LA CHIESA

      


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LITURGIA

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(es. Mt 28,1-20):
Per parola:



  Venerdì della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
DO205 ;
Quanto illuminante è la risposta di Gesù al dottore della legge che l'interrogava su quale fosse il più grande comandamento! Quanto è entusiasmante questa risposta! Il più grande comandamento infatti è quello dell'amore: "Amerai il Signore Dio tuo; amerai il prossimo tuo". In proposito possiamo notare alcune cose sorprendenti.
La prima è che Gesù non ha scelto un comandamento del Decalogo, uno dei dieci comandamenti. Eppure sarebbe sembrato più normale: secondo la Bibbia i dieci comandamenti sono stati rivelati da Dio stesso, anzi incisi da lui sulle due tavole di pietra; non sono forse i più importanti? Eppure Gesù non ha citato nessuno di essi, ma ha scelto un brano del Deuteronomio e un altro del Levitico. Perché?
Lo possiamo indovinare se riflettiamo sulla natura dei dieci comandamenti. Sono per lo più una serie di divieti: Non rubare; non uccidere; non testimoniare il falso; non avere cupidigia...; o anche precetti, ma ristretti: Osserva il sabato; onora i genitori... Esprimono le condizioni necessarie per non uscire dalla relazione con Dio.
Invece Gesù ha scelto precetti positivi, dinamici, che ci lanciano avanti: "Amerai con tutto il cuore". Chi avrà mai finito di progredire in questa direzione, chi raggiungerà questa meta? "Amerai con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la mente". Amare il prossimo senza limiti... La parabola del buon Samaritano ci mostra in che modo Gesù intendeva il prossimo: ciascuno deve farsi prossimo a tutti i bisognosi che incontra.
Un'altra cosa sorprendente è che la domanda concerneva un solo comandamento: "il più grande" e nella sua risposta invece Gesù ne ha aggiunto un secondo:
"Amerai il tuo prossimo". E, cosa più sorprendente ancora, Gesù dichiara che "il secondo è simile al primo". Chi avrebbe mai pensato questo? Noi li vediamo molto diversi, questi due comandamenti. "Amerai il Signore Dio tuo": Dio, la perfezione stessa, Dio pieno di amore, Dio che non ha nessun difetto si deve amare, è chiaro. Invece: "Amerai il prossimo tuo": uomini difettosi, miserabili, talvolta tanto sgradevoli e ostili... Come dire che il secondo comandamento è simile al primo? Eppure Gesù ha dichiarato questo. E tutto il Vangelo, tutto il Nuovo Testamento va in questo senso: l'amore del prossimo è inseparabile dall'amore che diamo a Dio; amando il prossimo, amiamo veramente Dio; non amando il prossimo, non possiamo pretendere di amare Dio. La corrente di amore che viene da Dio la dobbiamo accogliere in noi non passivamente, fermandola a noi stessi. Se facciamo così non riceviamo veramente l'amore di Dio. La dobbiamo invece ricevere in modo attivo, cioè non possiamo amare veramente Dio, se non accettiamo di amare con Dio, e quindi di amare tutti gli esseri, tutte le persone che Dio ama. Soltanto così siamo nell'amore di Dio, e l'amore di Dio in noi diventa perfetto, come dice san Giovanni.
Questa rivelazione evangelica definisce lo scopo di tutta la nostra vita. Non abbiamo altro programma, se siamo veramente cristiani: progredire nell'amore. Ciascuno deve trovare la forma di amore che corrisponde alla propria vocazione, non ci sono due forme identiche di progresso nell'amore; però siamo tutti uniti in questo stesso orientamento: amare. Non c'è altro comandamento. "Amerai il Signore... Amerai il tuo prossimo.. .". Essere uniti nell'amore è l'ideale cristiano.
La prima lettura prepara la lezione evangelica, perché dimostra come una straniera, che non faceva parte del popolo di Dio, anzi apparteneva a un popolo disprezzato dagli Israeliti (Rut era una moabita), mossa da un affetto fedele e generoso per la suocera vedova e desolata, si è trovata per il fatto stesso in relazione privilegiata con Dio, diventando una antenata di Davide e quindi di Cristo. Amore del prossimo e amore di Dio si sono trovati strettamente collegati. La fedeltà generosa agli affetti umani mette in rapporto profondo con la fedeltà di Dio.

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Antifona d'ingresso
O Dio, nostra difesa,
contempla il volto del tuo Cristo.
Per me un giorno nel tuo tempio,
è più che mille altrove. (Sal 84,10-11)


Colletta
O Dio, che hai preparato beni invisibili
per coloro che ti amano,
infondi in noi la dolcezza del tuo amore,
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

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Prima lettura

Rt 1,1.3-6.14-16.22
Venne Noemi, con Rut la moabita, e arrivò a Betlemme.

Dal libro di Rut

Al tempo dei giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo, [chiamato Elimèlec,] con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme di Giuda nei campi di Moab.
Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l’altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon e Chilion, [figli di Noemi,] e la donna rimase senza i suoi due figli e senza il marito.
Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane.
Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio».
Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.

Parola di Dio

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Salmo responsoriale

Sal 145

Loda il Signore, anima mia.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene.

Egli rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Canto al Vangelo (Sal 24,4)
Alleluia, alleluia.
Insegnami, Signore, i tuoi sentieri,
guidami nella tua fedeltà e istruiscimi.
Alleluia.

