B I B B I A .net   > Bibbia CEI 2008 > Bibbia CEI 1974 > La Bibbia TILC

Antico Gen Es Lv Nm Dt - Gios Gdc Rut 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Nee Tob Gdt Est 1Mac 2Mac
Testam. Gb Sal Prv Qo Cant Sap Sir - Is Ger Lam Bar Ez Dan Os Gioe Am Abd Gion Mich Naum Abac Sof Agg Zacc Mal

NuovoT. Mt Mc Lc Gv - At - Rom 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tit Flm Ebr - Giac 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd - Ap

(Versione sperimentale)
Ricerca per citazione:
CEI 2008:   CEI 74:   TILC:    Mostra N.Versetto:     

Ricerca per parola:
cerca all'interno di
CEI 2008:   CEI 74:   TILC:    Mostra N.Versetto:     
 
hai cercato VA
  la ricerca ha riportato 500 risultati  

(Testo CEI2008)

Gen 1,2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Gen 1,20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo».
Gen 1,24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne.
Gen 1,25 Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.

Gen 1,26 Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».


Gen 1,30 A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.
Gen 1,31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Gen 2,2 Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.
Gen 2,3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando.

Gen 2,5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo,
Gen 2,6 ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo.
Gen 2,8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
Gen 2,10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.
Gen 2,11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l'oro
Gen 2,12 e l'oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d'ònice.
Gen 2,15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

Gen 2,19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
Gen 2,20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l'uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Gen 2,22 Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
Gen 2,25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.



Gen 3,1 Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: «Non dovete mangiare di alcun albero del giardino»?».
Gen 3,8 Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
Gen 3,14 Allora il Signore Dio disse al serpente:

«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.

Gen 3,20 L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Gen 3,22 Poi il Signore Dio disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre!».
Gen 4,1 Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore».
Gen 4,7 Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai».

Gen 4,21 Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto.
Gen 5,3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò un figlio a sua immagine, secondo la sua somiglianza, e lo chiamò Set.
Gen 5,6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos;
Gen 5,9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan;
Gen 5,12 Kenan aveva settanta anni quando generò Maalalèl;
Gen 5,15 Maalalèl aveva sessantacinque anni quando generò Iered;
Gen 5,17 L'intera vita di Maalalèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.

Gen 5,18 Iered aveva centosessantadue anni quando generò Enoc;
Gen 5,21 Enoc aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme.
Gen 5,24 Enoc camminò con Dio, poi scomparve perché Dio l'aveva preso.

Gen 5,25 Matusalemme aveva centoottantasette anni quando generò Lamec;
Gen 5,28 Lamec aveva centoottantadue anni quando generò un figlio
Gen 5,30 Lamec, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie.
Gen 5,32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.



Gen 6,4 C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

Gen 6,5 Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre.
Gen 6,9 Questa è la discendenza di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio.
Gen 6,11 Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
Gen 6,12 Dio guardò la terra ed ecco, essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.

Gen 6,19 Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.
Gen 6,20 Degli uccelli, secondo la loro specie, del bestiame, secondo la propria specie, e di tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie, due di ognuna verranno con te, per essere conservati in vita.
Gen 6,22 Noè eseguì ogni cosa come Dio gli aveva comandato: così fece.



Gen 7,3 Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra.
Gen 7,5 Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.

Gen 7,6 Noè aveva seicento anni quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra.
Gen 7,9 un maschio e una femmina entrarono, a due a due, nell'arca, come Dio aveva comandato a Noè.

Gen 7,16 Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui.

Gen 7,17 Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca, che s'innalzò sulla terra.
Gen 7,18 Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque.
Gen 7,20 Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.

Gen 7,23 Così fu cancellato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo; essi furono cancellati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.
Gen 8,6 Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell'arca
Gen 8,9 ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca.
Gen 8,11 e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra.
Gen 9,10 con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra.
Gen 9,11 Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».

Gen 9,20 Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna.
Gen 9,22 Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori.
Gen 9,24 Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore;
Gen 10,2 I figli di Iafet: Gomer, Magòg, Madai, Iavan, Tubal, Mesec e Tiras.
Gen 10,4 I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, i Chittìm e i Dodanìm.
Gen 10,5 Da costoro derivarono le genti disperse per le isole, nei loro territori, ciascuna secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle rispettive nazioni.

Gen 10,9 Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò si dice: «Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore».
Gen 10,18 l'Arvadeo, il Semareo e il Camateo. In seguito si dispersero le famiglie dei Cananei.
Gen 10,19 Il confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di Gerar fino a Gaza, poi in direzione di Sòdoma, Gomorra, Adma e Seboìm fino a Lesa.
Gen 11,1 Tutta la terra aveva un'unica lingua e uniche parole.
Gen 11,5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo.
Gen 11,10 Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando generò Arpacsàd, due anni dopo il diluvio;
Gen 11,12 Arpacsàd aveva trentacinque anni quando generò Selach;
Gen 11,14 Selach aveva trent'anni quando generò Eber;
Gen 11,16 Eber aveva trentaquattro anni quando generò Peleg;
Gen 11,18 Peleg aveva trent'anni quando generò Reu;
Gen 11,20 Reu aveva trentadue anni quando generò Serug;
Gen 11,22 Serug aveva trent'anni quando generò Nacor;
Gen 11,24 Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach;
Gen 11,26 Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor e Aran.

Gen 11,29 Abram e Nacor presero moglie; la moglie di Abram si chiamava Sarài e la moglie di Nacor Milca, che era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca.
Gen 11,30 Sarài era sterile e non aveva figli.

