| Omelia (17-12-2002) |
| Casa di Preghiera San Biagio FMA |
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Dalla Parola del giorno Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero, che confiderà nel nome del Signore. Come vivere questa Parola? Attraverso la voce del profeta Sofonia, è il Signore che ci sollecita. Ciò che ci chiede è di credere a una cosa: il cammino dell'Avvento (emblematico del cammino della vita) non può essere che quello del farsi umili e poveri davanti al Signore. Per questo la parola redarguisce quanti si attardano su altre strade: "Guai alla città ribelle! Non ha ascoltato la voce, non ha accettato la correzione, non ha confidato nel Signore" C'è una realtà di estrema importanza che va sottolineata: confidare nel Signore è la condizione fondamentale della pace interiore che crea un'atmosfera serena in noi, nelle nostre giornate e attorno a noi. Ma è impossibile confidare veramente nel Signore se in noi si annida l'orgoglio, anche quel sottile orgoglio spirituale che ci rende facili a giudicare gli altri, ci fa presumere di essere sempre a posto, migliori di quanti ci stanno attorno. Gesù ha rimproverato i sommi sacerdoti e gli anziani per non aver seguito l'esempio dei pubblicani e delle prostitute che hanno creduto a Giovanni Battista accettandone il battesimo di penitenza: "Voi, pur avendo visto queste cose – dice il Signore – non vi siete neppure pentiti per credergli". Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di scoprire l'urgenza e la bellezza di farsi piccoli, poveri e umili. Dirò: Sgombrami il cuore da ogni vantosufficienza e cattivo giudizio, Signore. Rendimi "leggero" sui tuoi sentieri, di quella leggerezza che non ha peso d'orgoglio ma solo respiro e ali di umile amore. La voce di un contemplativo L'umiltà è sincera, di quella sincerità inflessibile che non ama la menzogna e che non vuole mai mentire né a sé né agli altri né a Dio. F. Pollien |