| Omelia (09-11-2025) |
| Omelie.org (bambini) |
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Gesù "Fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio". Può sembrare molto strano quello che viene raccontato nel Vangelo di oggi. La scena descritta da Giovanni infatti è particolarmente movimentata e possiamo immaginare il caos e lo stupore dei presenti e forse anche dei discepoli. Quando pensiamo a Gesù infatti lo immaginiamo sorridente, tranquillo, paziente, disposto ad accettare tutto e tutti. Ed infatti è sempre descritto dagli evangelisti con una personalità straordinariamente mite, umile, ma però, allo stesso tempo, forte e decisa. Lui non è mai una persona doppia, cioè una persona che ha due facce, due comportamenti diversi o ingannevoli. Cosa vuol dire essere una "persona doppia"? Ad esempio, una persona che si comporta in modo allegro, scherzoso e simpatico quando è con gli amici mentre, quando è in famiglia, è scorbutica, irritabile e lunatica. Forse a voi bambini non capita di essere così perché siete più immediati degli adulti, più trasparenti, più sinceri. Ma i grandi, a volte, sono portati a comportarsi in questo modo. Anche per questo Gesù esorta ad essere come bambini per entrare nel Regno dei cieli! Tornando all'episodio del Vangelo di oggi, vediamo chiaramente che Gesù non è una "persona doppia" perché questo suo gesto rispecchia pienamente ciò che lui è: una persona vera che non lascia passare le cose che non vanno, una persona sincera e coraggiosa, una persona che rispecchia le parole scritte in un salmo dell'Antico Testamento e che i discepoli ricordano: "Lo zelo per la tua casa mi divorerà". Questa frase esprime il profondo impegno e il desiderio di Gesù di custodire la santità del Tempio, simbolo della casa di Dio: egli è pronto a prendere posizione contro l'offesa nei confronti di questo luogo sacro. Infatti dice: "Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!". Il suo gesto non è di violenza contro le persone ma contro un modo di fare che mostra l'ingiustizia e la corruzione all'interno del Tempio. Ma vediamo allora cosa succedeva all'interno di questo luogo. Nel Tempio c'era un vero e proprio mercato di buoi, pecore e colombe che servivano per offrire questi animali per i sacrifici. Se dovevi fare un sacrificio, dovevi essere certo che l'animale fosse puro e per questo c'erano i venditori di animali che venivano controllati all'ingresso per vedere se avevano tutti i requisiti per essere offerti. C'erano anche i cambiavalute perché l'offerta non si poteva fare in moneta straniera e allora andava cambiata nella moneta del tempio, cioè la dracma. Logicamente, il cambiavalute guadagnava sul cambio! Il tempio, da luogo dell'incontro con Dio, era diventato un luogo di "mercato" e di arricchimento di pochi già ricchi e non più un luogo sacro. Pensiamo un po' alle nostre chiese: cosa direste voi bambini se dentro ci fossero le bancarelle dei venditori di souvenir, di coroncine, di santini ecc. e la gente, invece che pregare stando in silenzio, si mettesse a comperare oggettini in mezzo ad una marea di chiacchiere? Beh... io credo che vi scandalizzereste anche voi! Quando andiamo a casa di un amico per trovarlo, per parlarci assieme, per stare con lui, forse che ci mettiamo a giocare da soli con i suoi giochi, o a guardare per conto nostro la televisione, o a fare gli affari nostri senza nemmeno prenderlo in considerazione? Certo che no! Così è quando andiamo in chiesa: lo facciamo per incontrarci con il nostro amico Gesù, per dialogare con lui, per ascoltare le sue parole, non per lasciarlo in un angolino e fare tutt'altro! Gesù al tempio dunque si era trovato in una situazione in cui la casa del Padre non era più un luogo di incontro con Lui. Per questo «fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: "Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!"». I Giudei allora presero la parola e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?". Gesù infatti veniva da Nazareth, un paesetto sperduto della Galilea, non era nessuno, non era uno scriba, non era un dottore della legge, non era di famiglia sacerdotale... non era cioè una persona importante agli occhi dei Giudei! E Gesù risponde loro: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Gesù non parlava del bellissimo tempio costruito in quarantasei anni... Il Tempio di cui parla Gesù è il suo corpo. È lì infatti che incontriamo Dio. Dio è presente ovunque, ma c'è un luogo in cui Egli abita in modo unico e speciale: se anticamente era il tempio di Gerusalemme, ora è Gesù, casa del Dio invisibile. Allora, se il corpo di Gesù è il tempio di Dio, in ognuno di noi, che siamo stati fatti ad immagine e somiglianza di Dio, vive Gesù che ci guida a vivere come lui. Questo grande dono di avere Gesù dentro di noi lo riceviamo col battesimo. Per capire meglio ciò, vi faccio l'esempio che troviamo scritto nel Vangelo di Giovanni: quello della vite e dei tralci. Non so se voi avete mai visitato un vigneto... ci sono delle file lunghissime di viti, non molto alte, che hanno un tronco e, inseriti in questo tronco, ci sono dei ramoscelli più sottili che si chiamano "tralci" e che producono i buonissimi grappoli d'uva che penso tutti voi abbiate mangiato. Questi tralci, però, possono dare frutto solo perché sono inseriti nel tronco della vite perché è da lì che ricevono il nutrimento per diventare forti, rigogliosi, capaci di produrre l'uva! Ecco. Noi, col battesimo, diventiamo questi tralci. La vite è Gesù e noi, inseriti ben bene nella vite, formiamo un tutt'uno con Gesù: lui è il corpo e noi siamo le sue membra e tra noi scorre lo stesso sangue. Diventiamo figli di Dio. Pensate un po', bambini, quale grande dono è il Battesimo! Diventiamo una sola cosa con Lui, siamo i suoi tralci e riceviamo da Lui la forza per produrre frutti. Quali sono i frutti che possiamo produrre noi? Non certo grappoli d'uva... Pensiamo allora alle nostre giornate, da quando al mattino ci alziamo a quando alla sera andiamo a letto: i frutti che possiamo produrre si potrebbero descrivere in una sola parola:" bontà". Quali sono i frutti di bontà? Lascio qualche minuto a voi per riflettere: ognuno pensi a come si comporta con i genitori, con i fratelli, con gli amici, con i maestri, con i nonni, con i catechisti, con tutte le persone che incontra nell'arco della giornata... La bontà: ecco il segreto per amare tutti e amare il Signore. Ecco il segreto affinché i nostri tralci diano frutti. Commento a cura di Maria Teresa Visonà |