| Omelia (13-12-2025) |
| Casa di Preghiera San Biagio FMA |
|
Commento su Mt 17,10-13 Come vivere questa Parola? Concludiamo la seconda settimana di Avvento con questi brevissimi versetti del Vangelo di Matteo. I discepoli scendono dal Monte della Trasfigurazione, testimoni della grandezza di Gesù, e gli pongono una domanda: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».Gesù conferma la tradizione rabbinica ma aggiunge che quella promessa si è già realizzata, Elia è già venuto ma il popolo non lo ha riconosciuto, anzi "hanno fatto di lui quello che hanno voluto" (17,12). L'evangelista commenta che i discepoli comprendono che parlava del Battista, morto in carcere per mano di Erode. Elia e Giovanni Battista sono profeti che hanno parlato in nome di Dio, ma non sono stati ascoltati, non sono stati riconosciuti. Ma Gesù ricorda ad alta voce che il destino di tutti i profeti è quello di non essere riconosciuti nel momento in cui parlano e profetizzano. Spiega che Lui stesso verrà rifiutato e dovrà soffrire allo steso modo. Pare che il destino di chi annuncia Dio agli uomini sia di non essere riconosciuto come profeta, ed essere rifiutato e perseguitato. Sorge subito una provocazione e quindi una domanda per la nostra vita: Da che parte vogliamo stare? La missione del cristiano è quella di annunciare con la vita e anche con le parole, il Vangelo della vita; è annunciare Cristo morto e Risorto. In questo tempo di Avvento, questi pochi versetti del Vangelo di Matteo ci invitano "a diventare nel mondo un Vangelo vivente: con una vita santa daremo "sapore" ai diversi ambienti li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale" - come diceva Papa Francesco. Ci invitano alla vigilanza, a preparare bene il cammino al Signore che viene. Talvolta rischiamo di non riconoscere quando il Signore passa, perché abbiamo la presunzione di sapere già come viene. Quindi teniamo il cuore vigile al passaggio di Dio nelle pieghe della nostra giornata, sapendo che in realtà Egli stesso ci cerca per primo e vuole incontrarci. Sta a noi avere occhi aperti e cuore disponibile per riconoscere il suo passaggio e accoglierlo nella nostra casa.
|