Omelia (06-12-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
PREPARARE LA TERRA

I. Quando osserviamo un campo che offre una messe abbondante, guardiamo i tanti frutti, le spighe mature. Ma difficilmente pensiamo al lavoro che ci sta dietro: il contadino che ha arato con fatica, rimosso le pietre, irrigato e concimato. Il raccolto è il risultato di un terreno prima preparato e curato con dedizione. Senza cura e preparazione, non cresce nulla.
II. Gesù guarda le folle e vede un'immensa messe spirituale pronta. Ma subito nota la sproporzione: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi!". Non si scoraggia, ma dice: "Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Per far fronte alla mancanza di operai, qual è la prima cosa che Gesù chiede? Non di agire, non di elaborare piani strategici, ma di pregare. Pregare per le vocazioni non è un'attesa passiva: è la condizione previa, il vero lavoro spirituale. La preghiera è l'aratro che dissoda il terreno della Chiesa e dei cuori, rendendolo fertile e pronto ad accogliere i chiamati. È necessario preparare il campo, proprio come fa il contadino.
III. Mentre i discepoli pregano per gli operai, Gesù li chiama a sé e li invia, conferendo loro il potere di guarire e di annunciare. In quel momento capiscono di essere loro stessi gli operai che Dio manda. La preghiera sincera non solo ottiene: trasforma chi prega.
E tu, che contadino sei? Quello che si lamenta perché c'è tanto lavoro da fare, o quello che si rimbocca le maniche e prepara la terra con la preghiera? Stai contribuendo a creare un terreno ideale, fertile e disponibile? Se preghi, il Signore aprirà la tua vita e ti renderà parte della risposta. Perché quando il terreno è buono, la messe arriva.