Omelia (06-05-2007) |
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"Ecco, io faccio nuove tutte le cose" Ripensare gli insegnamenti importanti della predicazione messianica è sempre motivo di grande interesse. La riflessione sintetizza il passato, attraversando il tempo, con l'oggi della nostra esistenza e ci proietta nell'imminente futuro. Alcuni discorsi, o insegnamenti, di Gesù ancora oggi sembrano irraggiungibili e ci portano a sognare quella Gerusalemme celeste dell'odierno brano dell'Apocalisse. La liturgia della Parola di questa quinta domenica di Pasqua racchiude in se il quadro che abbiamo appena tracciato. Da una parte ci sta il comandamento nuovo: amarsi gli uni gli altri, sempre attuale e sempre inseguito, ma non da tutti raggiunto e posseduto; dall'altra continuiamo a leggere i successi della predicazione apostolica, nonostante le sofferenze, con la conversione dei pagani; infine, il coronamento dell'annuncio che raggiunge la meta "Dio tutto in tutti" con la visione della Gerusalemme celeste, la dimora di Dio con gli uomini. Il tutto può essere l'itinerario della Chiesa di oggi, di ieri e di domani. Al centro del messaggio cristiano c'è sempre l'amore. Gesù incarna in sé l'amore di Dio, per questo si è fatto uomo per farci conoscere l'amore che il Padre ha per la sua creatura; per questo si è sacrificato per insegnarci come è l'amore: dare la vita, o dare tutto se stesso. Infatti, nell'insegnamento odierno non dice solo "amatevi gli uni gli altri", ma aggiunge come "io vi ho amato". Si può amare in diversi modi, ma il cristiano deve amare come ha amato il Maestro in modo del tutto gratuito, disinteressato, fedele, totale... Se non impariamo ad amare come ha amato Gesù non riusciremo mai a dare buona testimonianza e il mondo non ci riconoscerà. Allora, nell'attesa di ricevere il Consolatore, purifichiamo il nostro amore da ogni forma di egoismo affinché il nostro amore sia quanto più simile a quello di Gesù. |