Omelia (29-11-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 21,36

Come vivere questa Parola?

In mezzo alle guerre e alle ingiustizie che attualmente oscurano il mondo, la Chiesa continua ad esortare i fedeli ad aumentare il loro tempo di preghiera. Qualcuno potrebbe chiedersi: La preghiera fa davvero la differenza? Può avere un impatto?

La preghiera è un ponte che collega l'umanità a Dio ed è stata paragonata alla scala di Giacobbe che unisce il cielo e la terra (Gen 28,12). È molto più di semplici parole: è un mezzo per mantenere una profonda connessione con Dio, coinvolgendo sia il cuore che la mente. Incarna una profonda fiducia nel potere di Dio di intervenire e trasformare le circostanze.

La preghiera non solo rafforza la nostra fede, ma ci ricorda anche la presenza di Dio nella nostra vita, riconoscendo che solo Lui concede la grazia necessaria per superare il male e le difficoltà. Non dobbiamo infatti sottovalutare il potere della preghiera, come sottolinea San Giacomo nella sua epistola (Gc 5:16-18): "La preghiera fervente di una persona giusta è molto potente". Il profeta Elia era un uomo con le nostre stesse debolezze umane, eppure, grazie alla sua preghiera, non piovve per tre anni e mezzo. Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra diede i suoi frutti. Gesù ci ha anche insegnato che con una fede piccola come un granello di senape, nulla è impossibile (Mt 17,20). Egli si rivolse alla preghiera durante la sua ora più buia, nell'orto del Getsemani, e chiese al Padre la forza per affrontare il dolore della croce.


Oggi, nella mia preghiera chiedo aiuto al Signore, parché io stia attento a tutto quello che fa appesantire il mio cuore e lascio risuonare questa queste parole di Gesù: "State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano." (Lc 21,34)


La voce santo vescovo

"Tutti i giorni la stessa preghiera e tutti i giorni siamo debitori! Vuoi che io resti tranquillo quando tutti i giorni devo domandare perdono dei peccati e aiuto nei pericoli? Infatti, dopo aver detto per i peccati passati: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori», subito, per i pericoli futuri, devo aggiungere: «E non ci indurre in tentazione» (Mt 6, 13).

E anche il popolo, come può sentirsi sicuro, quando grida con me: «Liberaci dal male»? (Mt 6, 13). E tuttavia, o fratelli, pur trovandoci ancora in questa penosa situazione, cantiamo l'alleluia a Dio che è buono, che ci libera da ogni male.

Anche quaggiù tra i pericoli e le tentazioni, si canti dagli altri e da noi l'alleluia. «Dio infatti è fedele; e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze» (1 Cor 10, 13). Perciò anche quaggiù cantiamo l'alleluia. L'uomo è ancora colpevole, ma Dio è fedele. Non dice: «Non permetterà che siate tentati», bensì: «Non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla» (1 Cor 10, 13). Sei entrato nella tentazione, ma Dio ti darà anche il modo di uscirne, perché tu non abbia a soccombere alla tentazione stessa: perché, come il vaso del vasaio, tu venga modellato con la predicazione e consolidato con il fuoco della tribolazione. Ma quando vi entri, pensa che ne uscirai, «perché Dio è fedele». Il Signore ti proteggerà da ogni male... veglierà su di te quando entri e quando esci (cfr. Sal 120, 7-8)".

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo


Roberto Proietti - [email protected]