Gen 11,31 Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè di suo figlio, e Sarài sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nella terra di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.

Gen 12,1 Il Signore disse ad Abram:

«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.

Gen 12,4 Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.
Gen 12,5 Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan
Gen 12,6 e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei.

Gen 12,10 Venne una carestia nella terra e Abram scese in Egitto per soggiornarvi, perché la carestia gravava su quella terra.
Gen 12,13 Di', dunque, che tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per causa tua e io viva grazie a te».

Gen 12,15 La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone.
Gen 12,19 Perché hai detto: «È mia sorella», così che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vattene!».
Gen 13,4 il luogo dove prima aveva costruito l'altare: lì Abram invocò il nome del Signore.

Gen 13,5 Ma anche Lot, che accompagnava Abram, aveva greggi e armenti e tende,
Gen 13,6 e il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme.
Gen 13,7 Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram e i mandriani di Lot. I Cananei e i Perizziti abitavano allora nella terra.
Gen 13,9 Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra».

Gen 13,10 Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra - come il giardino del Signore, come la terra d'Egitto fino a Soar.
Gen 13,11 Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro:
Gen 13,12 Abram si stabilì nella terra di Canaan e Lot si stabilì nelle città della valle e piantò le tende vicino a Sòdoma.
Gen 13,13 Ora gli uomini di Sòdoma erano malvagi e peccavano molto contro il Signore.

Gen 14,3 Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddìm, cioè del Mar Morto.
Gen 14,5 Nell'anno quattordicesimo arrivarono Chedorlaòmer e i re che erano con lui e sconfissero i Refaìm ad Astarot-Karnàim, gli Zuzìm ad Am, gli Emìm a Save-Kiriatàim
Gen 14,7 Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispàt, cioè Kades, e devastarono tutto il territorio degli Amaleciti e anche degli Amorrei che abitavano a Casesòn-Tamar.
Gen 14,8 Allora il re di Sòdoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Seboìm e il re di Bela, cioè Soar, uscirono e si schierarono a battaglia nella valle di Siddìm, contro di essi,
Gen 14,10 La valle di Siddìm era piena di pozzi di bitume; messi in fuga, il re di Sòdoma e il re di Gomorra vi caddero dentro, mentre gli altri fuggirono sulla montagna.
Gen 14,11 Gli invasori presero tutti i beni di Sòdoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono.
Gen 14,12 Prima di andarsene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abram, e i suoi beni: egli risiedeva appunto a Sòdoma.

Gen 14,13 Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abram l'Ebreo, che si trovava alle Querce di Mamre l'Amorreo, fratello di Escol e fratello di Aner, i quali erano alleati di Abram.
Gen 14,17 Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaòmer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella valle di Save, cioè la valle del Re.
Gen 14,22 Ma Abram disse al re di Sòdoma: «Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra:
Gen 15,2 Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Elièzer di Damasco».
Gen 15,12 Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Gen 16,1 Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar,
Gen 16,2 Sarài disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Abram ascoltò l'invito di Sarài.
Gen 16,3 Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l'Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito.
Gen 16,5 Allora Sarài disse ad Abram: «L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!».
Gen 16,6 Abram disse a Sarài: «Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace». Sarài allora la maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza.
Gen 16,8 e le disse: «Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài».
Gen 16,12 Egli sarà come un asino selvatico;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui,
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli».


Gen 16,13 Agar, al Signore che le aveva parlato, diede questo nome: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Non ho forse visto qui colui che mi vede?».
Gen 16,14 Per questo il pozzo si chiamò pozzo di Lacai-Roì; è appunto quello che si trova tra Kades e Bered.
Gen 16,15 Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito.
Gen 16,16 Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.



Gen 17,1 Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:

«Io sono Dio l'Onnipotente:
cammina davanti a me
e sii integro.

Gen 17,9 Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione.
Gen 17,10 Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio.
Gen 17,17 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: «A uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di novant'anni potrà partorire?».
Gen 17,18 Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!».
Gen 17,22 Dio terminò così di parlare con lui e lasciò Abramo, levandosi in alto.

Gen 17,23 Allora Abramo prese Ismaele, suo figlio, e tutti i nati nella sua casa e tutti quelli comprati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro prepuzio in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto.
Gen 17,24 Abramo aveva novantanove anni, quando si fece circoncidere la carne del prepuzio.
Gen 17,25 Ismaele, suo figlio, aveva tredici anni quando gli fu circoncisa la carne del prepuzio.
Gen 18,1 Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno.
Gen 18,2 Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra,
Gen 18,3 dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.
Gen 18,4 Si vada a prendere un po' d'acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero.
Gen 18,8 Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono.

Gen 18,10 Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda, dietro di lui.
Gen 18,11 Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne.
Gen 18,12 Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!».
Gen 18,15 Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma egli disse: «Sì, hai proprio riso».

Gen 18,16 Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.
Gen 18,17 Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare,
Gen 18,19 Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso».
Gen 18,22 Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Gen 18,24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?
Gen 19,1 I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra.
Gen 19,4 Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono attorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo.
Gen 19,9 Ma quelli risposero: «Tìrati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro Lot, si fecero avanti per sfondare la porta.
Gen 19,11 colpirono di cecità gli uomini che erano all'ingresso della casa, dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta.

Gen 19,13 Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli».
Gen 19,14 Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!». Ai suoi generi sembrò che egli volesse scherzare.

Gen 19,16 Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
Gen 19,17 Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!».
Gen 19,19 Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia.
Gen 19,20 Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù - non è una piccola cosa? - e così la mia vita sarà salva».
Gen 19,22 Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar.

