| Omelia (23-11-2025) |
| don Andrea Varliero |
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Ricordati di me Tutto un cammino per salire fino a qui, per vedere, per contemplare. Luca pittore, iconografo immenso, è riuscito a dipingere il Volto dei volti. Luca figlio di una generazione che non ha conosciuto in prima persona il Signore, per questo porta nel cuore il desiderio di vederlo. Noi come loro, come quella generazione. Luca ci conduce oggi al cuore del Vangelo, al centro della visione. Ora il volto è contemplabile. Tre poteri guardano il Crocifisso, il perdente, lo scandalo, il niente. C'è un potere religioso, un'umanità devota: «Se tu sei il Cristo, salva te stesso!» gli grida, gli bestemmia, gli sputa in volto. «Salvati!», hai salvato tanti altri, adesso salvati anche Tu. Così immaginano Dio: come uno che si salva, che si difende, che salva anche noi dalla sfortuna e dal mare contro. Un Dio che difenda la mia causa, che mi confermi, che non mi contraddica. C'è un potere politico, un'umanità che oggi come allora è capace di tattica, di muovere la scacchiera del mondo. «Se tu sei il Re, salva te stesso!» gli bestemmia in volto. Un re come loro, un dittatore che sappia dirigere e risolvere, cui consegnare la nostra libertà e la nostra felicità. Che si salvi, che salvi la Nazione, che ci renda sudditi, che sia potente. C'è un potere della Parola, una tavola che scrive a chiare lettere: «Il re dei Giudei». È una scritta sarcastica, una burla, una presa in giro, che, ridendo, confessa la verità. Accanto a Lui stanno due uomini, crocifissi allo stesso modo, condannati alla stessa identica fine. Se li ascolto bene, se affino l'udito, mi abitano dentro, li sento ancora pronunciare quelle parole in me. Due malfattori che nella vita hanno combinato poco o nulla di buono. Uno lo riconosco in quella continua domanda che ripete in me: «Perché?», «Perché?», «Perché?». Se Tu sei Dio, perché non ci salvi? Se Tu sei Dio, perché questo dolore, questa morte atroce, questa ingiustizia quotidiana? Se Tu sei Dio, perché te ne stai in silenzio, perché il dolore del mondo? Se Tu sei Dio, perché ci fai camminare fragili su questo abisso di non senso? Perché a me? Il cardinal Carlo Maria Martini istituì a Milano la «cattedra dei non credenti»; i giornalisti domandarono perché un cardinale avesse istituito uno spazio per chi non crede: «Per dialogare con il non credente che è dentro di me», rispose. Ecco, quel crocifisso accanto al Crocifisso va accolto pienamente, va ascoltato nel suo grido e nella sua domanda. Senza quell'uomo, senza quella domanda, non riesco a comprendere il Volto. Dall'altra parte, ci sta l'altro malfattore. Ha una prospettiva diversa, capace di accoglienza. Per la prima volta, in tutto il Vangelo, lo chiama per quello che è, Gesù: «Gesù, ricordati di me». Ricordati di me: non gli ha chiesto né salvezza, né salute, né benessere, né successo, né premio, né sicurezza. Semplicemente chiede di essere ricordato. Ho ascoltato un magistrato che ha seguito il processo per massacro a Srebrenica, una brutta pagina di Storia europea degli anni Novanta del Novecento. Che cosa significava ricevere giustizia per i parenti di quelle vittime? Semplicemente che non venissero dimenticati, che fossero ricordati. Ricordati di me: è la nostra paura indicibile, il non venire più ricordati. «Oggi, con me» a fil di voce si sente dire. Quell'oggi abbatte il tempo: è il mio, è il nostro oggi, è l'oggi in cui è possibile vedere Dio. Con me, insieme a me: è questo il Paradiso, un «con te», una relazione, un'amicizia, un amore, una relazione, talmente forti da dire con me, sempre. Lì, tra questi due crocifissi, tra queste due parti del mio stesso cuore, c'è la possibilità di contemplarlo, di vedere il Volto. È con me, nei volti delle persone. È con me, nei crocifissi di ogni tempo. È con me, tra le macerie della vita e della Storia. È con me: soffre e muore con me, come me. Altrimenti non sarebbe autentico, altrimenti sarebbe solamente un altro idolo tra gli idoli, un'altra fuga tra le mille fughe, un'evasione spirituale. Altrimenti sarebbe un Dio senza volto e senza nome, senza sudore e senza sangue, un niente. Dio sta lì, inchiodato alla mia stessa Croce, perché già lì, in quella Croce, in quella morte, vi è già tutta la Resurrezione, già lì si contempla il volto dell'Amore risorto. «Chi ti ha amato, ladro? Al fondo di te stesso, tu eri un uomo retto. Le tue sole parole che ci siano giunte hanno un suono limpido. Hai avuto tutti contro. Sei morto. Sei morto. Ma non da solo. Un altro era lì, in croce, come te. Non ti ha giudicato, ti ha amato. Ti ha riconciliato con te stesso. Con il tuo Dio. Con la vita. Con noi tutti. Eri un ladro, certo. Un buon ladro (J. Feder, Parole al buon ladrone)» (don Andrea) |