Omelia (01-12-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
IL FILO INVISIBILE DELL'AMORE

I. Quando una persona che amiamo soffre, è come se ci tirasse dentro il suo dolore. Quando un figlio sta male soffrono anche i genitori; quando un genitore è ammalato soffrono anche i figli; il dolore di una persona cara diventa il nostro dolore; quando un amico attraversa un momento difficile, la portiamo dentro di noi. L'amore crea un filo invisibile: ciò che tocca l'altro, tocca anche noi. A volte, se potessimo, prenderemmo su di noi il loro dolore pur di vederli sereni.
II. Il centurione del Vangelo di oggi sente questo filo: il suo servo è malato... e lui soffre con lui. Va da Gesù a chiedere non per sé, ma per l'altro. Le sue parole sono una preghiera di intercessione. Chiedendo la guarigione del servo sta chiedendo pace anche per il suo cuore ferito dalla sofferenza del servo. Così è la preghiera più vera: non quella che chiede sempre per sé, ma quella che porta qualcuno davanti a Gesù.
Il centurione fa proprio questo: va da Gesù al posto suo. Si fa ponte. Si fa voce. Si fa ferito con chi è ferito.
III. In questo tempo di Avvento possiamo fare lo stesso: presentare al Signore un figlio che fatica, un genitore che invecchia, un amico scoraggiato, un familiare malato.
Oggi, nel silenzio della Messa, possiamo domandarci: chi devo portare a Gesù? Chi sta soffrendo, e la sua sofferenza è entrata anche nel mio cuore? Nominalo, portalo qui, davanti all'altare. E dì nel cuore: "Signore, guarda questa persona e dà pace anche a me".
Cominciamo così l'Avvento: intercedendo, mettendo nel cuore di Cristo chi abita il nostro cuore e lasciando che Dio consoli anche noi.