Gen 19,23 Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar,
Gen 19,25 Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.
Gen 19,28 contemplò dall'alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

Gen 19,29 Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.

Gen 19,30 Poi Lot partì da Soar e andò ad abitare sulla montagna con le sue due figlie, perché temeva di restare a Soar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie.
Gen 19,34 All'indomani la maggiore disse alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e va' tu a coricarti con lui; così daremo vita a una discendenza da nostro padre».
Gen 20,2 Siccome Abramo aveva detto della moglie Sara: «È mia sorella», Abimèlec, re di Gerar, mandò a prendere Sara.
Gen 20,15 Inoltre Abimèlec disse: «Ecco davanti a te il mio territorio: va' ad abitare dove ti piace!».
Gen 20,18 Il Signore, infatti, aveva reso sterili tutte le donne della casa di Abimèlec, per il fatto di Sara, moglie di Abramo.



Gen 21,1 Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso.
Gen 21,2 Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato.
Gen 21,3 Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.
Gen 21,4 Abramo circoncise suo figlio Isacco quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato.
Gen 21,5 Abramo aveva cento anni quando gli nacque il figlio Isacco.
Gen 21,9 Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che lei aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco.
Gen 21,10 Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco».
Gen 21,12 Ma Dio disse ad Abramo: «Non sembri male ai tuoi occhi questo, riguardo al fanciullo e alla tua schiava: ascolta la voce di Sara in tutto quello che ti dice, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe.
Gen 21,13 Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua discendenza».

Gen 21,16 e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!». Sedutasi di fronte, alzò la voce e pianse.
Gen 21,17 Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova.
Gen 21,25 Ma Abramo rimproverò Abimèlec a causa di un pozzo d'acqua, che i servi di Abimèlec avevano usurpato.
Gen 21,30 Rispose: «Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché ciò mi valga di testimonianza che ho scavato io questo pozzo».
Gen 22,1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!».
Gen 22,2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».

Gen 22,3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
Gen 22,9 Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna.
Gen 22,20 Dopo queste cose, fu annunciato ad Abramo che anche Milca aveva partorito figli a Nacor, suo fratello:
Gen 23,7 Abramo si alzò, si prostrò davanti al popolo della regione, davanti agli Ittiti,
Gen 23,10 Ora Efron stava seduto in mezzo agli Ittiti. Efron l'Ittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Ittiti, quanti erano convenuti alla porta della sua città, e disse:
Gen 23,11 «Ascolta me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto».
Gen 23,13 Parlò a Efron, mentre lo ascoltava il popolo della regione, e disse: «Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il prezzo del campo. Accettalo da me, così là seppellirò il mio morto».
Gen 23,15 «Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di quattrocento sicli d'argento che cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto».

Gen 23,16 Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò a Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Ittiti, cioè quattrocento sicli d'argento, secondo la misura in corso sul mercato.
Gen 23,17 Così il campo di Efron, che era a Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite
Gen 23,20 Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Ittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale.



Gen 24,1 Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto.
Gen 24,2 Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia
Gen 24,7 Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: «Alla tua discendenza darò questa terra», egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio.
Gen 24,15 Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era figlia di Betuèl, figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla.
Gen 24,21 Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio.

Gen 24,29 Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse fuori da quell'uomo al pozzo.
Gen 24,30 Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così mi ha parlato quell'uomo», andò da lui, che stava ancora presso i cammelli vicino al pozzo.
Gen 24,32 Allora l'uomo entrò in casa e Làbano tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini.
Gen 24,33 Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse: «Non mangerò, finché non avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Di' pure».

Gen 24,42 Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, se tu vorrai dare buon esito al viaggio che sto compiendo,
Gen 24,43 ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora,
Gen 24,48 Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone.
Gen 24,51 Ecco Rebecca davanti a te: prendila, va' e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore».

Gen 24,52 Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti al Signore.
Gen 24,62 Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roì; abitava infatti nella regione del Negheb.
Gen 24,63 Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli.
Gen 24,66 Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto.
Gen 25,1 Abramo prese un'altra moglie, che aveva nome Keturà.
Gen 25,6 Invece ai figli delle concubine, che aveva avuto, Abramo fece doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale.

Gen 25,10 È appunto il campo che Abramo aveva comprato dagli Ittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie Sara.
Gen 25,12 Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di Abramo, che gli aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara.
Gen 25,19 Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco.
Gen 25,20 Isacco aveva quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano, l'Arameo.
Gen 25,22 Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore.
Gen 25,26 Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero.

Gen 25,27 I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende.
Gen 25,28 Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe.

Gen 25,29 Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito.
Gen 25,34 Giacobbe diede a Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.



Gen 26,5 perché Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi».

Gen 26,7 Gli uomini del luogo gli fecero domande sulla moglie, ma egli disse: «È mia sorella»; infatti aveva timore di dire: «È mia moglie», pensando che gli uomini del luogo lo avrebbero potuto uccidere a causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.

Gen 26,10 Riprese Abimèlec: «Perché ti sei comportato così con noi? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie e tu attirassi su di noi una colpa».
Gen 26,12 Isacco fece una semina in quella terra e raccolse quell'anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto.
Gen 26,14 possedeva greggi e armenti e numerosi schiavi, e i Filistei cominciarono a invidiarlo.

