Omelia (17-11-2025)
Missionari della Via


Il Vangelo di oggi ci consegna l'incontro tra due desideri: il desiderio del cieco che desidera farsi sentire da Gesù, e chiede pietà, e Gesù che desidera incontrarlo. L'intensità del desiderio del cieco è più forte dei rimproveri delle persone, è più insistente delle parole scoraggianti della folla. Quest'uomo insiste, cerca Gesù, chiede pietà, desidera vedere e non si rassegna. Il suo esempio ci fa bene: ci invita a non scoraggiarci quando il Signore sembra non rispondere, certi che Lui desidera il nostro vero bene; ci invita a non scoraggiarci quando parole di mediocrità intaccano la nostra volontà; ci invita a non arrenderci quando sembra non valerne la pena, quando i sacrifici fatti sembrano non fruttificare, quando la pastorale proposta non ha dato i risultati sperati... Sì, perché questo desiderio non cade nel vuoto, ma la sua intensità è strada d'incontro con il Desiderio, quello con la D maiuscola, ovvero il desiderio che Dio ha di noi. Un desiderio di vita, di pienezza, di salvezza. Un desiderio che "la folla che gli camminava avanti" (e non dietro!) non coglie. Perché chi non segue l'amore vede i bisogni degli altri come disturbi, vede le necessità come intralci; anzi, tante volte non sa nemmeno riconoscerli, perché preso da sé, dai suoi bisogni, dalle sue priorità. Che questo incontro possa risvegliare in noi il desiderio di Dio, possa rafforzarci nella fede e sensibilizzarci nella capacità di saper ascoltare le sofferenze e i bisogni delle persone che incontriamo, sia quelli detti sia quelli non detti.

«La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. Se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido» (Sant'Agostino).

«Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa... Ma questo «intimo e vitale legame con Dio»30 può essere dimenticato, misconosciuto e perfino esplicitamente rifiutato dall'uomo... Se l'uomo può dimenticare o rifiutare Dio, Dio però non si stanca di chiamare ogni uomo a cercarlo perché viva e trovi la felicità. Ma tale ricerca esige dall'uomo tutto lo sforzo della sua intelligenza, la rettitudine della sua volontà, "un cuore retto" ed anche la testimonianza di altri che lo guidino nella ricerca di Dio» (CCC 28-30).