| Omelia (23-11-2025) |
| Casa di Preghiera San Biagio FMA |
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Commento su Lc 23,37 Come vivere questa Parola? Come ogni cosa importante nella legge mosaica, è necessario che l'intronizzazione sia riconosciuta da due testimoni. Ma, mentre i testimoni della investitura regale della trasfigurazione sono due fra i principali personaggi dell'Antico Testamento (Lc 9,28-36) e i testimoni della risurrezione sono pure misteriosi (Lc 24,4), i due testimoni dell'intronizzazione del Golgota sono soltanto due volgari briganti. Investitura ridicola di colui che non sarà re se non andando fino al fondo della beffa! Luca fa seguire a questo brano l'episodio dei due ladroni, quasi ad indicare che per Cristo il modo di esercitare la sua regalità su tutti gli uomini, compresi i suoi nemici, è quello di offrire loro il perdono (vv. 34a.39-43). Luca è sensibilissimo a questa idea in tutto il racconto della passione, ma qui essa tocca il vertice. Con questo perdono, Cristo si presenta come rovello Adamo, colui che può aiutare l'umanità a reintegrare il paradiso perduto dal primo uomo (cf Lc 3,38). Occorre ancora che questa umanità nuova accetti il perdono di Dio e non si ripieghi orgogliosamente su se stessa. Cristo arriva al momento della sua vita in cui potrà inaugurare una nuova umanità, liberata dalle alienazioni dei peccati; egli offre al buon ladrone di farne parte, perché la sua volontà di perdono è senza limiti. Il regno di Cristo si esercita su dei convertiti. I termini Re e Messia risuonano intorno alla croce in frasi beffarde e provocanti. In questa situazione Gesù compie un gesto veramente regale e assicura al malfattore pentito l'ingresso nel regno del Padre. Anche nei confronti degli avversari più accaniti, Gesù dirà parole di perdono: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Gesù, quindi, esercita e manifesta la sua regalità non nella affermazione di un potere dispotico, ma nel servizio di un perdono che tende alla riconciliazione. Egli è il primogenito di tutte le creature e come tutte le cose sono state create in lui, così «piacque a Dio di riconciliare a sé per mezzo di lui, tutte le cose, stabilendo la pace nel sangue della sua croce». Cristo è re perché perdonando e morendo per la remissione dei peccati, crea una nuova unità fra gli uomini. Spezzando la spirale dell'odio offre la possibilità di un nuovo futuro.
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