Gen 26,15 Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi di Abramo, suo padre, i Filistei li avevano chiusi riempiendoli di terra.
Gen 26,16 Abimèlec disse a Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi».
Gen 26,18 Isacco riattivò i pozzi d'acqua, che avevano scavato i servi di suo padre, Abramo, e che i Filistei avevano chiuso dopo la morte di Abramo, e li chiamò come li aveva chiamati suo padre.
Gen 26,19 I servi di Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua viva.
Gen 26,20 Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco, dicendo: «L'acqua è nostra!». Allora egli chiamò il pozzo Esek, perché quelli avevano litigato con lui.
Gen 26,21 Scavarono un altro pozzo, ma quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna.
Gen 26,25 Allora egli costruì in quel luogo un altare e invocò il nome del Signore. Lì piantò la tenda, e i servi di Isacco scavarono un pozzo.

Gen 26,32 Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a proposito del pozzo che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l'acqua».
Gen 27,1 Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi».
Gen 27,3 Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va' in campagna e caccia per me della selvaggina.
Gen 27,5 Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.
Gen 27,7 «Portami della selvaggina e preparami un piatto, lo mangerò e poi ti benedirò alla presenza del Signore prima di morire».
Gen 27,9 Va' subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto.
Gen 27,13 Ma sua madre gli disse: «Ricada pure su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu dammi retta e va' a prendermi i capretti».
Gen 27,17 Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.

Gen 27,19 Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica».
Gen 27,20 Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l'ha fatta capitare davanti».
Gen 27,25 Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve.
Gen 27,29 Popoli ti servano
e genti si prostrino davanti a te.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».


Gen 27,30 Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello.
Gen 27,31 Anch'egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: «Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire».
Gen 27,33 Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l'ho benedetto e benedetto resterà».
Gen 27,35 Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te».
Gen 27,41 Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe».
Gen 27,45 Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?».

Gen 27,46 E Rebecca disse a Isacco: «Ho disgusto della mia vita a causa delle donne ittite: se Giacobbe prende moglie tra le Ittite come queste, tra le ragazze della regione, a che mi giova la vita?».



Gen 28,2 Su, va' in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi là una moglie tra le figlie di Làbano, fratello di tua madre.
Gen 28,6 Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie originaria di là e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: «Non devi prender moglie tra le Cananee».

Gen 28,9 Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalàt, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.

Gen 28,12 Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.
Gen 28,13 Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato.
Gen 28,19 E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.

Gen 29,2 Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame distese vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano le greggi. Sulla bocca del pozzo c'era una grande pietra:
Gen 29,3 solo quando tutte le greggi si erano radunate là, i pastori facevano rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo.
Gen 29,9 Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame del padre; era infatti una pastorella.
Gen 29,10 Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, fece rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e fece bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre.
Gen 29,16 Ora Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele.
Gen 29,17 Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto,
Gen 29,24 Làbano diede come schiava, alla figlia Lia, la sua schiava Zilpa.
Gen 29,29 Làbano diede come schiava, alla figlia Rachele, la sua schiava Bila.
Gen 29,31 Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata, la rese feconda, mentre Rachele rimaneva sterile.
Gen 30,3 Allora ella rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, partorisca sulle mie ginocchia cosicché, per mezzo di lei, abbia anch'io una mia prole».
Gen 30,4 Così ella gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.
Gen 30,7 Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figlio.
Gen 30,9 Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese la propria schiava Zilpa e la diede in moglie a Giacobbe.
Gen 30,10 Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un figlio.
Gen 30,12 Zilpa, la schiava di Lia, partorì un secondo figlio a Giacobbe.
Gen 30,18 Lia disse: «Dio mi ha dato il mio salario, perché ho dato la mia schiava a mio marito». E lo chiamò Ìssacar.
Gen 30,27 Gli disse Làbano: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa tua».
Gen 30,35 In quel giorno mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte le capre punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco, e ogni capo di colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli
Gen 30,36 e stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano.

Gen 30,38 Mise i rami così scortecciati nei canaletti agli abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere il bestiame, bene in vista per le bestie che andavano in calore quando venivano a bere.
Gen 30,40 Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie avessero davanti a loro gli animali striati e tutti quelli di colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così formato per sé, non li mise insieme al gregge di Làbano.

Gen 30,41 Ogni qualvolta andavano in calore bestie robuste, Giacobbe metteva i rami nei canaletti in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai rami.
Gen 30,42 Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe.
Gen 31,1 Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso tutto quello che aveva nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatto questa grande fortuna».
Gen 31,8 Se egli diceva: «Le bestie punteggiate saranno il tuo salario», tutto il gregge figliava bestie punteggiate; se diceva: «Le bestie striate saranno il tuo salario», allora tutto il gregge figliava bestie striate.
Gen 31,10 Una volta, nel tempo in cui il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano striati, punteggiati e chiazzati.
Gen 31,19 Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano al padre.
Gen 31,20 Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano, l'Arameo, non lasciando trapelare che stava per fuggire;
Gen 31,25 Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe. Ora Giacobbe aveva piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti sulle montagne di Gàlaad.
Gen 31,32 Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i tuoi dèi, non resterà in vita! Alla presenza dei nostri parenti verifica quanto vi può essere di tuo presso di me e riprendilo». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati Rachele.
Gen 31,34 Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la tenda, ma non li trovò.
Gen 31,35 Ella parlò al padre: «Non si offenda il mio signore se io non posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne». Làbano cercò, ma non trovò gli idoli.

