LA CHIESA

      


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LITURGIA

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(es. Mt 28,1-20):
Per parola:



  San Giovanni Bosco

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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Scheda Agiografica: San Giovanni Bosco
S0131 ; PO035

La festa di san Giovanni Bosco è un soffio di aria pura e di slancio apostolico perché egli ispirava e comunicava la gioia.
Già da ragazzo aveva fondato una "società" con il motto "Guerra al peccato": la gioia viene dalla vittoria sul peccato.
"Rallegratevi nel Signore sempre...". Dio è grande, e noi siamo come bambini bisognosi di tutto davanti a un Padre onnipotente che si occupa amorevolmente di noi.
E la fiducia in lui che genera la gioia: fiducia e riconoscenza perché da Dio riceviamo tutto.
Come possono dei bambini essere tristi quando sono colmati di doni?
Fiducia e riconoscenza ci conducono alla conversione che Gesù chiede come condizione per entrare nel regno dei cieli: diventare come i bambini.
San Paolo invitava gli educatori a farsi modello per i bambini tanto da poter dire: "Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me è quello ché dovete fare", e in molte pagine del Vangelo siamo esortati a imparare dai bambini a ricevere da loro.
Sono i due aspetti dell'educazione.
Un altro grande educatore Antonio Rosmini, diceva ai suoi confratelli: "Ricordatevi che ciò che ricevete dai bambini è molto di più di ciò che date" e questo è evangelico.
Accogliamo questa lezione di gioia e di fiduciosa semplicità perché possiamo trasmettere e ricevere reciprocamente i doni di Dio.

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Antifona d'ingresso
I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi santi. (Cf. Sal 131,9)


Colletta
O Dio, che hai suscitato il presbitero san Giovanni [Bosco]
come padre e maestro dei giovani,
concedi anche a noi la stessa fiamma di carità,
a servizio della tua gloria, per la salvezza dei fratelli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

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Prima lettura

2Sam 11,1-4.5-10.13-17
Mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittita.

Dal secondo libro di Samuèle

All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme.
Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella d’aspetto. Davide mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Urìa l’Ittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla.
La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta». Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Urìa l’Ittita». Ioab mandò Urìa da Davide. Arrivato Urìa, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra. Poi Davide disse a Urìa: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Urìa uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re. Ma Urìa dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. La cosa fu riferita a Davide: «Urìa non è sceso a casa sua».
Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Urìa uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.
La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Urìa. Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Urìa sul fronte della battaglia più dura; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». Allora Ioab, che assediava la città, pose Urìa nel luogo dove sapeva che c’erano uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della truppa e dei servi di Davide e perì anche Urìa l’Ittita.

Parola di Dio

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Salmo responsoriale

Sal 50

Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Così sei giusto nella tua sentenza,
sei retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.

Fammi sentire gioia e letizia:
esulteranno le ossa che hai spezzato.
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

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Vangelo

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Mc 4,26-34
L'uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.


+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, Dio è fedele al suo progetto di salvezza di cui noi siamo insieme beneficiari e responsabili. Riconoscenti per tale privilegio, chiediamogli la forza che viene dall'alto, dicendo:
Aiutaci, o Signore.

Perché la Chiesa sia una realtà sempre più viva e operante in mezzo agli uomini. Preghiamo:
Perché, rivestendoci quotidianamente di pazienza e fiducia, sappiamo diffondere nel cuore del prossimo speranza e pace. Preghiamo:
Perché, pur lodando Dio dei beni materiali e morali ricevuti, ci disponiamo alla rinuncia che purifica il cuore. Preghiamo:
Perché sappiamo cogliere i segni di speranza presenti nel nostro tempo e ci impegniamo a consegnare ai giovani un mondo migliore. Preghiamo:
Perché i genitori siano animati da una fiducia salda e serena nello svolgere la loro opera educativa. Preghiamo:
Per chi vive nell'attesa di tempi migliori.
Perché operiamo il bene con gratuità.

O Signore, rendici vigilanti e fiduciosi, umili seminatori della tua parola. La presenza di Cristo tra noi ci confermi nella speranza del tuo regno, dove tu sarai tutto in tutti, per i secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
Guarda con benevolenza, o Signore,
i doni deposti sul tuo altare
nella memoria di san Giovanni [Bosco]
e come per la forza di questi divini misteri
lo hai coronato di gloria,
così dona a noi l’abbondanza del tuo perdono.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona alla comunione
Beato quel servo che il Signore, arrivando,
troverà vigilante:
lo metterà a capo di tutti i suoi beni. (Cf. Mt 24,46-47)

Oppure:
Ecco il servo fedele e prudente,
che il Signore ha messo a capo della sua famiglia,
per nutrirla al tempo opportuno. (Cf. Lc 12,42)


Preghiera dopo la comunione
La partecipazione a questo banchetto del cielo,
Dio onnipotente,
rinvigorisca e accresca in tutti noi
la grazia che da te proviene,
perché, celebrando la memoria di san Giovanni [Bosco],
custodiamo integro il dono della fede
e camminiamo sulla via della salvezza da lui indicata.
Per Cristo nostro Signore.


