Omelia (11-11-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Sap 3,1.4-7

Come vivere questa Parola?

Dio ha occhi davvero diversi da quelli degli uomini, vie che non sono le nostre vie, un "sentire" totalmente altro rispetto al nostro. Ciò che ai nostri occhi può sembrare una disgrazia, non è detto che lo sia agli occhi di Dio, Colui che sa volgere tutto al bene. Dio non ci tenta ma permette che subiamo la prova se sa che la possiamo affrontare, ovviamente nella sua grazia! Le pene vissute in Lui sanno purificare, possono togliere tutto ciò che ci impedisce di incontrarlo e addirittura renderci più liberi, perché resi senza paura, consapevoli che nessuno potrà mai strapparci dalla Sua mano!


Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, e cambiare così l'agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero dalla tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, nell'altra riva.

don Dolindo Ruotolo


La voce di uno storico e scrittore romano

O uomo grande oltre ogni dire [San Martino], invitto nella fatica, invincibile di fronte alla morte! Egli non fece alcuna scelta per sé. Non ebbe paura di morire e non si rifiutò di vivere. Intanto sempre rivolto con gli occhi e con le mani al cielo, non rallentava l'intensità della sua preghiera. I sacerdoti che erano accorsi intorno a lui, lo pregavano di sollevare un poco il suo povero corpo mettendosi di fianco. Egli però rispose: Lasciate, fratelli, lasciate che io guardi il cielo, piuttosto che la terra, perché il mio spirito, che sta per salire al Signore, si trovi già sul retto cammino. Detto questo si accorse che il diavolo gli stava vicino. Gli disse allora: Che fai qui, bestia sanguinaria? Non troverai nulla in me, sciagurato! Il seno di Abramo mi accoglie. Nel dire queste parole rese la sua anima a Dio. Martino sale felicemente verso Abramo. Martino povero e umile entra ricco in paradiso.

Dalle «Lettere» di Suplicio Severo, parlando di Martino di Tours


ADL - [email protected]