Omelia (14-11-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 17,28-31

Come vivere questa Parola?

Uno dei pericoli più grandi della nostra vita è l'abitudinarietà, la perdita di stupore e di vitalità, che appiattisce la vita di chi si accontenta di "tirare avanti". Forse è quello che intende consegnarci Gesù oggi rievocando la distruzione di Sodoma, città simbolo del peccato e piena di abitanti che vivevano un'ordinarietà piatta e senza Dio: mangiavano, bevevano e lavoravano senza accorgersi che nel quotidiano, in quel quotidiano, c'è un Dio che non smette mai di farsi vedere, di chiedere un passo di conversione, di far sentire la sua presenza. Dobbiamo avere nell'animo una sana inquietudine che ci porti a cercare continuamente Dio "prima che sia troppo tardi" perché c'è un tempo per ogni cosa e non si può sempre tornare indietro: vivi bene il tuo tempo, nella continua ricerca della Sua voce!


Signore donaci un cuore in ricerca, che non possa spegnersi mai in noi il desiderio di Te. Non permettere che ci facciamo sordi alla tua voce, ciechi alla tua luce, muti alle tue domande!


La voce di un Papa Santo

La Pasqua che cosa vuol dire? Transitus Domini. È il Signore che passa. E qui torna alla memoria la parola stupenda e quasi paurosa di S. Agostino allorché esclama: «Timeo transeuntem Deum». Io temo Iddio che passa. Lo temo, giacché la sua presenza, che aleggia su di me, mi dà una coscienza nuova di risposta e dialogo. E poi temo che Egli passi senza che io me ne accorga; passi mentre io sfuggo il colloquio che Egli vuole intessere con me. «Timeo transeuntem Deum» [...]. Il santo timore di Dio entra nelle nostre anime; e con il timore di Dio anche la dolcezza e la gioia del venire a colloquio con il Signore in dati appuntamenti, in determinate circostanze che Egli concede a ciascuna per ineffabili contatti di Grazia.

Paolo VI - Omelia del 16 febbraio 1964


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