Gen 31,37 Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti, che cosa hai trovato di tutte le cose di casa tua? Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti, e siano essi giudici tra noi due.
Gen 31,39 Nessuna bestia sbranata ti ho portato a mio discarico: io stesso ne compensavo il danno e tu reclamavi da me il risarcimento sia di quanto veniva rubato di giorno sia di quanto veniva rubato di notte.
Gen 31,40 Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo, e il sonno fuggiva dai miei occhi.
Gen 32,2 Mentre Giacobbe andava per la sua strada, gli si fecero incontro gli angeli di Dio.
Gen 32,4 Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nella regione di Seir, la campagna di Edom.
Gen 32,6 Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi e schiave. Ho mandato a informarne il mio signore, per trovare grazia ai suoi occhi»».
Gen 32,9 Pensava infatti: «Se Esaù raggiunge un accampamento e lo sconfigge, l'altro si salverà».
Gen 32,11 io sono indegno di tutta la bontà e di tutta la fedeltà che hai usato verso il tuo servo. Con il mio solo bastone avevo passato questo Giordano e ora sono arrivato al punto di formare due accampamenti.
Gen 32,12 Salvami dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù, perché io ho paura di lui: che egli non arrivi e colpisca me e, senza riguardi, madri e bambini!
Gen 32,14 Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, da ciò che gli capitava tra mano, un dono per il fratello Esaù:
Gen 32,16 trenta cammelle, che allattavano, con i loro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli.
Gen 32,17 Egli affidò ai suoi servi i singoli branchi separatamente e disse loro: «Passate davanti a me e lasciate una certa distanza tra un branco e l'altro».
Gen 32,18 Diede quest'ordine al primo: «Quando ti incontrerà Esaù, mio fratello, e ti domanderà: «A chi appartieni? Dove vai? Di chi sono questi animali che ti camminano davanti?»,
Gen 32,20 Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a quanti seguivano i branchi: «Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando lo incontrerete;
Gen 32,21 gli direte: «Anche il tuo servo Giacobbe ci segue»». Pensava infatti: «Lo placherò con il dono che mi precede e in seguito mi presenterò a lui; forse mi accoglierà con benevolenza».
Gen 32,26 Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.
Gen 32,31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Gen 32,32 Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all'anca.
Gen 32,33 Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quell'uomo aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.



Gen 33,1 Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù, che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì i bambini tra Lia, Rachele e le due schiave;
Gen 33,3 Egli passò davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra, mentre andava avvicinandosi al fratello.
Gen 33,6 Allora si fecero avanti le schiave con i loro bambini e si prostrarono.
Gen 33,7 Si fecero avanti anche Lia e i suoi bambini e si prostrarono e infine si fecero avanti Giuseppe e Rachele e si prostrarono.
Gen 33,8 Domandò ancora: «Che cosa vuoi fare di tutta questa carovana che ho incontrato?». Rispose: «È per trovar grazia agli occhi del mio signore».
Gen 33,10 Ma Giacobbe disse: «No, ti prego, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché io sto alla tua presenza, come davanti a Dio, e tu mi hai gradito.
Gen 33,12 Esaù disse: «Partiamo e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te».
Gen 33,19 Acquistò dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d'argento, quella porzione di campagna dove aveva piantato la tenda.
Gen 34,1 Dina, la figlia che Lia aveva partorito a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del posto.
Gen 34,3 Ma poi egli rimase legato a Dina, figlia di Giacobbe; s'innamorò della giovane e le rivolse parole di conforto.
Gen 34,5 Intanto Giacobbe aveva saputo che quello aveva disonorato sua figlia Dina, ma i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame, e Giacobbe tacque fino al loro arrivo.

Gen 34,7 Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono molto, perché quegli, coricandosi con la figlia di Giacobbe, aveva commesso un'infamia in Israele: così non si doveva fare!

Gen 34,11 Sichem disse al padre e ai fratelli di lei: «Possa io trovare grazia agli occhi vostri; vi darò quel che mi direte.
Gen 34,12 Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale e il valore del dono; vi darò quanto mi chiederete, ma concedetemi la giovane in moglie!».

Gen 34,13 Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre Camor e parlarono con inganno, poiché quegli aveva disonorato la loro sorella Dina.
Gen 34,19 Il giovane non indugiò a eseguire la cosa, perché amava la figlia di Giacobbe; d'altra parte era il più onorato di tutto il casato di suo padre.
Gen 34,24 Quanti si radunavano alla porta della sua città ascoltarono Camor e il figlio Sichem: tutti i maschi, quanti si radunavano alla porta della città, si fecero circoncidere.

Gen 34,27 I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella.
Gen 35,4 Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dèi degli stranieri che possedevano e i pendenti che avevano agli orecchi, e Giacobbe li sotterrò sotto la quercia presso Sichem.

Gen 35,6 Giacobbe e tutta la gente che era con lui arrivarono a Luz, cioè Betel, che è nella terra di Canaan.
Gen 35,7 Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo El-Betel, perché là Dio gli si era rivelato, quando fuggiva lontano da suo fratello.
Gen 35,13 Dio disparve da lui, dal luogo dove gli aveva parlato.
Gen 35,14 Allora Giacobbe eresse una stele dove gli aveva parlato, una stele di pietra, e su di essa fece una libagione e versò olio.
Gen 35,15 Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.

Gen 35,16 Quindi partirono da Betel. Mancava ancora un tratto di cammino per arrivare a Èfrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto difficile.
Gen 35,17 Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: «Non temere: anche questa volta avrai un figlio!».
Gen 35,18 Ormai moribonda, quando stava per esalare l'ultimo respiro, lei lo chiamò Ben-Onì, ma suo padre lo chiamò Beniamino.
Gen 35,22 Mentre Israele abitava in quel territorio, Ruben andò a unirsi con Bila, concubina del padre, e Israele lo venne a sapere.
I figli di Giacobbe furono dodici.
Gen 35,25 figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali;
Gen 35,26 figli di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli di Giacobbe, che gli nacquero in Paddan-Aram.

