Omelia (29-12-2025)
Missionari della Via


Simeone, nel prendere il piccolo Gesù fra le braccia, canta di gioia: finalmente ecco la salvezza di Dio! Sottolineiamo due aspetti di Simeone: la fiducia e la profezia.

In primo luogo ciò che colpisce di Simeone è la fiducia che ha riposto nella promessa di Dio: nonostante fosse avanti negli anni, ha continuato a credere alla fedeltà di Dio. Quanto è importante per noi, che spesso ci abbattiamo, ci scoraggiamo se le cose non arrivano nel modo e nei tempi che abbiamo previsto. Spesso siamo quelli del tutto e subito, mancando di quella capacità di attesa nella speranza che è caratteristica di un cammino di fede vissuto nella fiducia e nell'abbandono confidente. Simeone ha saputo attendere e ha saputo riconoscere nello Spirito la salvezza giunta tra le genti.

In secondo luogo, colpisce anche la profezia che Simeone compie riguardo a Gesù: «questo bambino sarà segno di contraddizione perché siano svelati i segreti di molti cuori!». Di fronte a Gesù che è la verità non c'è un atteggiamento passivo. La salvezza che Egli porta non avviene in modo automatico: o la si accoglie in maniera libera e personale o la si rifiuta. Il bambino è segno di contraddizione perché ci contraddice nelle nostre logiche mondane. Gesù ci abbatte dai troni della nostra superbia per rialzarci nell'umiltà. Nella fede si passa per delle cadute. Nessuno di noi che non sia contraddetto, criticato, posto davanti a una difficoltà può crescere. Il tutto e subito o il voler evitare ad ogni costo le difficoltà non ci fa crescere, come chi rifiuta di andare a trovare un malato o chi non studia perché richiede troppo sacrificio. Cristo è questo segno di contraddizione poiché Egli non si conforma alle logiche mondane del quieto vivere.

«Dio è amore. Ma l'amore può essere anche odiato, laddove esige che si esca da sé stessi per andare al di là di sé stessi. L'amore non è un romantico senso di benessere o di autocompiacimento, ma è una liberazione dall'essere compressi nel proprio io. Questa liberazione ha come costo la sofferenza della croce» (Benedetto XVI).