Omelia (07-12-2025)
Omelie.org (bambini)


Buona domenica ragazzi e buon Avvento.
Questo dell'AVVENTO, come già avete sentito domenica scorsa, è un tempo speciale, è un tempo bello: il tempo dell'attesa.
E quando si attende qualcuno si è contenti! Per accogliere bene, però, bisogna prepararsi bene.
Voi lo sapete, vero?
Infatti, quando ad esempio attendete l'arrivo dei nonni, la mamma si prende cura con più impegno della casa, la abbellisce mettendo dei fiori, prepara un bel pranzo e chiede a voi ragazzi di non essere disordinati con i giochi, di fare i compiti prima in modo da dedicare più tempo per stare con i nonni.
Tutte queste cose servono non solo a rendere bello e accogliente l'ambiente che li ospiterà, ma soprattutto servono a preparare il nostro cuore alla loro venuta, al loro avvento!
So che tutti voi, con il termine Avvento, siete proiettati alla festa del Natale!
Il Natale è certamente una festa molto bella per tanti motivi! Per la strada le vetrine con i colori e le luci ci ricordano la LUCE che il figlio di Dio, Gesù, duemila anni fa, ha portato a tutti noi.
È una festa, quella del Natale, che ci ricorda il grande amore che Dio ha per ciascun di noi.
Però l'Avvento ci prepara non solo al ricordo della nascita del Salvatore, ma ci deve orientare a preparare il nostro cuore a Dio che tornerà ancora a visitarci.
Vi ricordate le parole che ha detto Gesù dopo aver lavato i piedi ai discepoli nell'ultima cena?
"Io vado e vi preparo un posto, poi torno e vi prendo con me, perché dove sono io siate anche voi" (Gv 14).
È una promessa quella che Gesù ci fa e ciò che Dio promette, mantiene.
Questa promessa, oltre ad essere certa, ci rivela il suo amore per noi, la sua amicizia.
Gesù è davvero l'amico più amico di tutti!
Sicuramente ognuno di voi ha un amico o un'amica del cuore.
Con questo amico vorrebbe trascorrere più tempo possibile, perché stare insieme a lui o insieme a lei è davvero bello.
Gesù prova per noi questa stessa gioia, sta volentieri con noi al punto tale che vorrebbe starci sempre e per questo ci sta preparando un posto bello.
E allora, come preparare il nostro cuore a questa seconda venuta di Gesù?
Diventando somiglianti a lui!
Lo possiamo fare ascoltando la sua Parola e imitando i suoi gesti di amore, di misericordia, di bontà, di pace!
Direte: impossibile!
Io vi dico di no perché il Signore non ci chiede delle cose che sono impossibili da realizzare: Lui è la nostra guida e, se camminiamo dietro a Lui, possiamo farcela.
Cerchiamo allora di capire che cosa il Vangelo ci suggerisce oggi per imparare a vivere l'attesa.
Chi ci aiuta a far questo è un personaggio che conosciamo, è un parente alla lontana di Gesù: è il figlio di Elisabetta.
Questo personaggio si chiama Giovanni. Il termine "Battista" è un soprannome che gli dà la gente per indicare ciò che lui fa.
Ma Giovanni, in realtà, si definisce la voce che grida nel deserto.
E cosa grida questa voce? "Preparate la via al Signore (che viene)".
Giovanni non è un personaggio qualunque, non grida nelle città ma nel deserto, eppure la sua voce è così forte e incisiva che viene ascoltata da tutti, anche dalle persone che abitano lontano dal quel luogo così solitario e arido.
È un personaggio speciale, Giovanni, si veste in modo semplice e si nutre di cose che trovano nel deserto. Queste indicazioni ci fanno capire che è un profeta. È l'ultimo dei profeti prima di Gesù.
E i profeti, lo sappiamo tutti, parlano a nome di Dio, quindi le parole che Giovanni dice sono le parole di Dio.
Allora cerchiamo di trovare le parole che vogliamo portare a casa oggi da questo brano del Vangelo.
Io penso che la prima sia "preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri".
È importante preparare una strada che sia libera da impedimenti che non permettono il passaggio.
Giovanni ci dice che questi impedimenti, quando ci sono, abitano nel nostro cuore.
E quali possono essere?
Se ci pensate un pochino non è poi così difficili trovarli!
Impedimenti sono i capricci, la pigrizia, l'egoismo, impedimento è tutto ciò che non costruisce il bene, l'amicizia, la gioia, la fraternità, la pace.
Ed ecco allora la seconda parola importante: Convertitevi.
Convertirsi significa cambiare.
Cambiare atteggiamento, trasformare il nostro modo di agire per migliorarlo: ad esempio, se un ragazzo è sempre un po' imbronciato deve impegnarsi a sorridere di più.
Siamo chiamati a crescere ogni giorno di più nel bene, a somigliare a Gesù nostra guida, e questo è possibile solo se camminiamo dietro a lui seguendo la sua voce.
Tutti abbiamo la possibilità di convertirci, di cambiare, di migliorarci, di diventare più generosi, più responsabili, più gioiosi, più attenti!
Da Giovanni Battista accorrevano tante persone e molte ricevevano questo battesimo, che è diverso dal nostro.
Il battesimo di Giovanni era una immersione nell'acqua per significare il desiderio di una persona di migliorarsi, di cambiare, di convertirsi a Dio.
Però Giovanni sapeva, e anche noi lo sappiamo, che non basta "lavarsi" per togliere il male!
Non è come quando uno si sporca dopo una partita o dopo che ha sudato giocando con gli amici.
Se ti fai la doccia, certamente torni ad essere pulito. Ma se rispondi male alla mamma o tratti male un compagno, non basta lavarsi, fare una doccia, per cambiare in meglio.
È invece necessario cambiare atteggiamento.
Come fare?
La prima cosa è riconoscere l'errore e domandare scusa, e poi impegnarsi perché le volte successive il comportamento sia davvero diverso.
Questa è la conversione a cui ci chiama Giovanni Battista in questa domenica.
Allora, ragazzi, ricordiamo le parole chiavi di oggi: preparare la via al Signore perché possa raggiungerci e poi convertirci, cambiare ciò che di noi fa difetto.
Ci impegniamo a farlo questa settimana aiutati anche dalla preghiera.
Buona seconda domenica di avvento a tutti!
Commento a cura di Piera Cori