Gen 35,27 Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arbà, cioè Ebron, dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri.
Gen 36,6 Poi Esaù prese con sé le mogli, i figli e le figlie e tutte le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati nella terra di Canaan e andò in una regione lontano dal fratello Giacobbe.
Gen 36,7 Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme, e il territorio dove soggiornavano come forestieri non bastava a sostenerli a causa del loro bestiame.
Gen 36,23 I figli di Sobal sono Alvan, Manàcat, Ebal, Sefò e Onam.
Gen 36,24 I figli di Sibeon sono Aià e Anà; fu proprio Anà che trovò le sorgenti calde nel deserto, mentre pascolava gli asini del padre Sibeon.
Gen 36,27 I figli di Eser sono Bilan, Zaavan e Akan.
Gen 36,32 Regnò dunque in Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si chiamava Dinaba.
Gen 36,35 Cusam morì e al suo posto regnò Adad, figlio di Bedad, colui che vinse i Madianiti nelle steppe di Moab; la sua città si chiamava Avìt.
Gen 36,39 Baal-Canan, figlio di Acbor, morì e al suo posto regnò Adar: la sua città si chiama Pau e la moglie si chiamava Meetabèl, figlia di Matred, figlia di Me-Zaab.

Gen 36,40 Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, le loro località, con i loro nomi: il capo di Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet,
Gen 37,2 Questa è la discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli. Essendo ancora giovane, stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al padre di chiacchiere maligne su di loro.
Gen 37,3 Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe.
Gen 37,4 I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.

Gen 37,7 Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni si posero attorno e si prostrarono davanti al mio».
Gen 37,9 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me».
Gen 37,10 Lo narrò dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?».

Gen 37,14 Gli disse: «Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a darmi notizie». Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem.
Gen 37,15 Mentre egli si aggirava per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cosa cerchi?».
Gen 37,16 Rispose: «Sono in cerca dei miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare».
Gen 37,19 Si dissero l'un l'altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni!
Gen 37,21 Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita».
Gen 37,22 Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.
Gen 37,23 Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava,
Gen 37,25 Poi sedettero per prendere cibo. Quand'ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di resina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto.
Gen 37,32 Poi mandarono al padre la tunica con le maniche lunghe e gliela fecero pervenire con queste parole: «Abbiamo trovato questa; per favore, verifica se è la tunica di tuo figlio o no».
Gen 38,5 Ancora un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Egli si trovava a Chezìb, quando lei lo partorì.

Gen 38,6 Giuda scelse per il suo primogenito Er una moglie, che si chiamava Tamar.
Gen 38,8 Allora Giuda disse a Onan: «Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello».
Gen 38,9 Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello.
Gen 38,10 Ciò che egli faceva era male agli occhi del Signore, il quale fece morire anche lui.
Gen 38,11 Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo padre, come vedova, fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa di suo padre.

Gen 38,12 Trascorsero molti giorni, e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, si recò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui c'era Chira, il suo amico di Adullàm.
Gen 38,13 La notizia fu data a Tamar: «Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge».
Gen 38,14 Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enàim, che è sulla strada per Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma lei non gli era stata data in moglie.
Gen 38,16 Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che era sua nuora. Ella disse: «Che cosa mi darai per venire con me?».
Gen 38,21 Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che stava a Enàim, sulla strada?». Ma risposero: «Qui non c'è stata alcuna prostituta».
Gen 38,22 Così tornò da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel luogo dicevano: «Qui non c'è stata alcuna prostituta»».
Gen 38,23 Allora Giuda disse: «Si tenga quello che ha! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Ecco: le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai trovata».

Gen 38,25 Mentre veniva condotta fuori, ella mandò a dire al suocero: «Io sono incinta dell'uomo a cui appartengono questi oggetti». E aggiunse: «Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone».
Gen 38,27 Quando giunse per lei il momento di partorire, ecco, aveva nel grembo due gemelli.
Gen 38,28 Durante il parto, uno di loro mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo».
Gen 38,30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e fu chiamato Zerach.



Gen 39,1 Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù.
Gen 39,2 Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone.
Gen 39,3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva.
Gen 39,5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna.
Gen 39,6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto.

Gen 39,13 Allora lei, vedendo che egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori,
Gen 39,19 Il padrone, all'udire le parole che sua moglie gli ripeteva: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d'ira.
Gen 39,21 Ma il Signore fu con Giuseppe, gli accordò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
Gen 39,22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione, e quanto c'era da fare là dentro lo faceva lui.
Gen 39,23 Il comandante della prigione non si prendeva più cura di nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché il Signore era con lui e il Signore dava successo a tutto quanto egli faceva.



Gen 40,9 Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite,
Gen 40,17 e nel canestro che stava di sopra c'era ogni sorta di cibi per il faraone, quali si preparano dai panettieri. Ma gli uccelli li mangiavano dal canestro che avevo sulla testa».

Gen 40,22 invece impiccò il capo dei panettieri, secondo l'interpretazione che Giuseppe aveva loro data.
Gen 41,1 Due anni dopo, il faraone sognò di trovarsi presso il Nilo.
Gen 41,2 Ed ecco, salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse, e si misero a pascolare tra i giunchi.
Gen 41,3 Ed ecco, dopo quelle, salirono dal Nilo altre sette vacche, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo.
Gen 41,4 Le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse. E il faraone si svegliò.
Gen 41,5 Poi si addormentò e sognò una seconda volta: ecco, sette spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e belle.
Gen 41,8 Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell'Egitto. Il faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno sapeva interpretarlo al faraone.

