| Omelia (09-11-2025) |
| padre Antonio Rungi |
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Il Vangelo di questa domenica XXXII del tempo ordinario ci offre un testo del Vangelo molto forte, in quanto riguarda il nostro rapporto con Dio, con la preghiera e con la Chiesa. La celebrazione della festa della Dedicazione della Basilica Lateranense ne costituisce la base di partenza e la successiva riflessione su un piano liturgico. Nel racconto della cacciata dal Tempio dei venditori di tutto che Gesù effettua autonomamente, senza alcuna autorità civile, ma di certo morale, cogliamo le ragioni profonde del nostro essere credenti e religiosi. Il tempio luogo di preghiera e di offerte pet i vari sacrifici prima di Gesù e durante il suo ministero pubblico viene trasformato in un vero mercato e un posto per cambiare le monete, visto che a Gerusalemme per la Pasqua arrivavano in città da ogni parte coloro che dovevano espletare al precetto del pellegrinaggio. I portici e l'atrio del Tempio erano una grande esposizione e un esteso emporio che veniva utilizzato per i sacrifici e le offerte. Evidentemente per aver avuto quella forte reazione Gesù aveva constato il mercimonio che si effettuava nella casa di Dio che era ed è casa di preghiera e di offerta sacrificale della propria vita. Lo zelo per la casa del Signore, ovvero pel la sua casa, tocca profondamente il cuore e la missione evangelizzatrice del Figlio di Dio. Oltre a far risaltare questa stridente stonatura dell'uso improprio del Tempio di Gerusalemme, Gesù coglie l'occasione per parlare indirettamente della sua morte e risurrezione. Distruggete questo tempio di Salomone, costruito in circa 40 anni, ed io lo ricostruirò in tre giorni. Cosa umanamente e tecnicamente impossibile, ma a Lui tutto era ed è possibile perché è il Figlio di Dio... Cosa ci vuole insegnare Gesù con questo forte gesto? Lo si può comprende nel tempo della nostra vita di fede. Noi siamo stati fatti per il Signore e la nostra vita deve essere un'espressione continua della lode continua di Dio. Ovunque siamo, qualsiasi cosa facciamo noi siamo del Signore. Non siamo fatti per fare affari e accumulare beni e denaro utilizzando a volte anche la religione e strumentalizzandola per fare soldi, per guadagnare sul sacro e finalizzare la prioria esistenza al possesso de beni terreni e non a quelli eterni. Preghiera, purificazione e revisione della propria vita costituiscono i motivi fondamentali per essere dei veri cristiani, come pure per i seguaci di altre fedi e religioni, a partire dagli ebrei. Dio è uno e Trino e la nostra lode va a gloria dell'immenso amore per il Signore. Noi siamo riflessi di eternità e come tali dobbiamo pensare ed agire nello spazio e nel tempo che ci è stato assegnato da Colui che può cacciarci definitivamente dalla sua casa, quella eterna del cielo e che ha un nome preciso e cioè il Paradiso. |