| Omelia (19-11-2025) |
| Missionari della Via |
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Quella di oggi è l'ultima parabola che Gesù racconta nell'arco del suo viaggio verso Gerusalemme. Il senso è chiaro. «La connessione tra il profilo nobiliare [del padrone], la rivendicazione della dignità regale e la presenza degli avversari, e il cammino di intronizzazione del nazareno è evidente, così come nella seconda parte della parabola il richiamo ai servi, facilmente identificabili con i discepoli, e alle mine affidate equivalenti delle direttive delineate del maestro» (don Emilio Salvatore). Cioè, Gesù ci ha lasciato un'enorme ricchezza: la sua grazia nei sacramenti, la sua Parola, la Chiesa... Noi siamo posti dinanzi ad una scelta tra due comportamenti, quello dei primi due servi e quello dell'ultimo. I primi due fanno fruttare la ricchezza posta nelle loro mani, l'ultimo per "paura" la nasconde. «Costui intende la vita non come un dono, ma come un debito. È la brava persona religiosa che sa di osservare dei doveri e la vita non è un dono, un investimento di amore a cui rispondere con amore, la devo restituire intatta. Ho rispettato tutte le leggi, l'ho messo in un sudario perché non si rovinasse. Il sudario, tra l'altro, lo chiama sudario di morte. Questo considera la vita come un debito, vuol dire vivere nella morte [...] È interessante, questo fa come Adamo: ti temevo, ho paura di te, sei severo, sei un giudice tremendo, prendi quanto non hai posto Dio vuole tutto mieti dove non seminasti. Che immagine ha di Dio questo? È un Dio tremendo, quindi è una disgrazia per lui vivere; cercherà di osservare tutte le norme, fare il bravino, gli restituisce la vita intatta, ha fatto nulla. Lo vede come un rivale della sua vita. Invece di quello che mi da tutto perché io possa amare, è il rivale della mia vita. Come Adamo, è il peccato della falsa immagine di Dio, di un Dio potente e padrone e faccio anch'io il potente e il padrone. Invece Dio è umile servo perché ama» (p. Silvano Fausti). Dinanzi a tutto ciò chiediamoci: come vivo la mia vita? Con slancio, con generosità o attanagliato dalla paura di sbagliare? Cosa conta per me: avere le mani pulite ma vuote o sporche dal tanto servire ma piene? |