Gen 41,10 Il faraone si era adirato contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella casa del capo delle guardie, sia me sia il capo dei panettieri.
Gen 41,12 C'era là con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno.
Gen 41,13 E come egli ci aveva interpretato, così avvenne: io fui reintegrato nella mia carica e l'altro fu impiccato».

Gen 41,17 Allora il faraone raccontò a Giuseppe: «Nel mio sogno io mi trovavo sulla riva del Nilo.
Gen 41,18 Ed ecco, salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e si misero a pascolare tra i giunchi.
Gen 41,19 E, dopo quelle, ecco salire altre sette vacche deboli, molto brutte di forma e magre; non ne vidi mai di così brutte in tutta la terra d'Egitto.
Gen 41,20 Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle grasse.
Gen 41,21 Queste entrarono nel loro ventre, ma non ci si accorgeva che vi fossero entrate, perché il loro aspetto era brutto come prima. E mi svegliai.
Gen 41,23 Ma ecco, dopo quelle, spuntavano sette spighe secche, vuote e arse dal vento d'oriente.
Gen 41,26 Le sette vacche belle rappresentano sette anni e le sette spighe belle rappresentano sette anni: si tratta di un unico sogno.
Gen 41,27 Le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, rappresentano sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d'oriente, rappresentano sette anni: verranno sette anni di carestia.
Gen 41,31 Non vi sarà più alcuna traccia dell'abbondanza che vi era stata nella terra, a causa della carestia successiva, perché sarà molto dura.
Gen 41,33 Il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo della terra d'Egitto.
Gen 41,34 Il faraone inoltre proceda a istituire commissari sul territorio, per prelevare un quinto sui prodotti della terra d'Egitto durante i sette anni di abbondanza.
Gen 41,36 Questi viveri serviranno di riserva al paese per i sette anni di carestia che verranno nella terra d'Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla carestia».

Gen 41,38 Il faraone disse ai ministri: «Potremo trovare un uomo come questo, in cui sia lo spirito di Dio?».
Gen 41,43 Lo fece salire sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «Abrech». E così lo si stabilì su tutta la terra d'Egitto.
Gen 41,46 Giuseppe aveva trent'anni quando entrò al servizio del faraone, re d'Egitto.
Quindi Giuseppe si allontanò dal faraone e percorse tutta la terra d'Egitto.
Gen 41,54 e cominciarono i sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe. Ci fu carestia in ogni paese, ma in tutta la terra d'Egitto c'era il pane.
Gen 41,56 La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto,
Gen 41,57 ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra.



Gen 42,4 Quanto a Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo lasciò partire con i fratelli, perché diceva: «Che non gli debba succedere qualche disgrazia!».
Gen 42,5 Arrivarono dunque i figli d'Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c'era la carestia.

Gen 42,6 Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra.
Gen 42,9 Allora Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto a loro riguardo e disse loro: «Voi siete spie! Voi siete venuti per vedere i punti indifesi del territorio!».
Gen 42,13 Allora essi dissero: «Dodici sono i tuoi servi; siamo fratelli, figli di un solo uomo, che abita nella terra di Canaan; ora il più giovane è presso nostro padre e uno non c'è più».
Gen 42,15 In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, voi non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più giovane.
Gen 42,16 Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete prigionieri. Saranno così messe alla prova le vostre parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!».
Gen 42,18 Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio!
Gen 42,20 Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
Gen 42,21 Si dissero allora l'un l'altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest'angoscia».
Gen 42,23 Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l'interprete.

Gen 42,27 Ora, in un luogo dove passavano la notte, uno di loro aprì il sacco per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla bocca del sacco.
Gen 42,29 Arrivati da Giacobbe loro padre, nella terra di Canaan, gli riferirono tutte le cose che erano loro capitate:
Gen 42,32 Noi siamo dodici fratelli, figli dello stesso padre: uno non c'è più e il più giovane è ora presso nostro padre nella terra di Canaan».
Gen 42,34 Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così mi renderò conto che non siete spie, ma che siete sinceri; io vi renderò vostro fratello e voi potrete circolare nel territorio»».

Gen 42,35 Mentre svuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere la sua borsa di denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre videro le borse di denaro, furono presi da timore.
Gen 42,36 E il loro padre Giacobbe disse: «Voi mi avete privato dei figli! Giuseppe non c'è più, Simeone non c'è più e Beniamino me lo volete prendere. Tutto ricade su di me!».

Gen 43,1 La carestia continuava a gravare sulla terra.
Gen 43,2 Quand'ebbero finito di consumare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: «Tornate là e acquistate per noi un po' di viveri».
Gen 43,6 Israele disse: «Perché mi avete fatto questo male: far sapere a quell'uomo che avevate ancora un fratello?».
Gen 43,8 Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il giovane con me; prepariamoci a partire per sopravvivere e non morire, noi, tu e i nostri bambini.
Gen 43,14 Dio l'Onnipotente vi faccia trovare misericordia presso quell'uomo, così che vi rilasci sia l'altro fratello sia Beniamino. Quanto a me, una volta che non avrò più i miei figli, non li avrò più!».

Gen 43,17 Quell'uomo fece come Giuseppe aveva ordinato e introdusse quegli uomini nella casa di Giuseppe.
Gen 43,18 Ma essi si spaventarono, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e si dissero: «A causa del denaro, rimesso l'altra volta nei nostri sacchi, ci conducono là: per assalirci, piombarci addosso e prenderci come schiavi con i nostri asini».

