Omelia (14-12-2025)
padre Ermes Ronchi
Beato il cuore pieno di nomi

Gesù: un uomo solo, con un pugno di amici di fronte al mondo. Sentirlo così, ancora presente sulle frontiere della vita, goccia di fuoco che non si spegne, è l'unico miracolo di cui abbiamo bisogno.

"Fiorisca la steppa, come fiore di narciso fiorisca" Isaia il visionario porta la primavera nel cuore dell'inverno. E Giovanni, il profeta granitico, è invece nel pieno del suo inverno. Dal carcere manda a dire a Gesù: Sei tu, o dobbiamo aspettare un altro?

Anche il più grande tra i nati di donna dubita: ma io, a chi ho preparato la strada?

Il dubbio fa male, ma il profeta proclama qualcosa di più forte: anche se non sei tu, io comunque continuerò ad attendere, continuerò a cercare.

Perché ‘attendere' è voce del verbo amare.

Gesù non risponde con proclami, ma chiama a raccolta la vita dolente e ferita, con l'unico scopo di farne uomini pieni e liberi. Come lui, noi "acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi!" (Evangelii gaudium n. 274).

I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i sordi odono, ai poveri è annunciato il Vangelo, tutti hanno una seconda opportunità-

E tuttavia i suoi miracoli non ci hanno cambiato, i poveri sono sempre più poveri, le guerre mietono vittime come erba falciata, nessuna steppa è fiorita di gigli e l'inquinamento corrode la terra.

Il non credente che è in me, disilluso, mi contesta, dati alla mano: avete tanto pregato e la pace non è venuta.

Ma la pace ormai si è accesa in noi! Ci siamo rotolati dentro, e ne abbiamo addosso i pollini. Il mondo non è inguaribile, è un malato affidato alle nostre cure, capaci di piccoli miracoli quotidiani.

Il profeta non capisce e dubita: aiutami a comprendere. Io sono in prigione, sarò ucciso perché ho denunciato l'adulterio di Erode, e tu perdoni perfino gli adulteri colti in flagrante!

E Gesù rilancia: Beato chi non si scandalizza di questo amore scandaloso, che invece di bruciare i peccatori, come annunciava Giovanni, siede a tavola con loro.

Dov'è lo scandalo, l'inciampo? Gesù non porta il castigo di Dio, ma la sua misericordia.

Beato chi ha il coraggio di andare in cerca di ciechi, di zoppi, di perduti, di guardare negli occhi i profughi, di sostenere un germoglio di Dio sul mondo devastato. Beato chi ha il cuore pieno di volti e di nomi.

La differenza fra favola e profezia sono una mangiatoia e una croce, dove non c'è inganno, non c'è imbroglio, nessun fine nascosto.

E' tutto così semplice, quando si ama.

Per tre volte Gesù domanda: Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Un uomo avvolto in morbide vesti? Che cosa?

Un uomo in piedi, senza doppiezze e libero. Messaggio e messaggero in lui coincidono. Lui è ciò che dice e dice ciò che è: un credente finalmente credibile.

Gesù: un uomo solo, con un pugno di amici di fronte al mondo. Sentirlo così, ancora presente sulle frontiere della vita, goccia di fuoco che non si spegne, è l'unico miracolo di cui abbiamo bisogno.