Omelia (09-11-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
NEL SILENZIO HO INCONTRATO DIO (Jon Fosse)

I.
In questi giorni, al Congresso Internazionale "Costellazioni educative - Un patto per il futuro" (tenutosi il 30 ottobre 2025 a Roma, nell'ambito del Giubileo del mondo educativo), è intervenuto anche Jon Fosse, premio Nobel per la Letteratura nel 2023 - uno degli scrittori più letti e rappresentati al mondo, spesso paragonato a Samuel Beckett per la sua scrittura essenziale e profondamente spirituale. La sua conversione al cattolicesimo è nata dal silenzio. Dopo anni di successo, inquietudine e smarrimento, ha deciso di ritirarsi in una piccola casa affacciata sul mare della Norvegia. Aveva bisogno di pace, ma soprattutto di ritrovare un ordine interiore. In un'intervista, ha detto: "Scrivere non è esprimere me stesso, ma scappare da me stesso". Scrivere, per lui, è una forma di preghiera: un atto in cui non si impone la propria voce, ma si ascolta una voce più grande, che viene da altrove. Nel silenzio, ha scoperto che Dio non era lontano, ma già presente, in attesa. "Nel silenzio ho sentito che Dio era già lì. Non dovevo cercarlo, ma lasciarlo essere". La sua conversione non è stata uno spettacolo di parole o emozioni, ma una purificazione dal rumore. Il silenzio diventa così il luogo della conversione, non un vuoto da temere, ma uno spazio sacro in cui Dio finalmente può parlare.

II.
Quando Gesù, come abbiamo sentito nel Vangelo di questa domenica, entra nel Tempio di Gerusalemme,
vi trova confusione, rumore, contrattazioni. Quel luogo nato per l'incontro con Dio era diventato un mercato. E allora rovescia i tavoli, scaccia gli animali, libera lo spazio. Non si tratta di un gesto d'ira, ma di amore: "Mi divora lo zelo per la tua casa". Gesù non distrugge, riordina. Non toglie, ma restituisce il senso. Un senso che si ascolta solo nel silenzio. Dio, lì, non può parlare perché il rumore dei venditori copre la sua voce.
Come Jon Fosse ha dovuto allontanarsi dal chiasso del mondo per ascoltare Dio, così Gesù invita anche noi a lasciare che nel nostro tempio torni il silenzio. La conversione, allora, è permettere a Cristo di fare pulizia dentro di noi, di scacciare ciò che non appartiene al sacro, di liberare lo spazio dove Dio può abitare.
Jon Fosse diceva che scrivere è ricevere un dono. Gesù ci insegna che credere è ricevere una Presenza.
E solo chi lascia spazio al dono e alla Presenza, ritrova la pace.

III.
In conclusione.
Oggi, il Signore entra anche nel tuo tempio. E cosa vi trova? Dovrà prendere la frusta anche nel tuo caso? Lui ti chiede: che cosa occupa il posto di Dio nel tuo cuore? Forse il rumore delle preoccupazioni, la fretta, il bisogno di essere visti, la paura di non bastare mai. Forse anche la tua fede è diventata commercio: "Ti prego, Signore, se mi aiuti farò questo e quello...", e ci mettiamo a mercanteggiare con Lui.
Gesù vuole scacciare tutto questo, non per toglierti qualcosa, ma per restituirti te stesso. Vuole farti riscoprire il silenzio che guarisce, come quello che Jon Fosse ha ritrovato sulle coste del Nord: un silenzio che non è vuoto, ma pieno di Presenza. Oggi lascia che Gesù entri nel tuo cuore
e rovesci i tavoli del rumore, dei compromessi, dell'indifferenza. Lascialo fare, anche se fa male: perché solo chi lascia Cristo "mettere a soqquadro" il proprio tempio potrà ritrovare il cammino.
Jon Fosse, dopo la sua conversione, ha detto: "La mia fede non è fatta di parole, ma di pace."
È questo il dono del silenzio: la pace che nasce quando Dio torna ad abitare il cuore. E allora, come lui, anche noi potremo dire: "Nel silenzio ho incontrato Dio".


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