| Omelia (03-12-2025) |
| Missionari della Via |
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Una folla di gente si raduna attorno a Gesù recando con sé, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati. Che bello, vi è una folla che si fa carico della sofferenza degli altri. Folla non distratta, ma folla capace di sporcarsi le mani, folla che si fa coinvolgere dalla sofferenza. Magari hanno inizialmente solo ascoltato la supplica di questi ammalati, li hanno portati da Gesù, chissà forse non credevano fino in fondo in una possibile guarigione, ma quale stupore nel vedere questi ammalati guariti da Gesù. È particolare questo aspetto: la guarigione di altri ti porta allo stupore e a lodare il Signore! Tu non hai avuto un tornaconto personale ma hai assistito, hai partecipato della gioia degli altri. Che bella cosa saper gioire con gli altri, consapevole che «Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata» (Proverbio svedese). E Gesù di questa folla ne ha compassione. Sono ormai tre giorni che stanno con Lui e non hanno nulla da mangiare. Lo stare con Gesù è stato per loro più importante del cibo. Ed è questa cosa che Egli vuol far notare ai suoi discepoli. Li provoca e dice loro che non vuole rimandarli digiuni. Li interpella, li scomoda, desidera che anche loro si sentano responsabili di questa folla, che anche loro si facciano carico delle loro sofferenze, desidera che anche loro imparino ad avere compassione a donare e a donarsi! Padre Ermes Ronchi scrive che: «Se ancora c'è sulla terra chi ha l'arte divina della compassione, che si commuove per l'ultimo uomo allora questa terra avrà un futuro, allora c'è ancora speranza di restare umani». Domandiamoci, dunque, se abita in noi quella compassione che si sa far carico della sofferenza degli altri e che ci fa gioire e lodare il Signore quando gli altri sperimentano la sua grazia e il suo amore. «Io, vescovo di Venezia, andavo qualche volta nella casa di ricovero. Una volta ho trovato un'ammalata, un'anziana. Come va, signora? Beh, da mangiare, bene. Caldo? Riscaldamento, bene... Allora è contenta, signora? No! e si è messa a piangere. Ma perché piange, signora? Mia nuora, mio figlio, non vengono mai a trovarmi. Vorrei vedere i miei nipotini. Non basta il caldo, il cibo... C'è un cuore! Bisogna pensare anche al cuore dei nostri vecchi!» (Giovanni Paolo I). |