| Omelia (02-11-2025) |
| Casa di Preghiera San Biagio FMA |
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Commento su Gv 6, 37-40 Come vivere questa Parola? C'è una bellezza dell'umanità che non può essere rinnegata o esclusa. Non sarà perduta o dimenticata. È questo mistero dell'essere umano che Gesù dischiude. Incontrarlo è l'esperienza che ciascuno di noi fa nella propria vita quando entra in contatto con la sua vera umanità, con la capacità di amare sopra ogni cosa, "a prescindere". È la scelta consapevole di donare un amore gratuito: ha il gusto ed il sapore della vita eterna. Nel giorno della commemorazione dei nostri defunti, pensando ai nostri cari che non ci sono più, li ricordiamo con commozione, con tenerezza. Li vediamo come trasfigurati. È il momento della nostra risurrezione: il nostro cuore ritorna capace di amare. È il dono che loro ci fanno, partecipando di fatto e pienamente alla nostra esistenza, concorrendo alla nostra salvezza. Ma è anche il momento della loro resurrezione: le qualità umane che appartenevano a loro e che ci stanno consegnando chiedono di essere assunte e agite. Così loro continuano ad esistere attraverso la nostra vita, noi diventiamo più umani. In questo scambio, loro compiono la loro esistenza come donazione totale e noi cresciamo nella nostra capacità di amare. Ed è così che l'umanità si sedimenta ed evolve di generazione in generazione.
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