Omelia (13-11-2025)
Missionari della Via


La parola di oggi ci mette in guardia dai facili entusiasmi che ci portano a cercare segni evidenti e situazioni emotivamente convincenti. Di fondo non c'è soltanto un invito alla prudenza ma alla profondità. Cosa c'è spesso dietro la corsa all'esteriorità, anche in ambito religioso? Il desiderio di sicurezza a buon mercato e, ancor di più, la brama di possesso: possedere Dio, le cose di Dio, i segni di Dio. Gesù invece ci fa vivere una relazione profonda e intima con Lui. Tanto più saremo familiari con Dio, tanto più sapremo riconoscere la sua presenza tra noi e in noi, gustare le sue ispirazioni, cogliere i segni di benevolenza e le "dio-incidenze" con le quali ci stupisce e accudisce. È un po' come nella vita di tutti i giorni: quando una persona o una situazione è familiare, non ha bisogno di segni straordinari per essere notata; sai che c'è, sai riconoscerla e comprenderla anche attraverso dettagli per altri insignificanti. Chiediamo dunque al Signore il dono della familiarità con Lui; il dono della familiarità con Colui che ha voluto soffrire per noi, e che si rende incontrabile anche lì, anche nel dolore, anche nel volto del sofferente, anche in quei luoghi e dimensioni dove tutto sembrerebbe negare la sua presenza, «Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».