Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde DO255 ;
E' sempre buona cosa per noi ascoltare l'incoraggiamento del Signore. "Coraggio, Zorobabele; coraggio, Giosuè, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese, e al lavoro, perché io sono con voi". Non c'è incoraggiamento maggiore di questo, né più efficace: "Io sono con voi. il mio Spirito sarà con voi, non temete".
Se vogliamo sapere in quale condizione Dio lavorerà con noi, dobbiamo riflettere sulle due lettere di oggi, che in un certo senso sono complementari. Esse mi fanno pensare alle regole date da sant'Ignazio per il tempo della desolazione e per il tempo della consolazione: quando ci si sente consolati, pieni di coraggio e di ottimismo, bisogna pensare alle difficoltà che verranno, alla desolazione che verrà e prepararsi ad affrontarle. il Vangelo va in questa direzione, è un Vangelo di consolazione, poiché è la rivelazione del Messia. Gesù provoca la dichiarazione entusiasta dei suoi discepoli: "Tu sei il Cristo di Dio!". Ma subito dopo proibisce di dirlo e rivela di dover percorrere una strada di sofferenza e di morte.
Questa è la lezione della prima lettura. Siamo in un momento di scoraggiamento: "Chi di voi è ancora in vita che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla?".
I Giudei sono ritornati con grandi progetti, con grandi ambizioni. Venivano per ricostruire il tempio di Dio, e la loro fantasia era piena delle descrizioni del tempio di Salomone e della sua gloria. Non solo, ma fra loro c'erano dei vecchi che una sessantina di anni prima avevano visto quel tempio prima che venisse distrutto ed ora erano delusi di come le cose stavano andando. La ricostruzione era stata intralciata da mille difficoltà, noti c'erano i mezzi per fare qualcosa di grande e di bello e il profeta lo constata:
"Non è forse ridotta a un nulla?". E tuttavia, in queste circostanze desolanti, arriva a tutti un messaggio di consolazione: "Coraggio dice Dio io sono con voi, io lavoro con voi".
Per capire questo oracolo di Dio bisogna riferirci ancora al Vangelo e al mistero di Cristo.
Non è soltanto questione di circostanze esterne noti favorevoli; è veramente necessario che il tempio sia ricostruito nell'umiltà e in una certa angustia. "Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto": è una necessità. Bisogna che sia rifiutato, messo a morte e che risusciti il terzo giorno. La profezia di Aggeo si realizza veramente nel nuovo tempio che è il corpo di Cristo, il vero tempio di Dio. È nel corpo di Cristo che possiamo incontrare Dio. Non solo, ma possiamo tutti insieme formare, nel corpo di Cristo, il vero tempio di Dio.