Omelia (26-11-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 21,17-19

Come vivere questa Parola?

Il linguaggio immaginifico e fortemente evocativo dei testi apocalittici incute terrore e tuttavia il messaggio è di speranza. Persecuzioni, abbandono, tradimento, nulla potranno contro chi si affida semplicemente al Signore. I giorni dell'avversario sono contati, Gesù ci darà lingua e sapienza per rinfrancare i cuori smarriti.

Il vangelo non passa sotto silenzio le prove che mettono in pericolo la vita dei testimoni della fede, non è ingannevole o falsamente consolatoria. Quanto più vivo e realistico è il quadro della catastrofe, tanto più risalta la fermezza della fede; impallidisce di terrore l'arrogante mentre risuonano di sicurezza le parole del credente: "Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine."


Oggi, nella mia preghiera, presto attenzione al mio atteggiamento di vigilanza e consapevolezza di fronte alle ideologie o teorie o parole che possono distogliermi dal centro della mia fede, che è Cristo Gesù e lascio risuonare nel mio interiore questa frase evangelica: "Badate di non lasciarvi ingannare".


La voce di un vescovo

"Povera quella strada che non è percorsa da alcuno e non è rallegrata da alcuna voce d'uomo! Essa finisce per essere il ritrovo preferito di ogni genere di bestie. Povera quell'anima in cui non cammina il Signore, che con la sua voce ne allontani le bestie spirituali della malvagità! Guai alla terra priva del contadino che la lavori! Guai alla nave senza timoniere! Sbattuta dai marosi e travolta dalla tempesta, andrà in rovina.

Guai all'anima che non ha in sè il vero timoniere, Cristo! Avvolta dalle tenebre di un mare agitato e sbattuta dalle onde degli affetti malsani, sconquassata dagli spiriti maligni come da un uragano invernale, andrà miseramente in rovina.

Guai all'anima priva di Cristo, l'unico che possa coltivarla diligentemente perché produca i buoni frutti dello Spirito! Infatti, una volta abbandonata, sarà tutta invasa da spine e rovi e, invece di produrre frutti, finirà nel fuoco. Guai a quell'anima che non avrà Cristo in sè! Lasciata sola, comincerà ad essere terreno fertile di inclinazioni malsane e finirà per diventare una sentina di vizi.

Il contadino, quando si accinge a lavorare la terra, sceglie gli strumenti più adatti e veste anche l'abito più acconcio al genere di lavoro. Così Cristo, re dei cieli e vero agricoltore, venendo verso l'umanità, devastata dal peccato, prese un corpo umano, e, portando la croce come strumento di lavoro, dissodò l'anima arida e incolta, ne strappò via le spine e i rovi degli spiriti malvagi, divelse il loglio del male e gettò al fuoco tutta la paglia dei peccati. La lavorò così col legno della croce e piantò in lei il giardino amenissimo dello Spirito. Esso produce ogni genere di frutti soavi e squisiti per Dio, che ne è il padrone"

Dalle «Omelie» attribuite a san Macario, vescovo


Roberto Proietti - [email protected]