Commento su Lc 21,33
Come vivere questa Parola?
E' semplice capire quando accadrà la fine del mondo, ci dice con ironia Gesù: basta osservare quando germoglia il fico per sentire che l'estate è vicina. E' qualcosa di naturale, che si ripete ogni anno, da cui il contadino esperto non si lascia sorprendere. Non passerà la nostra generazione prima che avvenga: non sono fantasie millenaristiche, si tratta di vivere pienamente la nostra vita, che proprio per questo ci è data. Non occorre attendere la fine del mondo per convincerci che la sua Parola dura in eterno e per scegliere una volta per tutte di affidarci a Lui, anziché alle potenze di questo mondo che, sulle prime, sembrano avere la meglio.
Ridesta, o Signore, la volontà dei tuoi fedeli, perché, collaborando con impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più abbondantei doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen
La voce di un vescovo e martire
"Il mondo passa con la sua concupiscienza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!» (1 Gv 2, 15-17). Piuttosto, fratelli carissimi, con mente serena, fede incrollabile e animo grande, siamo pronti a fare la volontà di Dio. Cacciamo la paura della morte, pensiamo all'immortalità che essa inaugura. Mostriamo con i fatti ciò che crediamo di essere.
Dobbiamo considerare e pensare spesso che noi abbiamo rinunziato al mondo e nel frattempo dimoriamo quaggiù solo come ospiti e pellegrini. Accettiamo con gioia il giorno che assegna ciascuno di noi alla nostra vera dimora, il giorno che, dopo averci liberati da questi lacci del secolo, ci restituisce liberi al paradiso e al regno eterno. Chi, trovandosi lontano dalla patria, non si affretterebbe a ritornarvi? La nostra patria non è che il paradiso. Là ci attende un gran numero di nostri cari, ci desiderano i nostri genitori, i fratelli, i figli in festosa e gioconda compagnia, sicuri ormai della propria felicità, ma ancora trepidanti per la nostra salvezza. Vederli, abbracciarli tutti: che gioia comune per loro e per noi! Che delizia in quel regno celeste non temere mai più la morte; e che felicità vivere in eterno!
Ivi è il glorioso coro degli apostoli, la schiera esultante dei profeti; ivi l'esercito innumerevole dei martiri, coronati di gloria per aver vinto nelle lotte e resistito nei tormenti; le vergini trionfanti, che vinsero la concupiscienza della carne e del corpo con la virtù della continenza; ivi sono ricompensati i misericordiosi, che esercitano la beneficenza, nutrendo e aiutando in varie maniere i poveri, e così osservano i precetti del Signore e, con le ricchezze terrene, si procurano i tesori celesti. Affrettiamoci con tutto l'entusiasmo a raggiungere la compagnia di questi beati. Dio veda questo nostro pensiero; questo proposito della nostra mente, della nostra fede, lo scorga Cristo, il quale assegnerà, nel suo amore, premi maggiori a coloro che avranno avuto di lui un desiderio più ardente".
Dal trattato «Sulla morte» di san Cipriano, vescovo e martire
Roberto Proietti - [email protected]
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