Gen 43,21 Quando fummo arrivati a un luogo per passarvi la notte, aprimmo i sacchi ed ecco, il denaro di ciascuno si trovava alla bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Noi ora l'abbiamo portato indietro
Gen 43,24 Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede loro dell'acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio ai loro asini.
Gen 43,25 Essi prepararono il dono nell'attesa che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno, perché avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel luogo.
Gen 43,26 Quando Giuseppe arrivò a casa, gli presentarono il dono che avevano con sé, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra.
Gen 43,27 Egli domandò loro come stavano e disse: «Sta bene il vostro vecchio padre di cui mi avete parlato? Vive ancora?».
Gen 43,29 Egli alzò gli occhi e guardò Beniamino, il suo fratello, figlio della stessa madre, e disse: «È questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato?» e aggiunse: «Dio ti conceda grazia, figlio mio!».
Gen 43,30 Giuseppe si affrettò a uscire, perché si era commosso nell'intimo alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella sua camera e pianse.
Gen 43,33 Presero posto davanti a lui dal primogenito al più giovane, ciascuno in ordine di età, e si guardavano con meraviglia l'un l'altro.
Gen 44,2 Metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, insieme con il denaro del suo grano». Quello fece secondo l'ordine di Giuseppe.

Gen 44,8 Ecco, se ti abbiamo riportato dalla terra di Canaan il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri sacchi, come avremmo potuto rubare argento o oro dalla casa del tuo padrone?
Gen 44,12 Quegli li frugò cominciando dal maggiore e finendo con il più piccolo, e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino.

Gen 44,14 Giuda e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui.
Gen 44,16 Giuda disse: «Che diremo al mio signore? Come parlare? Come giustificarci? Dio stesso ha scoperto la colpa dei tuoi servi! Eccoci schiavi del mio signore, noi e colui che è stato trovato in possesso della coppa».
Gen 44,17 Ma egli rispose: «Lontano da me fare una cosa simile! L'uomo trovato in possesso della coppa, quello sarà mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre».

Gen 44,19 Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: «Avete ancora un padre o un fratello?».
Gen 44,20 E noi avevamo risposto al mio signore: «Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancora giovane natogli in vecchiaia, il fratello che aveva è morto ed egli è rimasto l'unico figlio di quella madre e suo padre lo ama».
Gen 44,22 Noi avevamo risposto al mio signore: «Il giovinetto non può abbandonare suo padre: se lascerà suo padre, questi ne morirà».
Gen 44,27 Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: «Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie.
Gen 44,30 Ora, se io arrivassi dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto non fosse con noi, poiché la vita dell'uno è legata alla vita dell'altro,
Gen 45,1 Allora Giuseppe non poté più trattenersi dinanzi a tutti i circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessun altro presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere dai suoi fratelli.
Gen 45,3 Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! È ancora vivo mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché sconvolti dalla sua presenza.
Gen 45,5 Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.
Gen 45,14 Allora egli si gettò al collo di suo fratello Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva, stretto al suo collo.
Gen 45,17 Allora il faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi fratelli: «Fate così: caricate le cavalcature, partite e andate nella terra di Canaan.
Gen 45,24 Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: «Non litigate durante il viaggio!».

Gen 45,25 Così essi salirono dall'Egitto e arrivarono nella terra di Canaan, dal loro padre Giacobbe,
Gen 45,26 e gli riferirono: «Giuseppe è ancora vivo, anzi governa lui tutto il territorio d'Egitto!». Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro.
Gen 45,27 Quando però gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandato per trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò.
Gen 46,1 Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
Gen 46,5 Giacobbe partì da Bersabea e i figli d'Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo.
Gen 46,6 Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti.
Gen 46,13 I figli di Ìssacar: Tola, Puva, Iob e Simron.
Gen 46,17 I figli di Aser: Imna, Isva, Isvì, Berià e la loro sorella Serach. I figli di Berià: Cheber e Malchièl.
Gen 46,18 Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato come schiava alla figlia Lia; ella li partorì a Giacobbe: erano sedici persone.

Gen 46,25 Questi sono i figli di Bila, che Làbano diede come schiava alla figlia Rachele, ed ella li partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.

Gen 46,28 Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen.
Gen 46,29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in Gosen. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo collo.
Gen 46,31 Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre: «Vado a informare il faraone e a dirgli: «I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nella terra di Canaan, sono venuti da me.
Gen 47,11 Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nella terra d'Egitto, nella regione migliore, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone.
Gen 47,13 Ora non c'era pane in tutta la terra, perché la carestia era molto grave: la terra d'Egitto e la terra di Canaan languivano per la carestia.
Gen 47,14 Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nella terra d'Egitto e nella terra di Canaan in cambio del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del faraone.

Gen 47,17 Condussero così a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell'anno li nutrì di pane in cambio di tutto il loro bestiame.

Gen 47,20 Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così la terra divenne proprietà del faraone.
Gen 47,22 Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.

Gen 47,25 Gli risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di trovare grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!».
Gen 47,29 Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto!
Gen 48,7 Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, tua madre Rachele mi morì nella terra di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Èfrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Èfrata, cioè Betlemme».

Gen 48,10 Gli occhi d'Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò.
Gen 48,14 Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Èfraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito.
Gen 48,17 Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Èfraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Èfraim e porla sul capo di Manasse.
Gen 49,8 Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.

Gen 49,9 Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi lo farà alzare?

  la ricerca ha riportato 500 risultati  


inizio pagina