| (Testo CEI2008) 6 Io sono del mio amato e il mio amato è mio
1Dov'è andato il tuo amato, tu che sei bellissima tra le donne? Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato, perché lo cerchiamo con te?
2L'amato mio è sceso nel suo giardino fra le aiuole di balsamo, a pascolare nei giardini e a cogliere gigli.
3Io sono del mio amato e il mio amato è mio; egli pascola tra i gigli.
QUINTO POEMA
Il fascino dell'amata
4Tu sei bella, amica mia, come la città di Tirsa, incantevole come Gerusalemme, terribile come un vessillo di guerra.
5Distogli da me i tuoi occhi, perché mi sconvolgono. Le tue chiome sono come un gregge di capre che scendono dal Gàlaad.
6I tuoi denti come un gregge di pecore che risalgono dal bagno; tutte hanno gemelli, nessuna di loro è senza figli.
7Come spicchio di melagrana è la tua tempia, dietro il tuo velo.
8Siano pure sessanta le mogli del re, ottanta le concubine, innumerevoli le ragazze!
9Ma unica è la mia colomba, il mio tutto, unica per sua madre, la preferita di colei che l'ha generata. La vedono le giovani e la dicono beata. Le regine e le concubine la coprono di lodi:
10«Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come un vessillo di guerra?».
11Nel giardino dei noci io sono sceso, per vedere i germogli della valle e osservare se la vite metteva gemme e i melograni erano in fiore.
12Senza che me ne accorgessi, il desiderio mi ha posto sul cocchio del principe del mio popolo.
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