| (Testo CEI2008) 4 PRIMO DISCORSO DI ELIFAZ
1 Elifaz di Teman prese a dire:
Dio punisce i cattivi e corregge i buoni
2«Se uno tenta di parlare, ti sarà gravoso? Ma chi può trattenere le parole?
3Ecco, sei stato maestro di molti e a mani stanche hai ridato vigore;
4le tue parole hanno sorretto chi vacillava e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
5Ma ora che questo accade a te, ti è gravoso; capita a te e ne sei sconvolto.
6La tua pietà non era forse la tua fiducia, e la tua condotta integra la tua speranza?
7Ricordalo: quale innocente è mai perito e quando mai uomini retti furono distrutti?
8Per quanto io ho visto, chi ara iniquità e semina affanni, li raccoglie.
9A un soffio di Dio periscono e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
10Ruggisce il leone, urla la belva, e i denti dei leoncelli si frantumano;
11il leone perisce per mancanza di preda, e i figli della leonessa si disperdono.
L'uomo non può essere giusto davanti a Dio
12A me fu recata, furtiva, una parola e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
13Negli incubi delle visioni notturne, quando il torpore grava sugli uomini,
14terrore mi prese e spavento, che tutte le ossa mi fece tremare;
15un vento mi passò sulla faccia, sulla pelle mi si drizzarono i peli.
16Stava là uno, ma non ne riconobbi l'aspetto, una figura era davanti ai miei occhi. Poi udii una voce sommessa:
17«Può l'uomo essere più retto di Dio, o il mortale più puro del suo creatore?
18Ecco, dei suoi servi egli non si fida e nei suoi angeli trova difetti,
19quanto più in coloro che abitano case di fango, che nella polvere hanno il loro fondamento! Come tarlo sono schiacciati,
20sono annientati fra il mattino e la sera, senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
21Non viene forse strappata la corda della loro tenda, sicché essi muoiono, ma senza sapienza?».
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