| Omelia (16-11-2025) |
| Missionari della Via |
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Siamo ormai alla fine dell'anno liturgico e il Vangelo ci offre la prima parte del discorso di Gesù sugli ultimi tempi. Ci troviamo a Gerusalemme, vicino al Tempio; Gesù prende spunto dallo stupore della gente dinanzi alla sua bellezza per affermare: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra» (Lc 21,6). Ovviamente gli chiedono: quando accadrà?, quali saranno i segni? Gesù sposta l'attenzione da questi aspetti secondari alle vere questioni che sono principalmente tre. I) non lasciarsi ingannare dai falsi messia e non farsi bloccare dalla paura. II) vivere questo tempo come occasione di testimonianza. III) perseverare. Primo: non lasciarsi ingannare. Gesù dice: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti, infatti, verranno nel mio nome» (v. 8). Ieri come oggi, specie nei momenti difficili, si propongono come (falsi) "salvatori" che tentano di sostituirsi all'unico salvatore: leaders di questo mondo, santoni, presunti veggenti... Gesù ci mette in guardia: «Non andate dietro a loro!». "Non andate dietro a loro!". Piuttosto, andiamo dietro a Gesù, nutrendoci ogni giorno della sua parola e dell'insegnamento della nostra Madre Chiesa. Secondo: testimoniare. Gesù annuncia prove e persecuzioni per i suoi discepoli. Ma aggiunge: «Avrete allora occasione di dare testimonianza [...] io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere» (vv. 13.15). Sin dai primi secoli sino ad oggi, quanti màrtiri hanno testimoniato fino al sangue la loro fede. E quanti "martìri" nascosti, sopportando prese in giro di familiari, denigrazioni dei conoscenti, emarginazioni in determinati contesti lavorativi... Il Signore ci invita a non scoraggiarci, a non allontanarci da Lui, piuttosto ad abbandonarci ancora più al suo amore e alla sua grazia per dare testimonianza, piantando nei cuori di chi abbiamo accanto semi di vita che a suo tempo potranno fiorire. Ci farà bene pensare e pregare per tanti fratelli e sorelle che in questo momento soffrono per essere fedeli a Gesù. Terzo: perseverare. Gesù dice: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (v. 19). «La parola [perseveranza] indica l'essere "molto severi" [...] Gesù chiede di essere "severi", ligi, persistenti in ciò che a Lui sta a cuore, in ciò che conta. Perché, quel che davvero conta, molte volte non coincide con ciò che attira il nostro interesse: spesso, come quella gente al tempio, diamo priorità alle opere delle nostre mani, ai nostri successi, alle nostre tradizioni religiose e civili, ai nostri simboli sacri e sociali. Questo va bene, ma gli diamo troppa priorità. Sono cose importanti, ma passano. Invece Gesù dice di concentrarsi su ciò che resta, per evitare di dedicare la vita a costruire qualcosa che poi sarà distrutto, come quel tempio, e dimenticarsi di edificare ciò che non crolla, di edificare sulla sua parola, sull'amore, sul bene [...] Ecco allora che cos'è la perseveranza: è costruire ogni giorno il bene. Perseverare è rimanere costanti nel bene, soprattutto quando la realtà attorno spinge a fare altro. Facciamo qualche esempio: so che pregare è importante, ma anch'io, come tutti, ho sempre molto da fare, e allora rimando: "No, adesso sono indaffarato, non posso, la faccio dopo". Oppure, vedo tanti furbi che approfittano delle situazioni, che "dribblano" le regole, e smetto pure io di osservarle, di perseverare nella giustizia e nella legalità: "Ma se questi furbi lo fanno, lo faccio anch'io". Stai attendo a questo! Ancora: faccio un servizio nella Chiesa, per la comunità, per i poveri, ma vedo che tanta gente nel tempo libero pensa solo a divertirsi, e allora mi vien voglia di lasciar stare e fare come loro. Perché non vedo dei risultati o mi annoio o non mi rende felice. Perseverare, invece, è restare nel bene. Chiediamoci: come va la mia perseveranza? Sono costante oppure vivo la fede, la giustizia e la carità a seconda dei momenti: se mi va prego, se mi conviene sono corretto, disponibile e servizievole, mentre, se sono insoddisfatto, se nessuno mi ringrazia, smetto? Insomma, la mia preghiera e il mio servizio dipendono dalle circostanze o da un cuore saldo nel Signore?» (Papa Francesco) Chiediamo al Signore che ci rinsaldi nella fede e nell'amore, facendo nostra la promessa insita nelle sue parole: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (v. 19). PREGHIERA Signore, donami pazienza per sopportare e perseveranza nell'amare. |