Omelia (23-11-2025)
padre Paul Devreux


Oggi proclamiamo Cristo Gesù Re! Ma cos'è un re? Nella Bibbia è uno che dà la vita per il suo gregge. Infatti Gesù si è messo al servizio di tutti, fino al punto di lavare i piedi ai suoi discepoli. Oggi, in questa festa, lo contempliamo su un trono, diverso da tutti i troni di questo mondo; lo contempliamo in Croce, perché è da lì che regna e manifesta la sua totale disponibilità, fino al punto di lasciarsi maledire, rifiutare e uccidere! Questo è il nostro Dio. Lo voglio un re così, o preferisco il potente di turno?

Leggiamo il vangelo che la chiesa ha scelto per questa festa.

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!».
Il ritornello è sempre lo stesso: "Se sei quello che dici di essere, dimostralo scendendo dalla croce". Questo succede perché per messia loro intendevano automaticamente uno forte e potente, come era stato il re Davide, e forse a volte lo desideriamo anche noi così. Ma Gesù non vuole essere un messia potente. Gesù vuole dimostrare quanto è forte il suo amore e l'amore di Dio per noi, sottomettendosi alle nostre cattiverie e al nostro rifiuto, continuando ad amarci e a perdonarci; questa è l'unica forza in cui crede. Inoltre non scende perché ha capito che abbiamo bisogno di metterlo in croce e di vedere se ci rimane fino alla morte, per convincerci di questo suo amore.

L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Questo non va in paradiso perché si è confessato in extremis. Lui ha avuto la fortuna di capire la grandezza del gesto di Gesù, e questo gli ha aperto gli occhi tanto da capire che uno che muore così, non può morire in eterno; deve avere un futuro. Normalmente un moribondo chiede ai vivi di ricordarsi di lui. Questo invece lo chiede a uno che sta morendo accanto a lui. Signore fa' che anche noi possiamo vedere nel tuo trono da crocifisso, una luce, una speranza e un futuro.

Tutti siamo chiamati a vivere in comunione con Gesù, e questo sarà il paradiso. Vivere con Gesù e vedere Dio così com'è.

Oggi la chiesa propone Cristo come re. Io devo valutare e decidere, perché questo è un re che non s'impone. Si propone e m'invita a sceglierlo. Chi lo capisce come fa a rinunciare ad un Dio disposto a servirti!

Signore aprici gli occhi.

Buona domenica.