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Vangelo

Mt 22,34-40
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, dall'esperienza della nostra insufficiente capacità di amare, innalziamo la nostra preghiera a Dio Padre, fonte di ogni amore, dicendo:
O Signore, donaci un cuore capace di amare.

Per la santa Chiesa, perché presenti a tutti gli uomini l'amore filiale verso Dio, con la carità operosa verso il prossimo. Preghiamo.
Per i responsabili della società, perché non si limitino a garantire la giustizia, ma promuovono anche opere di carità suscitate dall'amore fraterno. Preghiamo:
Per chi si sente solo e non è mai stato amato, perché scopra l'amore del Padre celeste e trovi nei fratelli amicizia e comprensione. Preghiamo:

Per coloro che sono impegnati nel volontariato, perché la fede in Dio li sostenga anche quando manca la riconoscenza umana. Preghiamo:

Preghiera sulle offerte
Accogli i nostri doni, Signore,
in questo misterioso incontro
tra la nostra povertà e la tua grandezza:
noi ti offriamo le cose che ci hai dato,
e tu donaci in cambio te stesso.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona di comunione
Presso il Signore è la misericordia,
e grande presso di lui la redenzione. (Sal 130,7)


Preghiera dopo la comunione
O Dio, che in questo sacramento
ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,
trasformaci a immagine del tuo Figlio,
perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo.
Per Cristo nostro Signore.


O M E L I E
a cura di
Qumran2.net

Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 25-08-2017)
Lo interrogò per metterlo alla prova
Nel nostro mondo contemporaneo, nel quale anche le nefandezze e gli abomini che fanno rabbrividire il cielo e la terra, vengono chiamate, definite, proclamate, dichiarate purissimo amore, proviamo a comprendere quanto Gesù dice al dottore della Legge sostituendo una sola parola. Al posto del ?Signor ...
(continua)
Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 19-08-2016)
Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?
La domanda del dottore della legge, frutto di studio da parte dei farisei, per mettere alla prova Gesù, verte sul grande comandamento della Legge. Gesù risponde che è il primo dei Comandamenti del Decalogo, secondo l'interpretazione che dona lo stesso Signore Dio, attraverso il suo fedele servitore ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 21-08-2015)

Ormai è diventata una gara, un gioco. Sporco e inopportuno, ma chi se ne avvede? I farisei hanno saputo che quel falegname venuto dal nulla ha chiuso la bocca ai sadducei. Ai sadducei! Gli aristocratici di Gerusalemme, alieni alle novità, capaci di adattarsi ad ogni situazione, anche sfavorevole, co ...
(continua)
Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 21-08-2015)
Lo interrogò per metterlo alla prova
Il Signore si lascia interrogare da tutti: scribi, farisei, sommi sacerdoti, sadducei, anziani del popolo, sinedrio, Pilato, discepoli, persone semplici, ammalati, figli di Abramo e anche figli delle Genti. A tutti, anche a Pilato, il Governatore di Roma, Lui ha sempre risposto. Mai si è sottratto a ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 22-08-2014)

Si fa a gara per mettere in difficoltà il Nazareno. I sadducei sono stati ampiamente umiliati. Ora tocca ai perushim, ai puri, i farisei, che mandano a interrogare Gesù nientemeno che un dottore della Legge, uno che ha studiato. Non come il falegname che si è improvvisato profeta, senza titoli di st ...
(continua)
Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 22-08-2014)
Questo è il grande e primo comandamento
I farisei vogliono la morte di Gesù. Hanno però bisogno di un pretesto legale per poterlo accusare e toglierlo di mezzo. Per questo cercano di farlo cadere in qualche parola pronunciata dalla sua bocca. È sufficiente una sola frase considerata da loro blasfema per una immediata sentenza di lapidazio ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 23-08-2013)
Commento su Mt 22,34-40
Ci si può avvicinare alla fede col cuore stretto e piccino, con astuzia e malevolenza. Così, spesso, gli evangelisti riportano di persone che, in assoluta buona fede!, tendono tranelli a Gesù, cercano il modo di metterlo in difficoltà. Gesù scontenta molti: i farisei che si sentono giudicati e presi ...
(continua)
Riccardo Ripoli     (Omelia del 23-08-2013)
Amerai il prossimo tuo come te stesso
Mi ha colpito una frase di Richter "Donare a chi ci ama è gioia, ma donare a chi ci odia è amore", e quale dono c'è più grande se non quello di donare sé stessi per il prossimo? Spesso sento dire "non sono portato per fare il missionario, per prendere un bambino in affido, per fare volontariato, per ...
(continua)
Monaci Benedettini Silvestrini     (Omelia del 23-08-2013)
Il comandamento dell'amore
Le interrogazioni degli scribi e dei farisei mirano sempre a "mettere alla prova" il Signore. Si ritenevano arbitri infallibili e insindacabili nei loro giudizi e nelle loro interpretazioni della legge e di conseguenza, ritenevano di poter giudicare lo stesso Cristo. Non si arrendono neanche dinanzi ...
(continua)
Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 23-08-2013)
Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?
L'amore per il nostro Dio necessariamente deve trasformarsi in amore verso l'uomo. Non verso un uomo in particolare, l'uomo di un popolo, una lingua, una razza, una tribù, una nazione, ma verso ogni uomo di ogni tempo, ogni luogo, ogni appartenenza. È l'uomo che deve essere amato, perché Dio ama l'u ...
(continua)