O M E L I E
a cura di
Qumran2.net

don Domenico Bruno     (Omelia del 28-01-2022)
Il nostro audio quotidiano
«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli ...
(continua)
don Nicola Salsa     (Omelia del 28-01-2022)
Il regno di Dio che cresce (Mc 4,26-34)
...
(continua)
don Alessandro Farano     (Omelia del 28-01-2022)
Venerdì - III settimana del Tempo Ordinario - Anno C - Commento al Vangelo
...
(continua)
don Carlo Occelli     (Omelia del 29-01-2021)
Commento al Vangelo 29 gennaio 2021
...
(continua)
don Marco Scandelli     (Omelia del 29-01-2021)
#2minutiDiVangelo 29 Gennaio: Liberati da chi ti dice di che colore comprare un'auto o di chi devi sposare! Liberatene oggi!
Commento al Vangelo del Venerdì della Seconda Settimana del Tempo Ordinario - Anno Pari - a cura di don Marco Scandelli #2minutiDiVangelo ---- Mc 4 26-34 La nostra via è quel seme gettato sul terreno: non è la fede. È la vita che germoglia e diventa grande, piena, forte: dovremmo ricorda ...
(continua)
don Domenico Bruno     (Omelia del 29-01-2021)
Il nostro audio quotidiano
Ricevi ogni giorno il commento direttamente sul tuo telefono: unisciti al canale Telegram @annunciatedaitetti Resta aggiornato col sito: annunciatedaitetti.it Iscriviti anche al canale YouTube Per ascoltare subito il commento qui sotto, clicca play! ...
(continua)
don Nicola Salsa     (Omelia del 29-01-2021)
Il regno di Dio cresce intorno a noi (Mc 4,26-34)
...
(continua)
don Fabio Zaffuto     (Omelia del 31-01-2020)
Chi ti incontra deve pararsi le spalle?
...
(continua)
don Domenico Bruno     (Omelia del 31-01-2020)
Audio quotidiano - Mc 4,26-34
Ascolta "Venerdì 31 gennaio 2020 - s. Giovanni Bosco - III settimana to" su Spreaker. ...
(continua)
don Nicola Salsa     (Omelia del 31-01-2020)
Un piccolo seme
...
(continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA     (Omelia del 01-02-2019)
Commento su Mc 4, 26-28
Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il fr ...
(continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA     (Omelia del 27-01-2017)
Commento su Mc 4, 26-29
«Gesù diceva [alla folla]: "Così è il Regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il f ...
(continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA     (Omelia del 29-01-2016)
Commento su Mc 4, 26-27
"Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa." Mc 4, 26-27 Come vivere questa Parola? Tutte aderenti alla vita le parabole del Regno di Dio. Bisogna nota ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 30-01-2015)

Ma il seme della Parola che porta frutto, la luce della fede che si vede da lontano, quel cambiamento della nostra vita che ci spinge a diventare compassionevoli e misericordiosi, non è frutto del nostro sforzo, non è nostro merito. Inutile farsi prendere da vani scrupoli e sensi di colpa, cosa in c ...
(continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA     (Omelia del 30-01-2015)
Commento su Eb 10, 35
"Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa." Eb 10, 35 Come vivere questa Parola? La franchezza, parresia nel testo originale, è uno dei doni più belli che gli apostoli hanno e dimostrano nei primi anni della Chiesa. È la capacità di dire la verità, ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 31-01-2014)

Per essere luce che illumina la stanza dobbiamo essere accesi, lasciare che il seme della Parola germogli in noi e contamini la nostra vita, convertendola. Sia. Ma quante volte questa convinzione diventa una santa preoccupazione e la nostra vita diventa intrisa di scrupoli e di fariseismo! Se abbiam ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 01-02-2013)
Commento su Mc 4,26-34
Di cosa dobbiamo preoccuparci? Perché fatichiamo ancora a fidarci del Signore? Quanto scoraggiamento vedo negli sguardi affaticati dei nostri preti! Quanto dolore nelle loro parole! La Chiesa sembra perdere consensi, nubi fosche si addensano all'orizzonte. Ma anche al di fuori della fede le cose non ...
(continua)