Omelia (07-12-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
IL CUGINO DI DIO

I.

In questo periodo ho letto varie storie di conversione di personaggi famosi - attori, scrittori, uomini della scienza, della politica, dello spettacolo - arrivati alla fede attraverso un lungo cammino di ricerca sul senso della vita. Come per esempio Jennifer Fulwiler, un'atea convinta che non vedeva alcun senso nel mondo e aveva persino pensato al suicidio. Cambia completamente prospettiva alla nascita del figlio: percepisce che un'esistenza così unica non può finire nel nulla. Ripensando alla fede si domanda: "E se fosse tutto vero?". Nella sua testimonianza racconta di aver scoperto che molti tra i pensatori più solidi erano cattolici, capaci di unire rigore scientifico e profondità psicologica.
Altri si sono convertiti riflettendo sulla perfezione del cosmo, partendo dalla domanda sul "fine-tuning", la "sintonizzazione fine" dell'universo: l'osservazione che le leggi del cosmo sono regolate con una precisione incredibile tale da permettere la vita. Una precisione così sorprendente da far pensare, a molti studiosi, alla presenza di una Mente superiore che abbia dato origine e ordine al cosmo.
La conversione del filosofo Antony Flew, considerato per decenni l'ateo più famoso, nasce proprio dalla riflessione sulla complessità dell'universo. Dopo mezzo secolo di difesa dell'ateismo diventa deista studiando il DNA: "Non è razionalmente possibile negare l'esistenza di Dio dopo aver osservato la struttura della vita", affermerà.
Come osservava il professor Piero Bucci, esperto di epistemologia: se entrando in una grotta trovassimo incisa la prima terzina della Divina Commedia, nessuno penserebbe che sia opera del caso. Eppure molti accettano senza difficoltà che la prima cellula vivente - immensamente più complessa dell'intera Divina Commedia - possa essere nata da sola.
La conversione nasce così: un istante di luce che ti costringe ad ammettere - senza più scuse - che ciò che negavi... era tutto vero.

II.

La conversione di cui parla Giovanni Battista nel Vangelo di oggi è invece di tutt'altro tono: parla di ira imminente, scure alla radice, fuoco inestinguibile. Per secoli si è predicato così, usando quasi un "terrorismo spirituale" per convertire le persone.
Povero Giovanni Battista: non ne ha azzeccata una. Annuncia un Messia duro e castigatore... e invece arriva Gesù, l'uomo più mite che sia mai esistito, che perdona tutti a dice di amare i nemici. Vuole impedirgli di farsi battezzare e Gesù risponde: "Lascia fare per ora". Dopo il battesimo, anziché una voce che tuona castighi, si sente un Padre sciolto in un "brodo di giuggiole" che proclama: "Questi è il Figlio mio, l'amato". Passa il tempo, e Giovanni vede che Gesù non compie nulla di ciò che lui aveva preannunciato. Allora dubita e manda a chiedere: "Sei tu davvero il Messia o dobbiamo aspettarne un altro?". Il precursore inizia a dubitare del Messia... suo cugino. Al posto di Gesù noi ci saremmo sentiti delusi e traditi. Ma Gesù dirà di lui: "Tra i nati di donna non è sorto nessuno più grande di Giovanni". Proprio il "cugino di Dio"... non aveva ancora capito Dio. Allora consoliamoci anche noi, se a volte non riusciamo a capirLo.

III.

In conclusione.

In questo tempo di Avvento siamo chiamati alla conversione. Può avvenire attraverso la riflessione razionale, come abbiamo visto all'inizio; o per sacro timore, come accade in Giovanni Battista. Oppure può avvenire per amore: è la via che il Padre ci propone, invitandoci ad amare il suo Figlio amato.
Giovanni Battista, dopo aver tuonato "Convertitevi", comprende che ciò che davvero converte è l'amore, non la paura. Anche lui deve convertirsi: abbandonare l'immagine di un Dio terribile e accogliere il Dio di Gesù Cristo, il Dio Gesù Cristo.
Giovanni, il "cugino di Dio", si sarà sciolto in un brodo di giuggiole quando ha capito che, più che essere cugini di Dio, vale infinitamente di più essere suoi amanti.

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