Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde DO253 ;
La costruzione della casa di Dio non è opera umana; edificare la Chiesa non è in potere degli uomini: solo Gesù ha questo potere, e lo trasmette ai Dodici: "Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi". Ma perché sia chiaro che la loro non sarà opera umana, chiede di non preoccuparsi di nulla, neppure di ciò che sembra indispensabile: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche...".
La prima lettura ci mostra anche un altro aspetto. La costruzione è opera divina; noi dobbiamo portare come fondamento l'umile confessione dei nostri peccati: "Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, perché le nostre colpe si sono moltiplicate". E questa la condizione per "rialzare la casa di Dio", per "restaurare le sue rovine". Se mancano l'umiltà e il dolore per i peccati l'opera divina non si può effettuare e si avrà solo uno sterile tentativo umano. Se invece poniamo le autentiche fondamenta dell'umiltà e del pentimento, Dio può costruire e lo fa con la munificenza della sua misericordia. Ecco perché il salmo responsoriale ci invita:
"Contemplate quel che il Signore ha fatto per voi, e ringraziatelo con tutto il vostro cuore".
Non c'è nessuno che non possa contribuire all'edificazione della Chiesa con l'umile offerta del suo dolore per le proprie mancanze, i propri peccati e soprattutto con la sua fiducia nella misericordia divina, che può a queste condizioni fare dell'insufficienza umana fondamento per la sua meravigliosa opera.