Omelia (09-11-2025)
don Michele Cerutti
Uniti al Vescovo di Roma

Una festa quella che andiamo celebrando che può risultare distante dal nostro vissuto.
Festeggiamo la dedicazione di una Basilica maggiore in Roma e molti potrebbero domandarsi, ma questo cosa interessa al nostro vissuto di fede.
Ci viene chiesto di comprenderne l'importanza. Ci stringiamo tutti intorno alla Cattedra del Vescovo di Roma, che presiede nella carità tutte le altre Chiese, secondo S. Ignazio di Antiochia.
Oggi, come nella festa di Pietro e Paolo, siamo chiamati a pregare per il Romano Pontefice, che i Santi del calibro di Caterina da Siena, don Luigi Guanella definiscono il dolce Cristo in terra.
Uniti quindi al successore di Pietro nella sua qualità di pastore dell'Urbe, guardiamo con occhi di fede, ben sapendo che lì si è irradiata la Chiesa con le sue difficoltà dovute al martirio di tanti cristiani.
La liturgia ci viene in aiuto a considerare bene cosa si intende Tempio.
Quello che ci viene presentato è un Gesù che butta all'aria tutte le nostre idee confuse su Dio che molto spesso consideriamo come un distributore automatico.
Il Messia entra nel Tempio e davanti a quell'ambiente fatto di vero e proprio mercato si indigna.
Quello che vuole fare Gesù è cercare di condurre tutti noi a un vero rapporto autentico con Dio.
Anche noi a 2000 anni di distanza da questo evento abbiamo un'idea di Dio che è simile a quella che si trova di fronte Gesù nel Tempio.
Prego per avere in cambio qualcosa e se questo non avviene allora subito prendiamo le distanze da Dio stesso.
Metto la moneta nella cassetta dell'offerta per accendere un lumino per ottenere quello che desiderio e che Dio mi deve dare. Gesù ci mette in guardia dal mercato della fede e lo fa con tutta la sua forza.
Con Gesù i cristiani sanno che possono incontrare la Trinità non solo all'interno delle mura di un Tempio, ma sono chiamati a vivere la relazione con Lui in ogni ambito in cui si trovano.
Quello che Gesù ci vuole condurre è proprio questo ampliare la nostra idea di Dio e non rinchiuderla in pochi ambiti come se tra la vita di tutti i giorni e la vita di preghiera ci fosse una separazione.
In Cristo ci troviamo tutti e quindi Dio va oltre i nostri piccoli schemi umani.
Allora non rinchiudiamo il Signore dentro i nostri piccoli progetti, i nostri piccoli schemi, ma in Gesù dobbiamo vedere lo stesso rapporto che abbiamo con un amico a cui confidiamo tutto quello che ci capita nella nostra vita, non un rapporto dove ci imponiamo.