoltre stabilito profeti, perché proclamino di te a Gerusalemme: «Vi è un re in Giuda!». Ora questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque e consultiamoci insieme».
8Ma io gli feci rispondere: «Non è come tu dici. Tu inventi!».
9Tutta quella gente infatti ci voleva impaurire e diceva: «Le loro mani desisteranno e il lavoro non si farà». Io invece irrobustii le mie mani!
10Io andai a casa di Semaià, figlio di Delaià, figlio di Meetabèl, perché era impedito; egli disse: «Troviamoci insieme nel tempio, dentro il santuario, e chiudiamo le porte del santuario, perché verranno ad ucciderti; di notte verranno ad ucciderti».
11Ma io risposi: «Un uomo come me può darsi alla fuga? E chi nella mia condizione entrerebbe nel santuario per salvare la vita? No, non entrerò».
12Compresi che non era mandato da Dio, ma aveva pronunciato quella profezia a mio danno, perché Tobia e Sanballàt l'avevano pagato.
13Era stato pagato per impaurirmi e indurmi ad agire in quel modo e a peccare, così avrebbero avuto un capo di accusa per screditarmi.
14Mio Dio, ricòrdati di Tobia e di Sanballàt, per queste loro opere, e anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che cercavano di spaventarmi!
15Le mura furono condotte a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni.
16Quando lo seppero, tutti i nostri nemici ebbero paura, tutte le nazioni che stavano intorno a noi si sentirono molto umiliate e dovettero riconoscere che quest'opera si era compiuta per l'intervento del nostro Dio.
17In quei giorni i notabili di Giuda mandavano frequenti lettere a Tobia e da Tobia ne ricevevano;
18infatti molti in Giuda erano suoi alleati, perché egli era genero di Secania, figlio di Arach, e suo figlio Giovanni aveva sposato la figlia di Mesullàm, figlio di Berechia.
19Anche in mia presenza parlavano bene di lui e gli riferivano le mie parole, mentre Tobia mandava lettere per intimorirmi.
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