Omelia (14-12-2025)
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COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di Lucia Piemontese

Il Vangelo odierno è ricco di domande, quella sorprendente di Giovanni Battista e quelle insistenti di Gesù. C'è da comprenderle perché da una parte rivelano quello che abbiamo in cuore e dall'altra cosa il Signore vuole dirci. Con questo testo l'evangelista Matteo intende confermare l'identità di Gesù quale Messia, ma il suo ascolto nel tempo d'Avvento genera tanta luce sui nostri interrogativi più profondi di fronte a Dio che viene.
Giovanni Battista è in carcere e rimane disorientato per le notizie che gli giungono sull'attività di Gesù perché non corrispondono proprio all'idea che ha di lui. La sua predicazione è stata caratterizzata da accenti duri e dall'annuncio di un imminente severo giudizio del Messia, e invece sente parlare di miracoli e di misericordia. E allora entra nel dubbio e manda i suoi discepoli a chiedere: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?».
Gesù non risponde in modo diretto e nemmeno esaustivo, ma invita i messaggeri a guardare la realtà e a riconoscervi i segni che avrebbero accompagnato la venuta del Messia, e che troviamo riportati anche nella prima lettura: la guarigione e la reintegrazione nella vita di ciechi sordi zoppi, e in aggiunta la resurrezione dei morti e - il più importante - l'annuncio del Vangelo ai poveri. Da questi segni Giovanni può intuire che il Messia è venuto, il Regno dei cieli si è avvicinato ad ogni uomo. Il Signore aggiunge una frase importante: «E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Il Messia è venuto ma da molti sarà percepito come un ostacolo e perciò felice colui che non si scandalizzerà del modo in cui si manifesterà: umile, debole, disarmato, misericordioso. E beati noi oggi quando lo accogliamo così diverso da come lo immaginiamo o lo vorremmo.
La domanda del Battista è la nostra perché la realtà nega le nostre attese e anche Dio non si lascia racchiudere nei limiti del nostro immaginario e dei nostri desideri. Quando vediamo contraddette le aspettative anche più legittime come il desiderio della pace, o di una vita buona, allora siamo presi dal dubbio, dallo smarrimento; a volte improvvisamente ci sembra di non riconoscere più il Signore, di non percepire più la sua luce. Giovanni non rimugina fra sé ma interroga Gesù: è l'unico al quale rivolgersi per poterlo conoscere veramente.
Nella seconda parte del testo, Gesù incalza la folla con domande sul Battista per giungere a dire che Giovanni è stato più di un profeta. A lui è toccato di essere il messaggero più prossimo al Messia, il precursore annunciato da Malachia. Giovanni è il profeta che vede avverarsi la profezia, che può indicare nell'uomo Gesù il compimento di tutte le promesse. Ecco perché è il più grande fra i nati da donna eppure il Regno ha altre misure e il più piccolo è più grande del grande Battista.
Perché il Signore insiste così tanto con le sue domande? Vediamo che la risposta è sempre oltre ed allora capiamo che dobbiamo imparare a vedere e anche ad attendere oltre le nostre idee e le nostre visioni. Non dobbiamo aspettare un altro messia ma aprirci ad un altro sguardo sul Signore, sui fratelli e sulla realtà. Questa è la grazia che possiamo chiedere a Colui che viene, è venuto e verrà.
La seconda lettura ci conforta nel cammino di crescita nella fede, fatto anche di incertezze o di momenti di oscurità, rassicurandoci che il seme del Vangelo è stato piantato in noi e certamente germoglierà. Ci è indicata la costanza come atteggiamento giusto; significa avere un cuore largo, sentire e pensare in modo grande e non ristretto, con una pazienza che guarda lontano. Con la pazienza e la costanza il nostro cuore diventerà sempre più libero per accogliere il Signore così come viene, così come guida la storia, così come salva l'umanità.
Dalla prima lettura, in questa terza domenica d'Avvento, siamo invitati alla gioia perché il nostro Dio viene a salvarci ed è una gioia così grande che ne vibra tutto il creato. Ogni cuore può riprendere coraggio, ognuno può sperare che la sua vita fiorisca custodita dall'amore del Dio vicino.