| Omelia (07-12-2025) |
| Casa di Preghiera San Biagio FMA |
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Commento su Mt. 3,1-12 Come vivere questa Parola? In questa seconda domenica di Avvento il brano proposto, dopo i primi due capitoli dedicati alla nascita e all'infanzia di Gesù apre di fatto il vangelo di Matteo. La predicazione di Gesù (che comincerà in Mt 4,12, dopo il suo battesimo e le tentazioni del deserto) è preceduta dalla predicazione e dal battesimo di Giovanni Battista. «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Dalle parole del Battista si coglie subito un urgente appello alla conversione, caratteristico del tempo di Avvento. La parola greca usata per esprimere tale annuncio è metànoia, che alla lettera potremmo scomporre in due concetti: "oltre" (meta) la "mente" (nous), per dire quindi un "cambiamento di parere". Gesù, rispetto al Battista (il quale invitava a una revisione dei costumi e alla correzione delle ingiustizie), chiederà una conversione del modo di pensare per accogliere il regno, cioè la sua stessa persona, e di conseguenza la novità del Vangelo. Convertitevi, cioè cambiate mentalità: è il centro della predicazione profetica. Dio salva! È necessario rivolgersi verso di Lui e non ad altre direzioni. L'uomo, che tende spesso a fuggire da Dio, è chiamato a invertire il cammino, il suo modo di pensare e di agire. Il cambiamento di mentalità più difficile è quello religioso: cambiare il nostro modo di pensare Dio e di rapportarsi a Lui, passare da quello che pensiamo di lui (i nostri idoli) al modo in cui Egli veramente si rivela. Ma perché cambiare mentalità? Perché il Regno dei cieli è vicino. Dio stesso regna attraverso il Figlio, e libera l'uomo da ogni schiavitù, lo rende simile a se stesso, rendendolo figlio nel Figlio. La regalità del Figlio è dono di salvezza che offre a tutti: una liberazione dal potere del male visibile nel peccato. E' un dono d'amore che diventa servizio nel fare ciò che l'uomo da solo non può fare. Il tempo di Avvento è un'occasione da non sprecare per scoprire il vero volto di Dio; un'occasione per stare, anche oggi, nel nostro deserto, rientrare in noi stessi, per cambiare mentalità, e così aprirci a Colui che deve venire ed essere strumenti d'amore, per il bene dell'umanità.
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